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EDITORIALE DEL GIORNO
Milan: i progressi sono evidenti, lo dicono i numeri
I progressi sono evidenti. Lento ma inesorabile, il Milan di Clarence Seedorf cresce settimana dopo settimana, partita dopo partita, giorno dopo giorno.
Lo dicono i numeri (13 punti raccolti sui 18 a disposizione) ma non solo: il dato più evidente, in questo mese abbondante di regno olandese, arriva sul piano fisico. Dopo gli stenti iniziali la squadra ha ricominciato a correre e ora la tenuta complessiva è decisamente migliore. Certo, i 90 minuti d’intensità non ci sono ancora, ma tutto lascia pensare che arriveranno per l’11 marzo, il giorno de La partita. C’è da essere ottimisti amici rossoneri, anche considerando il pessimo momento dell’Atletico Madrid: con queste premesse il colpaccio, pur se difficile, si può fare. Prima però ci saranno due partite importanti di campionato, più per il morale che per la classifica (chi scrive non ritiene, al pari di Galliani, molto stuzzicante l’obiettivo Europa League), possibilmente da non sbagliare.
Non tanto sotto il profilo del risultato, quanto da quelli tattici e mentali. Affrontare la Juve fiaccata dalle fatiche europee può essere un bel vantaggio, così come ritrovare quell’Udinese che, all’alba del progetto, fece vacillare più di una convinzione. Mi aspetto un Milan corto e compatto, sulla falsa riga di quanto visto contro l’Atletico e, soprattutto, a Genova. Una fase difensiva migliore non vuol dire meno spettacolo, anzi. Significa correre meno e meglio, dunque durare di più, significa aumentare lo spirito di squadra, quella garra poco olandese ma molto utile, quasi indispensabile, specialmente ora che i piedi non sono esattamente sopraffini. Al di là delle dichiarazioni di facciata, Clarence lo ha capito e ora ha imboccato una strada che potrebbe davvero regalare delle soddisfazioni. Là davanti infatti il Milan ha finalmente trovato un esterno degno di tale nome: Adel Taarabt. Curiosa la storia di questo talento marocchino, arrivato in sordina grazie alla segnalazione di Flavio Briatore.
Parcheggiato in prestito dal QPR al Fulham, Taarabt sembra aver trovato il suo calcio ideale in Italia. Più tatticismo ma meno ritmo, il che favorisce i giocatori di talento con poca propensione a corsa e sacrificio. Assieme a Balotelli il ragazzo può fare grandi cose, e non solo in chiave futura. La rotta verso la discesa è stata finalmente trovata, ora non resta che seguirla. Senza avventurarsi in pericolosi fuoripista.
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