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EDITORIALE DEL GIORNO
Finché resterà Galliani nulla cambia
Ma perchè continuare a volerci far del male immaginando speranzosi, quasi sognatori, che qualcosa in Casa Milan possa accadere? Non sia mai, infatti, voler mettere mano ad una rivoluzione (magari) copernicana in una società dove vige da tempo immemore, più granitico che mai, lo status quo.
Quindi solo pensare a qualche volto nuovo, magari di famiglia (la signorina “so tutto io” a parte) o rossonero nell’anima e nel cuore, intento a tracciare, immerso tra le scartoffie dietro una qualsiasi scrivania, nei piani alti di via Aldo Rossi, le linee guida di un mutamento necessario, anzi improrogabile stante l’attuale incancrenita situazione, è quantomeno scellerato, un delitto di…lesa maestà.
Pertanto, nulla accadrà di rilevante almeno finchè Adriano Galliani (il Richelieu in cravatta gialla, appunto) continuerà a restare testardamente aggrappato, con le unghie e con i denti, alla sua poltrona e ai dollaroni che zio Paperone-Berlusconi sin troppo munifico gli elargisce a piene mani.
Ed è proprio per questo che non si intravvedono assolutamente spazi per altre figure in grado di mettere mano nella “stanza dei bottoni”, neppure se si tratta di ex di lusso, intelligenti e preparati col nome altisonante e dal palmares capiente. Dunque inutile pensare ai vari Demetrio Albertini, Paolo Maldini, Roberto Donadoni o a qualsiasi altro; men che meno, poi, è da presupporre un posto in società per un permalosissimo (da allenatore basta e avanza…) Clarence Seedorf.
E allora perchè insistere, su stampa, tv e media di vario genere con titoloni cubitali di dubbia ridondanza, alla spasmodica ricerca di quel che c’è ma non si può, anche in minima parte, sfruttare? Non si vuole – o, per tutta una serie di ragioni, non si può – guardare oltre il proprio naso; spalancare porte e finestre per far entrare, negli ammiffiti e intristiti corridoi della moderna e attuale sede rossonera, un vento nuovo, un tifone in grado di spazzare via il vecchiume che ne contraddistingue i contorni gettando per strada l’anticaglia servilista che fino ad oggi ha recitato da protagonista e che non intende, affatto, mettersi da parte. Guai a fare un passo indietro, eh…! Quindi, questo Milan (siatene certi!), purtroppo, non troverà mai pace soprattutto se al vertice della piramide continuerà ad essere legittimata quella doppia anima bicefala costantemente in rotta fra se e se anche per facezie. Serve un giro di vite, una svolta clamorosa, che però – peccato! -, non arriverà mai. E dunque… tafazziamoci! E’ l’unica cosa che ci rimane.
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