Milan: costruire il futuro

ESCLUSIVA MILAN 
Foto LaPresse - Spada
09 ottobre 2019 - Milano   (Italia) 
Sport Calcio 
Casa Milan 
A.C. Milan- Stagione 2019-2020 - Serie A 
Stefano Pioli , nuovo allenatore del Milan  
Nella foto: Massara , Maldini , Pioli , Gazidis , Boban 

EXCLUSIVE MILAN 
Photo LaPresse - Spada
October 09 , 2019 Milan ( Italy ) 
Sport Soccer
A.C. Milan- Season 2019-2020 - Serie A 
Casa Milan 
Stefano Pioli, new A.C. Milan head coach
In the pic: Massara , Maldini , Pioli , Gazidis , Boban

E il Milan? Beh, un po’ meglio dai.. così il tifoso rossonero viene accolto dagli amici e conoscenti, tifosi avversari, che sanno, o fanno finta di comprendere, le difficoltà e le incazzature attraversate in questa ennesima stagione travagliata.

Lontano, ancora lontano, dai traguardi che ci si aspetta per il nome Milan, il tifoso si aggrappa alle piccole grandi certezze che il 2020 sta regalando. Prima su tutte Zlatan Ibrahimovic, che finche avrà voglia di giocare, anche se al rallentatore, a volte da fermo, preservandosi, fa ancora la differenza per il Milan e nel campionato italiano. Però sembra una gioia a termine: non si sa se sia convinto a continuare almeno per un altro anno, e quindi bisogna godersi le giocate e i numeri fino a fine stagione come un regalo. Questo regalo ha permesso, però, di far risaltare dei giocatori che sedevano mesti in panchina fino a dicembre e che sicuramente hanno ora un più ampio orizzonte con la maglia rossonera. Su tutti Ante Rebic, una scommessa che ha consentito di liberarsi dell’evanescente Andrè Silva, portando a casa il pratico, pragmatico e decisivo croato. Puntuali nelle ultime partite i suoi gol, sfruttando gli spazzi creati da Zlatan; sulla fascia sinistra fa coppia con Theo Hernadez rendendo difficilmente contenibili le loro incursioni. A destra Castillejo la riserva, l’eterna riserva di Suso, sta dimostrando che avrebbe meritato più chance anche quando il suo corregionale veniva scelto immancabilmente. Di Suso si diceva che facesse tanti assist, non realizzati però con continuità dalle punte. Samuel dall’inizio anno è entrato, con cross o assist, in quasi tutti i gol dei rossoneri. In più da una grande mano ai terzini destri che si alternano e che, grazie a lui, sembrano meno spaesati. Per ora sbaglia qualche occasione di troppo, ma vedremo. Hakan Calhanoglu detta i tempi, potendo variare finalmente da sinistra e destra e questo lascia spazio o apre varchi a Bennacer o a Kessiè che sta ricominciando a macinare chilometri. Insomma, un po’ meglio, ma soprattutto non è tutto da buttare come sembrava qualche tempo fa, o come dicono in molti dopo una sconfitta. Se si butta tutto, se si ricomincia sempre da capo, non si cresce, non si costruisce.

L’ingegnere, o forse il geometra, di questa costruzione è Stefano Pioli. Col suo fare tranquillo anche negli scivoloni, con la sua esperienza anche quando si tratta di “non rispondere”, di non dare la “notizia”, difende i suoi giocatori e sta creando un gruppo unito, una squadra. E a difesa della squadra, o meglio, del suo geometra è intervenuto con un’entrata alla vecchia maniera, scivolata recupero della palla a reimpostare già l’azione, Paolo Maldini. Non gioca più ma evidentemente i tempi per gli interventi decisi li ha nel sangue, soprattutto quando pensa o teme che il Milan sia attaccato, quando deve ergersi a muro. Il contatto tra l’a.d. Ivan Gazidis e il manager tedesco Ralf Rangnik, ha indispettito i dirigenti Boban e Maldini responsabili dell’area tecnica, che non sono stati consultati. Un’area che con qualche difficoltà sta, come detto, vedendo un po’ di luce, mentre sembra avere molta meno vitalità, eufemismo, il rinnovamento dell’area economico/finanziaria, per carenza di sponsor e senza grandi progetti se non la chimera del nuovo stadio, che coi tempi italiani imprevedibili non è assolutamente una certezza su cui far conto a breve. Si prospetta quindi una lotta interna che, ovviamente, non può far bene al Milan. I tifosi sanno già con chi schierarsi e credo che la proprietà stia giocando col fuoco, rischiando di rompere un giocattolo che sta appena iniziando a funzionare. Trattare una società di calcio come una società, ad esempio, di servizi significa non conoscere le dinamiche e le passioni che sorreggono tutto il sistema calcistico italiano. Trattare una società italiana, la più vincente in Europa, come una società di altri campionati che puntano solo al business spesso indotto da grossi affari immobiliari, aspirando solo a piazzamenti, significa non conoscere le dinamiche del calcio italiano e dell’Italia come sistema. Insomma se si chiamano Maldini e Boban per ricostruire il Milan e poi si cerca una figura tra manager e allenatore per rivoluzionare ancora tutto significa voler ricominciare ancora da capo, senza crescere e costruire. Avere ad ogni nuova stagione una rivoluzione porta macerie e non basi solide.

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