Milan: sta tornado il sereno?

Fabio Conte

Che bello ogni tanto passare un week end tranquillo. Una domenica mattina soleggiata e serena ha salutato i milanisti che in casa, al bar per un caffè, all’edicola per la “Rosea”, dispensavano sorrisi e convinti “buon giorno”.

Si ha voglia a dire che non dovrebbe essere così, ma chi vive di pane e calcio giocoforza rispecchia sbalzi umorali conseguenti ai risultati della propria squadra. E chi segue il Milan da qualche anno, mica sempre passa dei bei fine settimana. Così è meglio godersi spensierati questa vittoria senza fare troppo le pulci. Però qualcosa bisognerà pur dire per come sia arrivata questa prestazione solo una settimana dopo la sconfitta con la Juve, figlia tra l’altro di una bruttissima partita per entrambe. Certamente una grossa mano l’han data gli avversari: la Sampdoria dall’inizio stagione ha mostrato grandi difficoltà in trasferta e Montella, alla ricerca del suo calcio e della sua filosofia ben diversa da quella del predecessore Zenga, sembra avere ancora molto da lavorare. I Doriani sono apparsi sfilacciati e confusi e la concentrazione dei rossoneri ha avuto gioco facile soprattutto a centrocampo. Da lì partono sempre le buone prestazioni e le distanze del reparto centrale garantite col 4-4-2, lo rendono denso e compatto. Le due punte hanno dimostrato una discreta intesa considerando ch’era praticamente la prima volta che bazzicavano l’aree avversarie assieme, e hanno sfruttato gli inserimenti degli esterni Bonaventura e Cerci che partendo da dietro hanno avuto più spazio a disposizione per esaltare le loro doti, tattiche e tecniche per Jack, di velocità e buoni colpi per l’ex torinista. Così s’è vista una bella partita, con buone giocate  che han scaldato il non numerosissimo pubblico di San Siro. Adesso bisogna continuare, sfruttando i motivi che hanno fin qui portato le prossime tre avversarie ad occupare gli ultimi posti della classifica, ricordando però che a prenderle sottogamba, soprattutto nel ritmo e nell’intensità, significherebbe esporsi a inaspettate brutte figure. Il Carpi in particolare, reduce da una grande prestazione col Genoa in un campo difficile e ostico per tutti, ha dimostrato di cominciare a capire la massima serie e di aver perduto quella sudditanza che l’aveva in qualche occasione frenato al di là dei meriti. Si cercano continuità di risultati e di prestazioni almeno fino a Natale.

Ed ecco arrivare la coppa Italia, o come bisogna chiamarla adesso Tim Cup, a chiarire la differenza tra risultati e prestazioni. Risvegliarsi in un soleggiato mercoledì di dicembre e domandarsi perché diavolo non nevichi è un segnale che, oltre ai problemi climatici discussi a Parigi,  la bonomia di qualche giorno fa già gira alla larga. Che la partita fosse ostica l’avevano pensato in molti. Che ci fosse tanto da perdere l’aveva detto anche il Mister. Al ritmo imposto dai calabri inizialmente, il Milan ha risposto discretamente pur con la formazione ampiamente rimaneggiata, che dava spazio alle seconde linee. Il gol di Luiz Adriano, all’inizio del secondo tempo, sembrava chiudere i giochi ma i rossoneri continuavano a quel punto compassati, fino a che una delle diverse chance create dai rossoblù calabresi trovava gloria nel gol di Budimir. La curva rossonera ne aveva abbastanza, e alla fine dei tempi regolamentari lasciava gli spalti. Entrando però un paio di titolari e ritornando al “magico” 4-4-2, ecco che la qualificazione ritornava in linea e grazie al gol di Bonaventura su punizione ed al tap-in di Niang su comodo assist di Montolivo la qualificazione si concretizzava seppur ai supplementari.

Un paio di considerazioni. Il Milan, questo Milan ha un numero limitato di campioni e i  giocatori di rincalzo devono essere al massimo per rendere bene. Ciò significa che le prestazioni sono spesso figlie della qualità di alcuni con poche, pochissime possibilità di cambiamento e di turn-over soprattutto nei reparti nevralgici di centrocampo e difesa. Il modulo aiuta ma i campioni, come s’è visto ieri sera, fanno sì che il modulo funzioni. Da considerare poi, per i tifosi in generale, per quelli della curva in particolare, che al netto dalle ultime stagioni  deficitarie che dolgono come un nervo scoperto, una partita della Coppa nazionale dove la piccola fa vedere sorci verdi, anche più verdi di quelli visti dal Milan ieri sera, fa esaltare il movimento calcistico di altre realtà, lodandole per la genuinità mantenuta: fosse stata la coppa d’Inghilterra staremo parlando della vivacità del calcio Britannico.  Siamo sicuri che sia tutto sbagliato compreso la valutazione dei rincalzi in una partita vera, o l’atteggiamento della squadra tutta,  nelle difficoltà? Animo, la finale è l’obbiettivo di Coppa Italia e il turno è superato, un buon piazzamento il traguardo nel campionato ancora possibile anzi vicino, il terzo posto il sogno. Con una rosa ricca di giovani, alcuni molto giovani si è destinati a crescere, pur con qualche scivolone. Trovare chi possa puntellare la rosa nel prossimo mercato sarà imprescindibile dovere della società, ma cercando di rimanere nella linea futuribile. Fa freddo ma c’è il sole, è una bella giornata: siamo positivi il bello, il più bello arriverà.

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