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EDITORIALE DEL GIORNO
120 Milan: Buon Natale! È tempo di scelte dolorose
Tutti si aspettano, sotto l’albero di Natale, un bel regalo da parte della dirigenza del Milan. Zlatan Ibrahimovic è il sogno di una fetta di tifosi, un’altra è già stufa di questo prendere tempo da parte del gigante svedese e sognerebbe il colpo Erling Haaland.
Quest’ultimo rispecchierebbe in tutto e per tutto il diktat della presidenza: giovane, forte e futuribile. Operazione impossibile? Impossibile non esiste, ma possiamo dire che è molto difficile. Haaland è una delle stelle nascenti del calcio europeo e sta incantando a suon di gol (28) e assist (7) in sole 22 presenze. Numeri da urlo! Numeri che scomodano tutti i top club del mondo. Quindi, mi duole dirlo, il Milan in questo momento non ha l’appeal della Champions League per convincere un giocatore in rampa di lancio. Esiste un modo per convincerlo? Certo che esiste e si chiama Euro! Una bella montagna di Euro che possano destabilizzare il Salisburgo (club molto ricco) e lo stesso attaccante.
Dall’altra parte i tifosi rossoneri vorrebbero delle certezze, ma come ben sappiamo nel calciomercato non esistono. Ovvio, in questa giovane squadra un po’ di esperienza non guasterebbe di certo, ma è anche vero che i pezzi da novanta difficilmente si muoveranno a gennaio. Mario Mandzukic? Avesse venticinque o ventisei anni sarebbe il giocatore ideale, ma visto e considerato che è prossimo ai trentaquattro anni e che è dotato di un fisico estremamente imponente e non gioca una partita ufficiale da giugno, c’è il serio rischio che entri in forma a aprile. Fatta anche questa considerazione il gigante croato è da scartare a prescindere. A questo punto cosa rimane?
Non so di preciso quale giocatore è veramente acquistabile e faccia fare un salto di qualità a questo povero Milan, ma non è mai stata presa in considerazione un’ipotesi, quella del cambiamento. Cambiare vuol dire anche rischiare. Perché bisogna essere fossilizzati con il solito 433? È un ottimo schema se sugli esterni hai Messi, Neymar, Salah, Manè, Bale, Douglas Costa o giocatori di questo livello, ma se puoi schierare solamente Suso e Calhanoglu la via della vittoria è sempre più una chimera. Il giocatore spagnolo, in 14 presenze stagionali, ha collezionato un gol e un solo assist, mentre il calciatore turco ha collezionato 15 presente, 2 gol e un solo assist. È comprensibile che non sono numeri per adattare altri 8 giocatori di movimento ad un preciso schema. Poi diciamocelo chiaramente, il 433 viene impiegato per la presenza del solo Suso.
Lo so, ora molti si chiederanno, perché tutti gli ultimi allenatori passati da Milanello non hanno rinunciato a Suso? È una domanda che mi sono fatto spesso anch’io, ma dopo diverso tempo mi sono dato una risposta. Lo spagnolo è un giocatore che ti incanta, ti da la speranza che prima o poi possa giocare ai livelli di eccellenza, ma la realtà è che è solamente fumo negli occhi. Lui nei novanta minuti ha un rendimento decisamente basso, a tratti anche stucchevole, poi, una volta ogni 5 o 6 partite, azzecca la giocata. Se avessimo a disposizione un diagramma delle partite di Suso, noteremo che ci sarebbe un riga piatta e ogni tanto un picco alto. È proprio quel picco che condiziona le scelte dell’allenatore che umanamente si aspetta la maturazione del calciatore e di conseguenza un ragazzo che possa fornire più spunti durante una partita. Purtroppo questo non accadrà mai nell’arco di una stagione intera. Allora perché non lasciarlo fuori? Perché un Mister lasciandolo fuori ha sempre la sensazione che possa essere la mossa sbagliata, magari è proprio quella la partita in cui lui farà la grande giocata e quindi non se la sente di rischiare. Non c’è soluzione, bisogna avere il coraggio di lasciarlo fuori e cambiare. Ormai sono troppi i centravanti che sono stati annientati dal suo modo di giocare. L’elenco è troppo lungo e stucchevole e se lo facessimo noteremo che l’unico che non ha fallito è stato Carlos Bacca e guarda caso proprio nell’anno in cui lo spagnolo era in prestito al Genoa di Gasperini. Non voglio dire che a Milanello negli ultimi anni siano passati Van Basten e Shevchenko, ma sicuramente non erano nemmeno giocatori che faticavano ad arrivare alla doppia cifra.
Come giocherei? Io schiererei il Milan con il 352. Donnarumma, Caldara (Todibo?) Musacchio, Romagnoli, Conti, Kessie, Bennacer, Paquetà (Bonaventura), Theo Hernadez, Piatek e Leao (Ibrahimovic?). Un piccolo grande cambiamento.
Ora non ci rimane che fare un augurio di buon Natale e anniversario al nostro caro vecchio Milan. Che siano altri 120 anni di successi e che la tua leggenda continui ad essere tramandata anche grazie ai nuovi successi che verranno.
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