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EDITORIALE DEL GIORNO
Milan: una settimana bestiale
Una settimana: una centrifuga di sentimenti, di emozioni, di pensieri. Domenica scorsa una partita d’altri tempi contro un Palermo davvero dimesso.
Pomeriggio allo stadio, sole, vittoria facile ma convincente, sembrava di essere tornati indietro negli anni, quando i posticipi non erano la regola, quando andare allo stadio era una gioiosa gita domenicale. A rinverdire ricordi ci ha pensato anche il Crotone, che ha tenuto i tifosi a tempo scaduto attaccati alla radiolina, o meglio ai cellulari, ad aspettare la conferma della sconfitta e del sorpasso sull’Inter, neanche si fosse tornati alle partite in contemporanea nei testa a testa per lo scudetto.
Venerdì il closing, finalmente. Anche per chi nutriva perplessità – come me-, anche per chi rimane dubbioso su diversi aspetti –sempre io-, non si può negare che la fine della telenovela abbia fatto tirare un sospiro di sollievo a tutti. Si è voltato pagina, cambiamento necessario. E’ finita un’era, di gloria e di successi, di strapotere tecnico ed economico. Oddio, di questi due aspetti, la fine s’era già vista da un po’, ma sicuramente l’epica di Berlusconi ha regalato un trentennio irripetibile. Così, inevitabilmente, prima delle speranze, hanno fatto capolino nei cuori dei tifosi i ricordi nostalgici di trionfi, trasferte, viaggi, giocatori, campioni, capitani. Tante vittorie e qualche sconfitta. Tanto bel calcio, sentimento ed orgoglio. In una parola il Milan.
Voltar pagina quindi non è stato così facile, ma più che il discorso di presentazione di mister Li, ha ben impressionato la tranquilla e convinta conferenza di Marco Fassone. Prima, grazie al discorso programmatico, finalmente si è capito quale sia Yonghong Li, ora presidente, e chi Li “David” Han, che per mesi erano stati confusi nelle uniche due foto che giravano. Questo la dice lunga sugli approfondimenti dei media, spesso inesistenti, raramente tentati, oggettivamente complicati. Si è formato un nuovo consiglio di amministrazione della società. Grazie a variazioni apportate allo statuto, potranno esserci 8 consiglieri, anziché sei come in precedenza, ma con l’obbligo di almeno 4 italiani. Le variazioni degli articoli del nuovo statuto prevedono tra l’altro, che in caso di parità la presenza italiana o il voto dei membri italiani abbiano un peso maggiore e decisivo, in particolare con il possibile voto vincolante dell’amministratore delegato. Parleremo in una prossima occasione dei risvolti e degli sviluppi che potrebbero nascere da questo asseto. Per ora restiamo alle parole di Fassone in conferenza, che è sembrato fiducioso e propositivo, verso investimenti che portino presto il Milan a competere ai massimi livelli. Naturalmente il traguardo principale è la partecipazione alla Champions, fra due stagioni, necessaria e imprescindibile per avviare il volano di positività, il circolo virtuoso. Questo dovrà essere messo in moto con sostanziosi investimenti sul mercato seguendo le indicazioni di Vincenzo Montella, confermato anche dall’attuale dirigenza alla guida tecnica della squadra. Con il tecnico, Fassone e Mirabelli, dovranno programmare il mercato, con acquisti funzionali che dovrebbero usufruire di un buon portafoglio a disposizione, addirittura superiore ai cento milioni, stando alle parole dell’a.d. Speriamo bene e, come diceva qualcuno, buon lavoro.
L’orario insolito che accoglieva i tifosi a San Siro, sabato alle 12:30, era quindi consono ai fusi orientali per il primo derby cinese. I milanisti si approcciavano con l’ottimismo delle novità, ma qualche preoccupazione per la possibile distrazione dal turbinio mediatico del closing. Più tranquilli, ma con sentimenti di rivalsa e qualche tensione gl’interisti, che dovevano invertire il trend delle ultime partite. Uno stadio da record, più nerazzurro per calendario, un bel sole, il profumo dell’erba. Tutto bello per qualche tifoso saltuario o straniero. Tanta tensione per gli appassionati. La storia la sapete: 2-0 il primo tempo, 2-2 alla fine. Ma proprio alla fine. Un po’ oltre dicono gl’interisti, appena in tempo dicono i rossoneri con Zapata, grazie anche alla scrupolosa precisione di Orsato. Un 2-2 com’è successo tante volte. Come all’andata tra l’altro, anche se affiorano più similitudini coi derby di De Vecchi o di Verza, tanto cari alla memoria dei rossoneri più stagionati. Un pareggio che pare una vittoria, la voce che si graffia per l’urlo finale, il derby chiamato per nome. Ma con un numero in più. Pazienza per il gol di Candreva, e lavoro per la statistica il primo gol di Icardi nella stracittadina, e in rossonero per Romagnoli. Il primo derby cinese sarà ricordato per sempre col nome di Zapata al 97’. Che settimana!
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