Category Archives: VOCE DEI BLOG

Tra Inzaghi, Tassotti, Brocchi e il Thailandese

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Inzaghi resta? Inzaghi va? Inzaghi resta. Come è sempre accaduto in queste occasioni l’ultima parola spetta ad Arcore e l’ultima parola ha voluto concedere un’altra settimana all’allenatore del Milan. Tanti retroscena per questa ipotesi: dal rifiuto di Brocchi e Tassotti all’impossibilità di prendere un traghettatore per non avere un altro stipendio sul groppone oltre a quello di Seedorf. Ecco, parlando proprio dell’olandese il fatto che ancora non sia stato richiamato alla guida del Milan è la miglior conferma del fatto che è stato allontanato da Milanello per gravi incomprensioni con la presidenza e non per capricci dell’AD come è stato fatto passare per un’estate. La certezza è che la famiglia Berlusconi sa quanto sia impopolare questa riconferma tra i tifosi, lo sa perché come sempre si è barricata dietro la figura del parafulmine delegato – e così tutte le notizie di giornata “Galliani ha detto a Berlusconi di esonerare Inzaghi, si cerca il sostituto” dopo la conferma sono improvvisamente diventate “Galliani ha convinto Berlusconi a tenere Inzaghi“. Un film già visto troppe volte per essere credibile.

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Il falso mito del monte ingaggi

Chievo Verona  - Juventus

Una delle cose più insensate fatte girare in questi anni da un certo tipo di stampa ed un certo tipo di tifosi che pur di affondare con questa proprietà e a difenderla sono disposti anche a negare l’olocausto è certamente quella del monte ingaggi. Quante ne abbiamo sentite in questi anni? Dai confronti con realtà minori della serie A a puntelli su qualche ingaggio troppo alto ne abbiamo sentite di tutti i colori. E’ quindi il caso di fare il punto con quella che è, una volta per tutte, la realtà dei fatti. Presentiamo, prima di tutto, i conti reali – ovvero quelli andati nel bilancio dell’AC Milan, sezione Conto Economico sotto la voce “Salari e stipendi”. E’ chiaro che in questa voce non ci sono solamente i calciatori ma tutti i dipendenti dell’AC Milan ma, poiché guardiamo comunque quella che è la differenza, il loro costo non è comunque la parte principale. I costi sono riferiti, inoltre, non alla stagione sportiva ma all’intero anno solare poiché il bilancio del Milan a differenza di quello delle altre squadre di calcio si chiude al 31/12 di ogni annata. Tutti i valori in tabella sono in milioni di Euro.

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E’ colpa di Montolivo

z_Montolivo_Inzaghi

Minuto 15 circa di Milan – Cesena. Pallaccia di Menez a Montolivo che prova a tenerla in campo – non riuscendoci. Fischi di San Siro e social network impazziti ad insultare il capitano del Milan reo di non aver controllato un pallone impossibile da tenere in campo. E’ ormai lo specchio di una insofferenza e forse anche di una prevenzione priva di ogni fondamento verso uno dei pochi campioni della rosa rossonera. E’ ormai lo specchio di un degrado inaccettabile e di una caduta di stile del tifo che ha evidenziato lo stesso Gullit nell’assenza del supporto dei tifosi allo stadio. E’ un problema inaccettabile che si siano formati due gruppi di giocatori – il primo, capeggiato quasi senza dubbio da El Sharaawy – a cui tutto viene concesso e perdonato, notti in discoteca dopo le sconfitte comprese, il secondo, che comprende anche Bonera, che viene fischiato al primo pallone perso.

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Basta compromessi

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Non ne posso più. E stavolta per davvero. Lo scempio andato in scena nel secondo tempo di Milan-Empoli è la classica goccia che fa traboccare il vaso. Mi sono guardato indietro e ho pensato a come siamo arrivati a questo punto e mi si sono aperti gli occhi sui peccati originali di questa gestione. Mi si sono aperti gli occhi dopo aver visto questo articolo di Wired che finalmente mette a nudo tutti i numeri della gestione – e quelli del bilancio sono impietosi: dal 2005 ad oggi il saldo del passivo recita -5,8 milioni. Troppo poco, troppi mancati investimenti soprattutto se comparate ad altre realtà italiane in questi anni (senza scomodare l’Inter). Si è sempre fatto notare solamente il passivo per giustificare gli investimenti di Fininvest, mai l’attivo ovvero quei soldi che la stessa Fininvest si è sempre intascata: da 10 anni il Milan a Fininvest non costa praticamente nulla – stiamo parlando, di fatto, di 580.000 euro l’anno di investimento per una società che nel 2012 ha fatturato 8 miliardi. Evidente, quindi, che per Fininvest il Milan sia solo un fastidio.

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Il mercato non è il problema (e nemmeno la soluzione)

calciomercato_gennaio_2015_tabellone_acquisti_cessioni

Questa volta il voto al mercato non lo do. E non perché lo ritenga pessimo e nemmeno perché pensi di aver sbagliato a darlo agli ultimi due. Il mercato è ottimo, così come lo era lo scorso estivo e lo era anche quello di un anno fa. Eppure la posizione in classifica non è cambiata di una virgola. Credo che i tifosi durante il mercato si siano messi a pensare troppo ai giocatori e poco alla sostanza dimenticando il fondamentale: il problema del Milan non è nell’organico. Il problema del Milan è uscire da 3 anni e mezzo di un non-calcio Allegriano e da uno spogliatoio spaccato in almeno due fazioni. In questo senso il mercato di riparazione sta fornendo una risposta importante al dualismo Italiani vs Stranieri acquistando quasi esclusivamente giocatori dal passaporto azzurro – e non solo in funzione della riforma delle rose di Carlo Tavecchio che vedrà applicate le stesse regole delle Liste UEFA anche alla serie A durante la prossima stagione.

