Milan: il Sudoku dei moduli

Fabio Conte

Mentre la nazionale del promesso sposo del Milan – dalle voci degli ultimi calciomercato – Antonio Conte approda all’Europeo di Francia con una partita in anticipo, mister Mihajlovic che più dovrebbe assomigliare al vincente ex juventino almeno per carattere, è alle prese col rebus modulo.

Forse sarebbe meglio dire col Sudoku. Perché i numeri dei possibili sistemi di gioco frullano nella testa del mister, come nelle domande dei tifosi. Silvio Berlusconi, in una di quelle cene che potrebbero passare alla storia rossonera, anche perché ha resistito ad avvelenare l’a.d. Galliani ed il tecnico -ipse dixit-, ha cercato di stemperare la tensione e ribadire gli obbiettivi col mantra classico della sua gestione: essere padroni del campo e del gioco per vincere, o quanto meno arrivare ad un redditizio terzo posto. Per questo è stata suggerita una soluzione ai rovesci in campionato, con un classico e basilare 4-4-2. Se va bene il presidente se ne prenderà i meriti, ma credo che non sia stato il primo né a pensarlo né a suggerirlo al tecnico serbo. Da più parti s’era notato come il centrocampo veniva lasciato spoglio dalla coperta corta del trequartista lasciando così esposta la difesa già incerta di suo. Infatti, non è proprio un bel numero quello dei 13 gol subiti anche perché per far bene la prima regola è non prenderle. Il suggerimento presidenziale però non si sa se abbia convinto il tecnico che tentenna ad abbandonare il suo amato 4-3-1-2 e potrebbe farsi tentare da un 4-3-3 di inzaghiana memoria rispolverando l’ex Cerci. Come si vede le possibili soluzioni sono tante anche se a mio avviso manca per il diktat del presidente sulle due punte, un’altra formula nata per permettere a tanti trequartisti di poter concertare insieme: l’albero di natale ancelottiano, cioè il 4-3-2-1. Con Pirlo Rui Costa Seedorf e Kakà (han bazzicato anche Rivaldo e Redondo) fu giocoforza inventarsi un centrocampo ricco, ricco di talento; oggi con Bonaventura Montolivo Bertolacci e Honda (potrebbe bazzicare forse Balotelli) nessuno vero 10,  forse si potrebbe provare ancora, rendendolo  almeno polposo, visto che il tasso tecnico, non me ne voglia nessuno,  è sceso un cincinin come si dice a Milano.

Al di là di tutto però ci vuole intensità e grinta, qualità perse, dimenticate, agognate però da tutti i tifosi rossoneri che non si capacitano come, nonostante i cambi dei tecnici, si possa vedere ancora una squadra smarrita e confusa. Non sono i numeri di un modulo né il numero di punte schierate, ma la voglia di primeggiare e di vincere che sembrano mancare ai giocatori. Alcuni di questi, visti nelle nazionali non sembrano poi così male, appaiono più sicuri. Allora ci si chiede quanto manchi alla squadra l’apporto di un disegno tecnico, un convincente sistema di gioco che faccia superare il malessere psicologico. Insomma sono tre anni che si va avanti col dubbio se i giocatori non siano all’altezza, se non abbiano il carattere adeguato al prestigio del Milan, o se non siano sufficientemente aiutati dai moduli e dall’assetto.  Lo stesso Mihajlovic approdato a Milano come impetuoso condottiero -lo ricordiamo prorompente nell’ispezione a Milanello-, sembra aver smarrito quella sicurezza e quella determinazione che si sperava potesse trasmettere ai giocatori, quasi avesse perso certezze, come se non si aspettasse tante difficoltà. Speriamo che queste partite nelle nazionali restituiscano giocatori più sereni e che la cena Berlusconiana abbia ridato al Mister la carica per trovare e trasmettere la determinazione necessaria a superare questa impasse tecnico-tattica e psicologica. Bisognerà pur mangiare il panettone a natale, sempre che non sia avvelenato.

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