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EDITORIALE DEL GIORNO
Cosa resterà del Milan di Inzaghi?
L’avventura di Pippo Inzaghi sulla panchina del Milan sembra ormai destinata al termine. In questo editoriale non voglio giudicare la sua esperienza, ormai decisamente fallimentare, quanto fare un’analisi di ciò che questa esperienza ha lasciato e lascerà sulla panchina rossonera. Quest’anno – apparentemente tutto da buttare – può lasciare, comunque, buone eredità per il futuro.
- Per la prima volta si è vista progettualità. E’ stata costruita la squadra che voleva l’allenatore, che poi abbia funzionato male è stato un altro paio di maniche. Non sono arrivati giocatori eccellenti ma è arrivato probabilmente il meglio che si potesse fare con quel budget. Il sangue dalle rape è stato cavato, ora servono soldi per un mercato decente che possa portarci in alto. Più di così, coi parametri zero ed i prestiti, a livello di rosa è impossibile fare.
- Lo spogliatoio è unito. Lo spogliatoio con Inzaghi è stato ricompattato. Non succedeva dal 2012 quando c’erano i senatori in grado di tenere in mano la situazione. Per portare questo aspetto all’ottimalità, però, manca un leader carismatico che va trovato.
- Diego Lopez, Menez, Cerci, Bonaventura, Destro: giocatori pronti, fatti e finiti per una squadra che con altri innesti tecnici e tattici (leggasi nuovo allenatore) può tornare a vincere. Sono arrivati buonissimi giocatori nell’ultimo mercato, depauperati dall’attuale gestione tecnica. Non sciupiamo questo patrimonio con l’ennesima rifondazione ma cerchiamo di valorizzarlo.
- I primi quattro mesi: il Milan a Dicembre aveva battuto il Napoli e Fermato la Roma. Era a 2 punti dal secondo posto. Aveva mostrato evidenti segni di miglioramento rispetto alle gestioni Seedorf e Allegri. E’ lì che si è fermato questo Milan.
Inzaghi ci lascia però un’altra eredità, ancora più interessante. Il Milan di Inzaghi ha messo a nudo tutta la rabbia, la bile di una parte di tifosi indegni di questa squadra e di questi colori. E’ inaccettabile aver visto un allenatore del Milan trattato come carne da macello, bollato come “raccomandato” dai suoi stessi tifosi il primo giorno in cui si è seduto su quella panchina. E’ inaccettabile vedere tifosi del Milan che si vantano di aver predetto un fallimento. E’ inaccettabile vedere tifosi trattati come pecore, la verità come un’opinione di maggioranza e l’attacco a prescindere fatto passare come critica (il cui diritto è sacrosanto) dietro una finta aura mafiosa di imparzialità in cui chi la pensa diversamente viene zittito e messo all’indice.
Abbiamo assistito quest’anno alle cose più ridicole, in campo e fuori. Abbiamo assistito a veri e propri gruppi di tifosi che speravano di non vincere ad ogni partita pur di attaccare la guida tecnica o che – comunque – di fronte ad una non vittoria non erano del tutto dispiaciuti pur di attaccare una loro leggenda ed una loro bandiera. Una bandiera a cui non è stato perdonato nulla, giudicando un allenatore esordiente come se avesse l’esperienza di Trapattoni o Bortolo Mutti, non perdonandogli nemmeno errori che ad Allegri venivano concessi.
Abbiamo assistito ad un vero e proprio scouting, al limite del ridicolo, di ogni giocatore ceduto dal Milan negli ultimi 4 anni pur di rinfacciarne la cessione al primo assist contro squadre che faticherebbero a stare nell’attuale Lega Pro Italiana. Abbiamo assistito ad un tifo sfrenato per la Roma, non tanto per interesse quanto per “provare” dirigenze migliori che è coronato con un clima patetico sulle timeline di twitter rossonere dopo l’eliminazione col City dalla Champions League che nemmeno alla finale di Istanbul. Abbiamo assistito prima alla delegittimazione pubblica di Seedorf per poi farne un santo una volta esonerato.
Chi come noi ha vissuto questo clima di ostracizzazione non potrà dimenticarlo e non dovrà dimenticarlo in un futuro che si preannuncia roseo in caso di cessione. Evidentemente devo scusarmi per aver creduto in Inzaghi, per averlo giudicato solo per l’aspetto tecnico – sufficiente fino a dicembre, insufficiente dopo. Evidentemente devo scusarmi per aver giudicato un buon acquisto un giocatore che ha fatto 16 gol quest’anno come Menez o uno che ha fatto 15 gol e 15 assist lo scorso come Cerci.
Questo anno ci servirà. Ripartiremo, dentro e fuori dal campo. E, come sempre, il tempo sarà galantuomo.
Diavolo1990 – www.rossonerosemper.com
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