Milan: certezze usurate per il closing

Fabio Conte 3

Finalmente! Tutto risolto! E’ arrivato l’annuncio! E mi sembra giusto siano stati rimproverati –eufemismo- e sbertucciati tutti quei giornalisti che hanno sempre intralciato, ostacolato e sabotato il celeberrimo closing.

Ma come si son permessi di esprimere dubbi, di cantare fuori dal coro dei peana, di non credere al sol dell’avvenir?? I cinesi son qui, sono arrivati. Va beh, non oggi né domani, sarà il 14 aprile, poi magari spostiamo di un paio di settimane, ma è tutto stabilito! Lascia stare che doveva essere prima, un annetto fa, lascia stare che proprio in quella settimana c’è il derby, mica disturba. E se l’assemblea dei soci è fissata per il 14, appunto, c’è anche una seconda convocazione il 4 maggio. Giusto così: si sa mai che ci sia un disguido, un impedimento, legittimo s’intende.

Finalmente è arrivata l’idea giusta, passare dal Lussemburgo; un paese così agevole, fiscalmente parlando, un po’ peggio del Liechtenstein, d’altronde così piccolo, ma sempre parte del Bene lux, in cui la Fiat si trova così bene. Poi, dai, l’abbreviazione di Lussemburgo è così glamour: Lux, che lascia lì un non so che di lusso, lussuria e per i nostalgici, quell’assonanza di decisionismo che mette certezze. Geniale l’idea di cambiare il nome della società: l’acronimo SES, con quella sufficienza appena risicata e quella mancanza di X sostanziale per emozionare, non aveva il giusto appeal. Non so se si creerà una sigla dal Rossoneri Sport Investment Lux dove Rossoneri è in italiano, Sport è internazionale ormai, ma arriva da divertimento, Investment inglese ma leggibile, e di Lux abbiamo già detto. In sostanza un colorato investimento divertente. E infatti, dall’America si divertono a prestar denaro, e tanto, con congrui interessi ma non eccessivi dai, quasi 5 punti sotto il tasso d’usura, con la Elliott Management Corporation, contattata dall’avvocato Riccardo Agostinelli esperto di acquisizioni, su imbeccata di Marco Fassone.

In pratica il prossimo a.d. del Milan cinese, vedendo traballare il suo futuro manageriale, ha deciso di salvare il suo datore di lavoro, e ha riallacciato i rapporti di prestiti, studiati con Thohir nel suo piano di ristrutturazione remunerativa della società nerazzurra, trovando chi potesse finanziare e tener vive le possibilità di acquisizione che andavano scemando. I tassi che l’Inter è stata costretta restituire al tycoon indonesiano stupivano gli esterni, aggirandosi sopra l’8%; un leggero miglioramento s’è realizzato con Suning che sugli investimenti concessi alla società di Corso Vittorio Emanuele, si ferma al 7,7%. Il rischio per uno che non ha ancora in mano nulla del Milan, è naturalmente più elevato; mi domando, quali tassi potranno essere chiesti alla società, quando un giorno dovesse esser valutato il rientro, visto che 11,50% è la base di partenza concessa dalla Elliott. Comunque il prestito pare sia stato concesso nell’ordine di 300 milioni di euro, cifra curiosa motivata da 180 i mancanti per il closing, dati da 150 previsti a chiusura più trenta che proprio non si son trovati per arrivare agli anticipi di 300; 73 per i debiti di gestione del club, e 50 milioni per il mercato. Altri parlano di “soli” 180 milioni imprestati dalla finanziaria americana, affrancati dalla differenza, 190 milioni, portati direttamente da Mr. Li, si dice con l’aiuto di Huarong, nome ricorrente e mai confermato. Prestito ponte è stato precisato, in attesa che si sblocchino le autorizzazioni del governo cinese che però non sembrano all’ordine del giorno, o con una veloce quotazione in borsa, europea o asiatica si vedrà. Alla fine, neanche è stato comprato e il Milan del futuro ha già più debiti di quelli del passato.

Tutti i milanisti però, devono essere contenti per una conclusione certa, rimandata ma certa, sicura fino a prova contraria per il mese prossimo. A metà o fine aprile ci sarà tutto il tempo per programmare e spendere 50 milioni nel mercato di quest’estate, esclusi i rinnovi naturalmente, altrimenti sarebbero già insufficienti. Ma, tutti assieme, dobbiamo aver fiducia nella nuova proprietà cinese, con sede in Lussemburgo, con capitali americani appesantiti da severi interessi, ottenuti grazie alla sollecitudine di un dirigente ed un avvocato italiani, ma con imprecisati fondi ad Hong Kong, bloccati dalla burocrazia di Pechino. Certo se il prestito è stato concesso, qualche garanzia deve averla pur vista Paul Singer, lo spietato finanziere fondatore del gruppo Elliott, che non ha paura a mettere in ginocchio i suoi debitori, siano essi grandi aziende in crisi o governi emittenti bond nazionali. Qualcuno dice che, in ultima istanza, qualora non si facesse onore al credito il gruppo Elliott possa chiedere anche le quote della società rossonera: questa potrebbe essere un’eventualità reale, con effetti da valutare. Ma tranquilli, il closing è già stato fissato, e già la curva sud starà preparando una coreografia di benvenuto per il “magnate” cinese, anche se terrei pronto qualcosa di americano, Ci sarà forse, un coro di buon auspicio per Fassone. Tutto diverso dall’ultimo derby. Mica dovranno riproporre Berlusconi con tutte le coppe? Mica dovranno cantare contro Galliani? Ma soprattutto, Galliani non dovrà mica gestire un altro mercato? Intanto non s’è candidato per la Lega, pare stoppato da Berlusconi, e girano già nomi di parametro zero..

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