Milan: È un problema d’atteggiamento

Milan è un problema d'atteggiamento

Il Milan di Paulo Fonseca inciampa nell’ennesima sconfitta stagionale – la seconda di fila considerando Leverkusen – e la cosa che in questo caso fa più specie è l’atteggiamento messo in campo in quel di Firenze.

Infatti i rossoneri sono apparsi svuotati, senza grinta e senza obiettivi reali. L’atteggiamento proposto contro i “viola”, sembrava quello di una squadra a fine stagione senza obiettivi raggiungibili, qualcosa di sconvolgente se si pensa che si è appena ad ottobre e considerando che con la vittoria eventuale di ieri sera, la formazione di Fonseca avrebbe fatto un salto al secondo posto in classifica. Vedere una squadra senza grinta e con un atteggiamento di sufficienza fa male ai cuori rossoneri.

Ora alcuni esalteranno la prova dell’ex Adli – giocatore del tutto normale che ha trovato un gol più fortuito che altro – ed in pochi si soffermeranno sulla prova dell’undici rossonero. Importante notare come nel Milan c’è un problema di fondo, manca un bomber! Quel giocatore che vive con l’ossessione del gol e purtroppo è un problema che risale sin dalla stagione 2012/13 quando il Milan di Silvio Berlusconi decise di privarsi del “primo” Ibrahimovic. Da quel tempo i rossoneri non hanno più avuto nelle loro file un giocatore determinante negli ultimi 30 metri ad eccezione di una parentesi avuta con Carlos Bacca che era tutto fuorché un fuoriclasse.

Ora i rossoneri sono ad un bivio, andare avanti con Fonseca o cercare il ribaltone stagionale con l’esonero del tecnico portoghese?

Sicuramente la vicenda “calci di rigore” di ieri sera è apparsa preoccupante. Infatti il tecnico rossonero ha dichiarato che il rigorista designato era ed è Christian Pulisic e che non capisce come mai non abbia calciato lui i due rigori. Questo purtroppo appare come un segnale di una squadra anarchica che non ascolta le indicazioni del proprio tecnico. È quindi lecito pensare che la rosa non segua l’allenatore. Che fare in una situazione così? La dirigenza rossonera ha due sole strade. Nelle vesti di Zlatan Ibrahimovic “dirigente”, deve o esonerare Fonseca o far capire alla squadra che la dirigenza è tutta dalla parte dell’allenatore senza se e senza ma. La decisione è difficile e pericolosa. Sicuramente qualche giocatore andrebbe ripreso, specie i leader, ed andrebbe anche ridimensionato.

È chiaro la colpa non può essere solamente della squadra e come spesso si dice, il pesce puzza dalla testa. Quindi, di chi è la testa che puzza? La proprietà! Gerry Cardinale sta commettendo una serie di errori madornali. Infatti, da buon americano, sta mancando di rispetto alla cultura sportiva italiana ed europea. Si sta imponendo con idee statunitensi che poco hanno a che fare con gli oltre cent’anni di sport europeo. Tratta i tifosi come un “business” e non come una risorsa da coccolare e non vede nel risultato sportivo un’ossessione da inseguire. Personalmente adorerei un progetto “giovani”, ma a patto che lo sia veramente, quello proposto dalla proprietà rossonera appare più come un progetto economico che non porterà a nessun risultato sportivo se non casuale. Ne consegue che il cambio di rotta deve avvenire in tutto il Milan, dal presidente, alla dirigenza, all’allenatore e per finire ai giocatori. Ad oggi, le uniche vere vittime, sono i tifosi che non meritano una squadra senz’anima. I trofei non si vincono al computer, ma con il cuore e la forza dell’idee.

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