Milan: punte di svolta

Fabio Conte

Chissà se ci ricorderemo di questo Milan Samp come della partita di svolta della stagione.

Chissà se le voci su altri allenatori, i malumori di spogliatoio, le critiche al mercato potranno essere spazzate da una prestazione tonica e convincente, anche se complicata. Chissà se si penserà alla partita col Betis come al fondo toccato per poi risalire, su su, fino a riemergere dalla mediocrità delle ultime stagioni. Certo è che la sconfitta in coppa aveva lasciato sconcertati, soprattutto dopo la botta nel derby, per l’atteggiamento della squadra che aveva evidentemente spiazzato anche Gattuso non capace di nascondere delusione scoramento a fine partita. Però la reazione c’è stata, contro una Sampdoria organizzata e spensierata, ben allenatae coriacea che ha subìto un Milan, anche disordinato a volte, ma che è entrato in campo per dimostrare di voler riscattarsi e di seguire il suo tecnico.

Gattuso non è uno stupido, è appassionato e concentrato. È una faccia che vediamo da tanti anni, sempre uguale, e così può sembrare che sia un veterano della panchina, ma il lavoro di calciatore e di allenatore sono diversi. Certo, la sua carriera fa parte del suo bagaglio ma ha imparato che pochi riescono a dare quello che dava lui in campo, soprattutto come mentalità. È anche, lo è sempre stato, sincero e schietto, diretto e quindi le delusioni traspaiono nelle sconfitte mentre le vittorie non sono che un passaggio per un’altra sfida. Sicuramente si rivede, come fame e voglia agonistica, in Patrick Cutrone e forse per questo fin ora ha cercato di gestirlo con attenzione, parsimonia quasi, oltre al fatto che è l’unica vera punta in alternativa a Higuain. Il ragazzo ha risposto con una continuità realizzativa impressionante che ha obbligato il tecnico a variare le sue convinzioni tattiche schierandolo dall’inizio di fianco dell’argentino. Ha perso così la possibilità di usare la sua energia come cambio ma ha trovato un trascinatore che si integra perfettamente con Higuain creando una coppia d’attacco, rara, di due prime punte. Nel passato recente del Milan solo Shevchenko e Inzaghi sono stati capaci, non senza qualche difficoltà, a giocare assieme pur avendo il sano egoismo del bomber: ma avevano una squadra che li supportava e ben altro centrocampo che li sosteneva. Ecco perché la coppia non potrà essere una soluzione definitiva ma che dovrà essere ben dosata nelle partite possibili, nei momenti nevralgici, ma che esalterà tifosi e ambiente visto che sembrano essere perfettamente affiatati e intercambiabili in fase di appoggio o come realizzatori.

Stasera ci sarà la partita del “se”. Dalla prima giornata, rinviata per i tragici fatti del crollo del Ponte Morandi, si parla calcisticamente dell’ipotesi di vittoria col Genoa, cosa non automatica, anzi complicata. “Se il Milan vincerà potrebbe essere lì in classifica” dicono in molti, ma i rossoblù hanno quasi gli stessi punti del Milan. In più, il recente cambio in panchina con l’arrivo di Juric li rende molto più corsari soprattutto quando incontrano una squadra di blasone e possono giocare di rimessa. La sorprendente capacità realizzativa di Piatek poi, rendono particolarmente pericolosi i genoani vista anche le attuali difficoltà difensive rossonere. Una gara da prendere con le molle quindi ma che se diventasse il “se” con cui si è ipotizzata la classifica dai milanisti, porterebbe la squadra di Gattuso al quarto posto, proprio dove vorrebbe finire a fine campionato.

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