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Cartellini, ingaggi ed ammortamenti: facciamo chiarezza

bilancio

Vorrei spendere questo pomeriggio e questo spazio che mi è dedicato a mettere i puntini sulle i su una questione abbastanza spinosa, ovvero quella dei cartellini e degli ingaggi. Nella mia formazione, puramente ingegneristica, ho avuto la fortuna di fare un corso di economia aziendale, peraltro superato in maniera brillante, che mi ha aiutato molto nel capire le questioni di bilancio. Cercherò quindi di spiegarle anche a voi per fare chiarezza su un punto molto spinoso, quello del confronto tra cartellini e parametri zero.

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Pippo, ora o mai più

ACM_Inzaghi

La crisi di un Milan sulle gambe, senza idee e senza cattiveria continua inesorabile, senza segni di miglioramento. Qualcosa si era visto in coppa, ma non è bastato. Uno sprazzo di luce contro tre partite pessime è veramente troppo poco per poter pensare soltanto ad un male passeggero. Inzaghi, ahimè, sembra abbia perso le redini della situazione, e le conseguenze si vedono eccome.

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Puntare sui giovani: un’idea mai vincente, simbolo di crisi e decadenza

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Da quando il calcio italiano è uscito dal giro che conta, vale a dire dal post-Atene, ogni estate, ogni trasmissione di mercato e ad ogni acquisto Under 23 che arriva in Italia ci tocca sentire tutte le volte le stesse manfrine, le stesse litanie e la stessa retorica sui progetti giovani. La cosa si è manifestata anche nella nostra tifoseria dopo un ottavo posto e la conseguente rifondazione della rosa partendo dagli esperti da Football Manager ad indicare nomi più o meno improbabili (di cui rinfacceranno, ovviamente, solo quello preso su 50 sbagliati) per sostituire gente ben più forte e ben più quotata per arrivare alla divinizzazione di Cristante dopo la sua cessione al Benfica (dove, ad oggi, scalda la tribuna).

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Le pagelle di metà stagione 2014/15

ACM_Inzaghi

Come sempre facciamo su Rossonerosemper ecco qua, anche per quest’anno e per la prima volta anche su Milanorossonera, le nostre e le vostre pagelle di metà stagione. Per chi leggesse le pagelle per la prima volta, i voti vengono inseriti secondo la formula media e varianza. Maggiore varianza indica una distribuzione maggiore dei vostri voti (ad esempio, 5, 6, 7 ha una varianza minore di 3, 6, 9). Il 90% dei voti ricade nell’intervallo (media-varianza; media+varianza). In caso più di metà abbia indicato s.v., il voto dei lettori è s.v.

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Da solo sul carro di Pippo

AC Milan v Bologna FC - Juvenile Match

Tanta fiducia alla fine è stata ripagata. La partita col Napoli è più di una vittoria perché non battevamo una tra partenopei, Juve e Roma, di fatto le prime tre del campionato, dal famoso episodio dell’ascella di Isla. E’ una vittoria importante e pesante sul piano psicologico di una squadra che nonostante è stata scaricata prima dalla stampa e poi dall’ambiente (35mila tifosi, molti dei quali napoletani, sono un’indecenza per un Milan-Napoli a San Siro) – vittoria che forse non stupisce (si erano già visti segni positivi con l’Udinese) ma sicuramente ci rilancia e rilancia Pippo Inzaghi promosso nella sua prima vittoria in una grande partita. Da qua alla maturazione completa ne passerà di acqua sotto i ponti ma sono fermamente convinto che Pippo Inzaghi vada aspettato e che diventerà un grande allenatore perché ha tutti i requisiti per farlo.

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Quando il saggio indica la partita, lo stolto guarda Bonera

Bonera

Ci sono tanti, tantissimi motivi per cui si è perso a Genova. Ma al tifoso, specie quello da tastiera, piace prendersela con i giocatori spesso oggetto di pregiudizio. Ed uno di questi non può essere che Daniele Bonera. E’ facile, facilissimo, dare la colpa al numero 25 visto che è lui a perdersi la marcatura sul corner da cui nasce il gol del vantaggio genoano. Ma è veramente quello il problema? Ovviamente no. Come ho già scritto in sede di postpartita e ribadirò fino alla morte – se il tuo avversario va a battere nove calci d’angolo in 31 minuti è quasi fisiologico che prima o poi un errore scappi. Incolpare Bonera della sconfitta è da superficiali e – forse – anche un po’ da vigliacchi. Bonera è colpevole sul gol – vero – ma ne ha salvati due, prima con una chiusura su Matri (ancora sullo 0-0) e poi, verso la fine del primo tempo, con un salvataggio sulla linea dopo uno svarione di Armero. A questo aggiungiamo quattro evidenti errori sottoporta: due di Menez, due di Bonaventura: sono forse meno gravi di quello che è costato il gol?

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Separati in casa

AC Milan v Club Atletico de Madrid - UEFA Champions League Round of 16

Domenica riavremo De Jong ma purtroppo perdiamo Essien: lui e Bonera sono molto sottovalutati a San Siro, vorrei rimarcare la loro prova perché alla prima mezza palla sbagliata di Bonera o Essien sentivo dei mugugni. E non è giusto. Se qualcun altro facesse le loro cose verrebbe esaltato, qua i giudizi non si cambiano nemmeno con l’impegno

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