Milan: una sconfitta posticipata

Fabio Conte 2

No al calcio moderno, no alla Pay Tv, cantano in curva. Ok, d’accordo (insomma..), ma qualche volta è utile.

Quando non si può vedere in diretta una partita, poterla registrare e guardarsela con comodo, quando si vuole, è una bella alternativa alla radio. Così domenica, ho cercato di organizzarmi per sopperire agli impegni familiari, avvertendo chi mi contatta di non di non parlare di calcio, evitando notiziari, snobbando i social, per arrivare a sera e vedermi la partita tra Udinese e Milan, ignaro e speranzoso. Ma ecco, quando meno te lo aspetti, l’amico e vicino che t’incontra a partite appena concluse e, prima che potessi fare qualsiasi cenno, sbottare per condividere la delusione e lo scoramento per la sconfitta di Udine. Ma porca miseria (non so se fossero proprio queste le parole che ho usato), non solo non ho potuto godermi la speranza, ho perso l’illusione, e mi si è intristito il pomeriggio! Quando però per cena, accettata la realtà, mi sono apprestato a guardare la partita, l’ho fatto con animo differente dal solito, ovviamente senza aspettative, ma con la mente pronta alla critica e con un inusuale distacco.

Dai primi momenti, l’impressione di un approccio alla gara migliore e di un Milan che avesse voglia di risultato mi ha colpito, ma non emozionato conoscendo la fine. L’Udinese, reduce da una serie negativa, così come i rossoneri d’altronde, aveva voglia di riscatto ma subiva le iniziative dei ragazzi di Montella che macinavano gioco ed occasioni. E subito, l’inserimento in area di Bonaventura, regalava il vantaggio, e dava l’impressione che il Milan potesse (misteriosamente) vincere. Solo una sortita da parte dei bianconeri, una ripartenza ben orchestrata, permetteva alla squadra di Del Neri, di pareggiare con Thereau. Il Milan continuava convinto e convinceva anche me, cancellando i timori di una prova scadente che avesse motivato la sconfitta. Tutto nasceva invece, da un episodio, un brutto fallo non visto, che a detta dei più meritava il rosso da parte di De Paul ai danni di De Sciglio. Lo stesso dieci friulano, sfruttando un’ingenuità gestionale della panchina rossonera, segnava subito dopo, libero, sfruttando la zona di competenza del terzino, uscito azzoppato e non ancora sostituito da Vangioni, né coperto da nessun altro compagno. Un errore da principianti, da merli direi, visto il periodo.

Riassumendo: rammarico, stizza, rabbia, ma ancora credito a questa squadra e all’atteggiamento espresso in campo. Questo momento di crisi, che assomiglia o forse addirittura anticipa i momenti difficili delle ultime stagioni, appare totalmente diverso dalle annate precedenti. Là dove c’erano confusione ed incertezze, quando non si comprendevano motivi e ragioni dei passi falsi, oggi abbiamo invece continuità di gioco, schemi consolidati, giocatori che sembrano avere sempre chiaro come muoversi, al netto naturalmente di qualche errore, fisiologico e comprensibile. Se un paio d’anni fa Bonaventura sembrava essere l’unico che dava l’impressione di saper sempre come leggere correttamente una situazione di gioco, oggi il suo malaugurato infortunio potrebbe, ce lo auguriamo, essere assorbito con sufficiente disinvoltura da soluzioni tattiche, corroborate anche dai nuovi innesti.

C’è stato l’ennesimo mercato condotto da Adriano Galliani a cercar di far nozze coi fichi secchi, l’ultimo, a quanto pare, ancora una volta. Se n’è andato Niang, per problemi che evidentemente esulano dalla semplice scelta tecnica, tant’è che sia Montella che lo stesso Mbaye, han continuato a scambiarsi frasi di stima. Stima che il tecnico ora riverserà, speriamo, su Deulofeu, spagnolo catalano, proveniente dall’Everton e sull’argentino Ocampos dal Genoa. Se quest’ultimo è già avvezzo al nostro campionato, pur non avendo fatto vibrare i cuori, fin ora almeno, il giovane iberico sembra arrivare con maggior credito, da chi conosce il calcio estero, e da chi segue le nazionali giovanili. Entrambi possono giocare sia da esterno che da attaccante partendo da sinistra, offrendo quindi diverse soluzioni al Mister che potrà gestire valide alternative, anche allo sfortunato e fin ora indispensabile Bonaventura, come già detto. Rimane forse un po’ penalizzato il centrocampo, privo dei ricambi che hanno altri settori. La settimana prossima inizierà una serie di partite abbordabili, o decisive contro i “competitor”, senza altri obbiettivi che il miglior piazzamento possibile in campionato. Non ci saranno le scusanti per aver incontrato le migliori, non ci saranno vendette di coppa, ci sarà forse qualche svista arbitrale, a cui d’altra parte i milanisti sono avvezzi e che bisognerà comunque superare. Soprattutto bisognerà tornare a vincere, anche con una certa continuità, per entrare in Europa. Il gioco c’è, la squadra è discreta e mostra volontà. Devono tornare i risultati, anche perché, da qui ad un mese, si entrerà nella bufera del closing, almeno così si dice. Non si andrà mica a finire con Galliani a cercar prestiti (secchi, da restituire, come gli ultimi due) e regalie, anche per il prossimo calcio mercato? Speriamo che la squadra si compatti, e che pensi al campo, che distrazioni e “gelate” possono ancora arrivare.

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