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Disinformazione

E ora tutti sul carro di Seedorf. Ora che Allegri sembra essere un lontano ricordo con i suoi 22 punti in 19 partite contro i 20 già ottenuti da Clarence, ora che si è vinto convincendo a Verona e Firenze i giornali sono tornati in pompa magna ad incensare l’allenatore. E’ proprio sull’accerchiamento mediatico che sta vivendo il Milan – e che continua a vivere da ormai un anno – che voglio incentrare il mio intervento di oggi: il dossier Seedorf, quello delle uova strapazzate, nasce da lontano, nasce dalla scorsa stagione in cui gli stessi media sono riusciti a convincere l’opinione pubblica sul fatto che la nostra Champions League è stata conquistata a suon di rigori, sono riusciti a farlo dimenticando i numeri, dimenticando cosa successe nello scontro diretto, mettendo sotto il tappeto i favori alla Fiorentina (vedi gol irregolari con Chievo e Genoa la scorsa stagione) e passando le serate a riscrivere le regole della geometria per dimostrare che Andre Dias poteva arrivare sul pallone in una vittoria nitida contro la Lazio.

E’ forse questa malafede? Non so, però, se si va a vedere tra gli azionisti di maggioranza del maggior quotidiano sportivo italiano troviamo – casualmente – proprio Della Valle. C’è comunque molto, molto di più dei meri interessi di palazzo. Sono andato a rivedermi due articoli sempre dello stesso, arcinoto, quotidiano sulla vicenda Seedorf: il primo è quello, famoso, sul dossier che lo accusa mentre il secondo è stato postato 20 giorni prima e incensava proprio la rivoluzione dell’olandese. Non solo alcuni punti degli articoli sono esattamente gli stessi – in un caso merito, nell’altro accusa – ma addirittura l’articolo è a firma del medesimo giornalista. Un caso, forse, di schizofrenia.

La realtà è forse molto, molto, più semplice: noi italiani siamo un popolo di pigri e stupidi creduloni. Esulando un attimo dal calcio, mi basti pensare a quanta gente vedo condividere notizie false sui social network su siti che nemmeno sono testate giornalistiche, senza una minima verifica della fonte. Le bufale girano perché le bufale piacciono e la teoria del complotto è sempre valida. E’ così, facile, facilissimo, applicandolo alla nostra situazione inventarsi in maniera patetica un presunto obbligo di riscatto per Taaraabt per giustificarne l’esclusione per scelta tecnica. E’ così facile, facilissimo, vedere siti che pontificano sul Milan e sulla situazione dichiarando di non aver nemmeno visto la partita! Orwell sarebbe fiero di vedere così applicato il suo bipensiero esposto in 1984 – ormai alcune piattaforme hanno perso totalmente il contatto con la realtà e ne raccontano un’altra più comoda a loro e ai loro lettori.

Perché questo? Vendite, visite, like – mettetela come volete: l’informazione odierna è totalmente prostituita al lettore. Basti pensare allo scempio a cui assistiamo in TV ogni volta che gioca la Juventus, alle campagne di marketing per Pirlo e Pogba (qualcuno crede veramente che un centrocampista che finora con le big è sparito quasi sempre valga 70 milioni? Più di Cavani?), a come è stato distrutto Mario Balotelli – primo cannoniere del Milan con una media gol molto simile a quella di Zlatan Ibrahimovic con la medesima maglia. Quando sento queste assurdità e castronerie penso sempre all’intervista di Federico Buffa sul Sole 24 Ore, messo in guardia sulle “quote” di Sky Sport e su cosa dire (e non dire) a Sky Calcio Show. C’è infine poi il modello peggiore, il sensazionalismo, realizzato più che altro su siti minori che pubblicano le inutilità più banali per ottenere qualche click in più. Qualche esempio? “Balotelli convocato con la padania!” poi si clicca e si scopre che è il fratello, “Visto cosa è successo nel riscaldamento?“, si clicca e si scopre che Balotelli è inciampato e Pazzini ha esultato – notizie inutili che fanno il paio con quelle fuorvianti ricche di titoli incompleti tipo “Milan su un centrocampista del Tottenham” per poi scoprire che, magari, è la voce di un quotidiano inglese sulla riserva della squadra riserve.

Assistiamo quindi tutti i giorni ad una informazione filtrata, manipolata, ribaltata, banalizzata in virtù del dio denaro – una sconfitta per quello che dovrebbe essere il concetto di informazione. Assistiamo a piattaforme che invece di comunicare “le cose come stannodicono di farlo ma in realtà seguono una precisa linea editoriale traendo in inganno il consumatore, non ultimo esempio l’assurda battaglia contro Clarence Seedorf. Guardatevi tutti quanti negli occhi e pensate che a tenere in vita questa gente siete proprio voi, dai vostri semplici click ai vostri soldi spesi in edicola. Il mio consiglio è tanto semplice quanto banale: smettetela di comprare i giornali di chi fa disinformazione scientifica, smettetela di dare il vostro click e le vostre visite a chi pubblica notizie anche quando Balotelli va in bagno e, soprattutto, smettetela di visitare chi continua a pontificare dichiarando deliberatamente di non vedere le partite. Perché, in primo luogo, parlare di sport senza vedere l’evento denota prima di tutto scarsa professionalità e in secondo luogo, denota un forte pregiudizio alla base: se scrivo di qualcosa senza averla vista è perché so già cosa scrivere – se so già cosa scrivere su un evento prima di averlo visto allora sono in malafede.

Non so voi, ma da esterno – essendo fortunatamente ingegnere e non giornalista – questa situazione che, probabilmente, ci meritiamo vista la dabbenaggine della maggioranza dei lettori, mi fa profondamente ribrezzo. Fortunato, sì, perché io a differenza vostra, cari signori giornalai, non ho pubblico da mantenere – scrivo per passione, non per denaro e preferisco avere il seguito anche di una sola persona cosciente piuttosto che essere di un migliaio di capre ammaestrate. Sappiamo tutti che la situazione è critica – inventarsi complotti e sfogare la propria rabbia su accuse più o meno infondate e inventate, però, non risolverà nulla – il mio invito è quindi per la prossima volta che vi troverete di fronte ad un evento di questo tipo è di utilizzare la ragione e non il cuore, la rabbia – il vostro click mancato, il vostro giornale non comprato è forse solamente un atto insignificante per voi – ma è un atto che se fatto da tutti può contribuire al risanamento di una informazione sempre più marcia ed orientata.

Diavolo 1990 – Rossonerosemper.com

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