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EDITORIALE DEL GIORNO
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La Gazzetta dello Sport si concentra anche quest’oggi sulle vicende societarie che ruotano attorno al Milan e alle trattative per la cessione del club.
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Il Milan ai cinesi? E se, invece, questo castello di carte messo in piedi da qualche mese a questa parte per gettare fumo in faccia ai tifosi, dovesse crollare miseramente e da sotto le macerie spuntasse il “vecchio che avanza”…
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In casa Milan tiene banco la questione societaria. Come si legge sul Corriere della Sera, ieri gli uomini di Bee Taechaubol hanno fatto visita allo studio legale milanese dove sono custoditi tutti i documenti e le carte del club rossonero.
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Forse qualcuno non se n’è accorto o, magari, non ci ha pensato ma il Milan, con il successo di Palermo, ha di fatto messo un punto fermo sul primo “step” di stagione (per gli altri serve riparlarne più avanti), quello cioè che “scavallando” in classifica i 40 punti, permette ai rossoneri di riproporsi ancora una volta e con nuove ambizioni nell’èlite del calcio italiano.
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Derby asiatico per entrare nel Milan di Silvio Berlusconi con 250 milioni di euro per il 30% del club rossonero. Secondo Tuttosport, sono rimasti in corsa il broker thailandese Bee Taechaubol (atteso a Milano dopo Pasqua) e il magnate cinese Zong Qinghou, fondatore e presidente della Hangzhou Wahaha Group, la più grande azienda di bevande di tutta la Cina.
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Ormai ci siamo abituati: i “colpi di teatro” in casa Milan non esistono più. E da tempo, ormai… Così quella frase pronunciata qualche giorno fa dinanzi all’Istituto “Sacra Famiglia” di Cesano Boscone dove Silvio Berlusconi ha voluto ancora tornare – non più, però, costretto da forzature giudiziarie – per rivedere quegli anziani cui settimanalmente dedicava un po’ del suo preziosissimo tempo, “Il Milan? Ci sono cose ben più importanti”, non lascia per nulla stupiti. Anzi… Poche parole ma dure per chi era abituato a vedere il Presidente, quando parlava del “suo” Milan, del “suo” gioiello di famiglia, strabuzzare gli occhi. Ora, lo sappiamo, non è più così e quella frase è un ulteriore tassello che ci dice del suo continuo, giorno dopo giorno, disamorarsi verso quello che è stato il “fiore all’occhiello” del suo mandato presidenziale in chiave calcistica.
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