Hip hip Hurrà, che botta!

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Che botta! Il Milan si riscopre stranamente fragile e vulnerabile come raramente prima d’ora. E di fronte aveva – strano a dirsi – il Sassuolo, la squadra di Eusebio Di Francesco che più d’una volta, utilizzando l’arma a lei più congeniale, il contropiede, ha messo i rossoneri in ambasce, non certamente il Brasile o la Germania campione del Mondo.

Hip hip hurrà, s’era lasciato andare in un momento di lucida, euforica follia, il presidente Silvio Berlusconi nei giorni scorsi a Milanello, ribadendo la sua fiducia in un organico che, a suo dire, non avrebbe mai cambiato con nessun  altro neppure con quelli di Roma e Juventus. Siamo davvero al delirio d’onnipotenza… Ma perché questo signore straparla, non è meglio che si defili per il bene suo e del Milan  tutto?

La realtà è però un’altra, non certo quella “percepita” dal solo Presidente. La verità è che questo Milan è solo lontano parente di quello vincente e debordante del recente passato. Questo è un Milan impalpabile, incostante, poco reattivo. Insomma un Milan che non t’aspetti, quello che ti fa disperare, che vorresti odiare e magari stramaledire ma che invece non ti riesce ma solo per affetto e amore. Stendiamo un pietoso velo sulla prestazione di alcuni singoli (lo sciagurato Essien, l’evanescente El Shaarawy, il penoso Menez, eccetera), ma ci sarebbe molto da dire anche sull’intero collettivo che mai è riuscito a prendere in mano con decisione le redini dell’incontro, attaccando con poco discernimento al punto da lasciare  brecce – Porta Pia è solo un buco inutile – atroci verso la porta di Diego Lopez.
E dire che i rossoneri erano partito bene, in pompa magna col il gol dopo meno di dieci minuti di Poli che raccoglieva un difettoso intervento di Consigli su conclusione di El Shaarawy. Ma quella rete era, stranamente per i rossoneri, l’inizio della fine. Il Sassuolo cominciava a macinare gioco, si riversava sempre più spesso nella trequarti milanista con ripartente micidiali contro le quali nulla potevano Alex e compagni. Così prima Sansone nel primo tempo e poi Zaza nella ripresa ribaltavano il risultato portandosi a casa tre punti importanti e di grande impatto emotivo. No, così non va caro Milan, con questa squadra non si va da nessuna parte, vero Presidente… Inutile inventarsi storie o credere alle favole. Questo Milan è un’accozzaglia di inutili pedatori (a parte poche, anzi rare, eccezioni); e i fischi del popolo rossonero che a termine gara hanno accompagnato nel tunnel i “ragazzi”, hanno uno strano sapore, quello di una rendicontazione che non ammette deroghe. Cerci o no…!

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