Milan: L’obiettivo è una onesta Europa League

MR_Bertone

Un’altra occasione sprecata. Non c’è niente da fare, ogni volta che il terzo posto sembra a portata di mano questo Milan finisce per “steccare”.

Scivolone pesante quello dell’Epifania, non tanto per la classifica (il campionato è ancora troppo lungo per guardarla davvero) quanto per il messaggio che lascia in dote. Il problema non è solo tecnico, bensì mentale e sulla testa, si sa, è molto più difficile lavorare. Facile oggi puntare il dito su Essien, De Sciglio o El Shaarawy, ma onestamente non è che i giocatori in questione siano improvvisamente diventati troppo scarsi per giocare in Serie A. E’ la maglia del Milan che pesa troppo: giocassero nel Genoa o nella Sampdoria (con tutto il rispetto del caso, ci mancherebbe!) avrebbero un rendimento ben diverso. Non può essere un caso che, alla 17° giornata, i rossoneri abbiano raccolto 3 sconfitte delle 4 totali in quel di San Siro. Passi quella con la Juve, ma perdere con Palermo e Sassuolo non è da grande squadra. L’equivoco di base è proprio questo: noi tutti (me compreso) continuiamo a farci ingannare da quella maglia a strisce verticali rossonere, che ci fa venire in mente vittorie in Italia, in Europa e nel Mondo. La realtà odierna però è ben diversa perché questa squadra non è scarsa, solo inadeguata ai paragoni del passato. Ad oggi ci sta scivolare sulle trappole del campionato, non fosse così l’obiettivo non sarebbe quel terzo posto peraltro difficilissimo da centrare. In molti mi chiedono se una mano potrà arrivare dal mercato, io rispondo “nì”. E’ indiscutibile che uno come Cerci non possa che aumentare il tasso tecnico, però questo Milan, come ripeto ormai dalla scorsa estate, pecca soprattutto in mezzo al campo. Addebitare all’assenza di De Jong il disastro di martedì dice tutto: l’olandese è un guerriero, non un ingegnere e contro il Sassuolo sarebbero serviti piedi fini e menti argute, non polmoni (non solo almeno). Galliani e Inzaghi lo sanno bene e alla prima occasione interverranno. La sensazione però è che a gennaio non ci sia nessun profilo ideale sul mercato, non alle condizioni della società. Bisognerà aspettare l’estate, allora sì che un paio di interventi mirati (magari aiutati dalla cessione di un El Shaarawy sempre più deludente) potrebbero portare la squadra a quel salto di qualità tanto atteso. Per ora accontentiamoci di quello che abbiamo: un buon gruppo che, a meno di clamorose accelerate, potrà aspirare a un’onesta Europa League. Storcete il naso lo so (d’altronde, mentre scrivo, lo faccio anch’io) ma questa è la realtà. Prima lo capiremo e meglio sarà per tutti, forse anche per i giocatori.

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