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EDITORIALE DEL GIORNO
Milan: riagganciare il terzo posto
La settimana nelle rispettive nazionali restituisce giocatori che hanno staccato un po’ dalle tensioni del campionato, prima del rush finale.
Trovando un diverso approccio, altri metodi di lavoro e incontrando qualche amico per scambiare opinioni ed esperienze nella propria lingua può aver liberato la testa quasi fosse una vacanza, in particolare per chi, come i rossoneri, venivano da una delusione come quella del derby.
Piatek e Calhanoglu ad esempio hanno fatto bene, segnando entrambi. Ha segnato anche Lucas Paquetà con sulle spalle una maglia iconica, la numero 10 del Brasile, libera per il forfait di Neymar. Grande emozione naturalmente e immediati, e forse un po’ acerbi, paragoni a storici campioni brasiliani. Il ragazzo si farà anche se ha – come cantava De Gregori- le spalle strette. Ma è bravo attento e ha grande spirito di sacrificio e voglia di apprendimento. Serio e tranquillo ubbidisce ai dettami del tecnico, o in questo caso del c.t. Tite che nonostante il numero da trequartista l’ha schierato mezzala, anche lui, come Gattuso. E qui si apre il dibattito tra chi vorrebbe il giovane brasiliano un po’ più avanzato e libero da impegni di marcatura. Naturalmente non è solo la disposizione in campo ma anche l’atteggiamento e la compattezza della squadra che portano una mezzala ad agire o interagire con un trequartista e con le punte. Altrimenti Rivera non avrebbe giocato con Benetti, Ancelotti con Donadoni, Savicevic con Boban e ancora Donadoni. Per non parlare poi della splendida pazzia quando si potevano ammirare nella stessa formazione tutti assieme Pirlo Rui Costa Seedorf e Kakà con Sheva e Inzaghi di punta. Se il Milan riuscirà a tenersi compatto e alzare il baricentro spingendo e attaccando, Paquetà si troverà a ridosso della, o delle, punte e ci sarà solo da lavorare per l’intesa con Suso e Calhanoglu, e chissà, con Cutrone e Piatek assieme. Oggi a mio parere è impossibile pensare a un giocatore che non aiuti la manovra difensiva. In particolare mi pare che il dinamismo e le prerogative del brasiliano siano quelle di partire da lontano sfruttando spazi e offrendo giocate in velocità. Lasciamogli il tempo per imparare qualche malizia del calcio europeo e nostrano in particolare, aspettiamo che cresca un po’ d’esperienza e vedrete che sarà lui, a breve, a ritagliarsi il posto giusto in campo: lo farà nel Milan e anche nella nazionale verde-oro, con o senza Neymar col numero dieci o con qualche altro numero, ma come titolare.
Tornado al campionato, bisogna recuperare la fiducia che era cresciuta con le ultime vittorie, anche se con prestazioni non esaltanti, ma che la improvvida sconfitta nel derby ha un po’ sminuito. Ci si ritrova ancora una volta a temere qualsiasi avversario presenti il calendario. Così non dev’essere. La prossima giornata offre due scontri diretti, che interessano il Milan e i milanisti, come Roma Napoli e Inter Lazio che possono frenarsi a vicenda nella corsa Champions. I rossoneri invece saranno a Marassi ad affrontare la Sampdoria di Gianpaolo che gioca bene, ma non è stato fortunata con le milanesi fin ora. Un sussulto d’orgoglio potrebbe tenere lontani gli inseguitori e forse ristabilire le posizioni pre-derby. Credere in se stessi deve essere il migliore degli antidoti, reagendo, come nel secondo tempo con i nerazzurri, sfiorando il pareggio anche grazie a Suso che ha creato i maggiori pericoli. Lo spagnolo appare un problema oggi, ma ci aspetta da lui una reazione d’orgoglio magari a cominciare da sabato visto il feeling con i gol alle squadre di Genova. Un sussulto di orgoglio che deve coinvolgere tutti per riassaporare il terzo posto, così futile ma così significativo.
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