Inzaghi: Ancora tu? Ma non dovevamo vederci più?

Elio Arienti 2

Ancora tu! Ma non dovevamo vederci più… Eh no, magari! Sarebbe stato troppo bello, per i tifosi rossoneri, sapere che dopo l’ennesima indecente, sconcertante, improvvisata prestazione contro l’Hellas Verona e una classifica che piange, ormai da tempo (anche troppo) amare lacrime, che la dirigenza milanista si sarebbe fatta carico del problema – come logica vorrebbe – disponendo l’immediato esonero di Filippo Inzaghi, l’allenatore protagonista di questo scempio.

Invece… Invece no, ancora una volta si è voluto tergiversare rimandando ad altra data la decisione semplicemente perché non si è avuto il coraggio delle proprie azioni (Berlusconi per non dover pagare un terzo tecnico, Galliani per aver voluto e coperto – fin qui – il suo pupillo), perché nessuno, in realtà ha la dignità di ammettere le proprie disfatte pedatorie. Ma avanti di questo passo dove si vuole arrivare?

Non c’è stato, almeno formalmente, alcun summit nella villa del patron ad Arcore ma molte sono state le telefonate intercorse tra lo stesso Presidente e il suo Ad nella notte tra sabato e domenica e nel corso della stessa giornata festiva per decidere cosa fare e l’eventuale destino del tecnico rossonero. Ma la montagna, anche stavolta e come sempre del resto, ha partorito il classico topolino. Tante chiacchiere, tanti i nomi (probabili e improbabili) gettati come fiches sul tavolo del dialogo ma nulla di realmente concreto. Dunque, si prosegue così, a vista, senza una direzione ben precisa. Inzaghi non ha più la fiducia necessaria per proseguire, ormai lo abbiamo capito tutti, il “fido” Tassotti e l’allenatore della Primavera, Christian Brocchi, non accendono i sentimenti della dirigenza e la fantasia dei tifosi, altri ancora sembrano solo alimentare voci e null’altro. Serve trovare un traghettatore da qui alla fine della stagione. Ma chi ha voglia di prendersi in carico una simile patata bollente? Un pazzo o uno che non ha nulla da perdere… Insomma, è tutto un azzardo: certezze, nessuna; i rischi di fallimento, tanti. Dunque, perchè compromettere se stessi e il proprio futuro per una scommessa?

Si dovrebbe avere maggiore decisionismo, prendere di petto la situazione e cominciare già da oggi a “ridisegnare” – almeno nelle sue linee primarie – il Milan della prossima stagione partendo ovviamente dal… manico. Il presente, ormai, è quello che è quindi, si pensi a chiudere il campionato nel migliore dei modi senza osare – come purtroppo fa ancora qualcuno che vive solo di illusioni – a lanciarsi pericolosamente in voli pindarici del tutto anacronistici. Si guardi soprattutto al presente e non soltanto al futuro. Per lo stadio c’è tempo, quello invece per rimettere a posto la squadra, sta scadendo. Serve far presto, serve mettere il blasone, il carisma il prestigio di società e squadra dinanzi a tutto. Non possiamo più farci trovare nuovamente impreparati dagli eventi: porsi ai nastri di partenza solo per partecipare non è da Milan e l’Europa ci aspetta. E’ a quella finestra che bisogna affacciarsi per ammirare il calcio che conta, quello che ti garantisce prestigio e che ti fa fare un salto di qualità sotto il profilo economico. E allora via, dai, riappropriamoci del nostro “glorioso passato” per vivere meglio il presente e guardare, voluttuosi, al futuro.

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