Nuovo stadio, parla l’architetto: “Sarà facilmente raggiungibile e a zero impatto ambientale. Non sarà solo luogo sportivo, ma…”

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Ora che la sessione di calciomercato invernale si è conclusa, il Milan può concentrare le proprie energie sul nuovo obiettivo: lo stadio di proprietà.

Ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, Emilio Faroldiprofessore di Tecnologia dell’Architettura presso il Politecnico di Milano che ha preso parte alla realizzazione dei progetti del nuovo impianto rossonero, ha fornito i primi indizi: “Abbiamo approcciato al progetto sviluppando subito i temi fondamentali di quest’opera: ovvero parliamo della sostenibilità ambientale, del concetto di uno stadio urbano smart che sia facilmente raggiungibile attraverso il trasporto pubblico, e che sia a basso impatto. Uno stadio, inoltre, che s’identifichi più come un edificio, come un pezzo di città, e non come una macchina da business da attivare esclusivamente per l’evento sportivo una volta alla settimana. Il ruolo degli stadi in Europa e nel mondo sta progressivamente cambiando. Gli stadi non sono più pensati solo come un luogo per gli eventi sportivi, seppure aperti tutta la settimana, ma come un pezzo utile a riordinare l’insieme urbano di una città, di un quartiere. Ci siamo dati un obiettivo: quello di non consumare il suolo. Ci troviamo in un’area strategica della città di Milano, nella quale abbiamo immaginato che uno stadio pensato così potesse recuperare e aiutare a risolvere le problematiche urbanistiche del quartiere. E qui nasce l’idea di uno stadio intelligente, a impatto zero. A quali stadi ci siamo ispirati? Soprattutto all’Emirates di Londra, al St. Jakob-Park di Basilea, al nuovo San Mamés di Bilbao, al Neuchatel Xamax Stadium”.

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