Vendere o non vendere il Milan, questo è il dilemma. I tifosi sono divisi

Benetazzo

Continuare con la famiglia Berlusconi al comando del Milan, controllante la maggioranza della società oppure decidere di vendere per 500 milioni o per cifre superiori a qualche magnate straniero, arabo, giapponese o di qualsiasi altra nazionalità? E’ questo il dilemma che sta dividendo i tifosi rossoneri in due fazioni, ognuna delle quali con giuste e motivate idee.

Nel 1986 il Presidente Berlusconi rilevò la società, con il prezioso aiuto anche economico di altre persone, tra cui Gianni Nardi, dall’interno di un’aula di tribunale e, grazie ad investimenti di primo livello e al posizionamento delle giuste persone nei ruoli strategici, ha riportato il Milan in cima all’Italia, all’Europa e al Mondo, vincendo un numero altissimo di trofei in poco tempo e lanciando molti futuri campioni. Ultimamente è entrata la figlia Barbara ad occuparsi dei colori rossoneri, apportando già dei cambiamenti (uno su tutti, la nuova stupenda sede societaria, ndr) e gettando le basi per l’ingresso di nuovi investitori che possano contribuire economicamente su più fronti (uno su tutti, il nuovo stadio, ndr). I frutti del lavoro della dottoressa Berlusconi si vedranno con il tempo, occorre solo darle fiducia e lasciarla lavorare con tranquillità negli ambiti di suo interesse che, ricordiamo, non sono quelli prettamente sportivi, seppur ci saranno delle modifiche anche in queste aree.

Chi la pensa in questo modo, oltre alla riconoscenza verso una figura che ha investito moltissimo e ha fatto vincere e gioire per anni i tifosi, saprà portare la giusta pazienza, soffrendo magari un pò di più rispetto ai fasti di un tempo ma conscio che la direzione intrapresa è quella giusta e che molto prima di quanto si pensi il Milan ritornerà a vincere come e più di prima.

La seconda faccia della medaglia è rappresentata da coloro che non vedono l’ora che il Presidente Berlusconi venda il Milan, pensando che chiunque arrivi investa fior di soldi in giocatori, magari sicuro di vedere con la casacca rossonera i vari Ronaldo, Messi, Iniesta, Xavi piuttosto che Robben, Ribery o quanti ancora ve ne sono nel mondo per tornare subito a vincere, senza programmare il futuro ma vivendo alla giornata. Obiettivo e idea legittima, molti magnati stranieri hanno acquistato varie società calcistiche negli ultimi anni, investendo tantissimo ma quanto hanno raccolto?

Giusto per fare degli esempi, il Chelsea con Abramovich ha vinto 13 trofei in dieci anni, ma una sola Champions League, il Manchester City con Al Mubarak ha vinto quattro titoli in sei anni ma nessuno al di fuori dei confini nazionali, il Malaga è sparito e con esso il suo presidente, indebitato e fuori dalle competizioni europee, il Paris Saint-Germain dal 2011 con Al-Khelaifi ha portato a casa solo tre coppe e tutte in Francia, l’Inter è da poco nelle mani di Thohir ma quest’anno non avrà nessun trofeo in bacheca; tutti questi presidenti hanno speso molti soldi e raccolto meno di quanto ci si aspettasse, altri si sono stancati molto prima di vincere anche un solo trofeo.

Quindi è meglio cambiare e sperare che chi arrivi non si stanchi poco dopo e lasci la società in cattive acque oppure continuare con Silvio Berlusconi, per cui “Il Milan è una cosa sacra, e non è in vendita”? Ad ogni tifoso la sua, legittima, risposta.

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