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EDITORIALE DEL GIORNO
Milan: sogno di una notte di fine primavera

È un periodo difficile questo per il tifoso del Milan. Già, in quanto italiano, vede partire un mondiale orfano della nazionale e con pochi rossoneri come protagonisti.
Come utente televisivo o lettore di giornali poi, sta seguendo il calciomercato con colpi o trattative a destra e a manca, mentre la società rossonera resta al palo bloccata, ovviamente, dall’attesa della sentenza Uefa. La quale sentenza, tutti gli addetti ai lavori concordano, avrà un seguito al Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) di Losanna evidenziando così la pochissima fiducia sulle note difensive che la società porterà a Nyon davanti ai cinque membri della camera giudicante dell’Organo di Controllo Finanziario dei Club di calcio Uefa (CFCB). Occhi puntati sull’escamotage di Yonghong Li che i soliti ben informati dicono che abbia trovato un socio di minoranza, forse due, se no ne arriverà un altro e diventerà velocemente di maggioranza e il tutto per fine mese, peccato che la sentenza sia per il 22 giugno e di qualche giorno dopo quella Losanna.
Sembrano lontani gli anni della grandeur, ma anche quelli del colpo dell’ultimo minuto, dell’affare imperdibile o dell’onesto parametro zero. Oddio un paio di parametro zero son già stati presi, Strinic e Reina quest’ultimo con un ingaggio importante. Veramente importante e significativo è stato invece il rinnovo di Romagnoli, e lo sarà anche il prossimo di Cutrone, ma sono quisquiglie rapportate all’attivismo di altre società, alle prospettive degli avversari, alle promesse di altri presidenti soprattutto se rapportate ai fuochi d’artificio che si vivevano in via Aldo Rossi l’anno scorso. L’unico che tiene vivo l’orgoglio dei rossoneri è Gennaro Gattuso che volando in Russia ieri l’altro, s’è detto carico e ottimista: ai mondiali cercherà qualche nuovo giocatore da inserire nella rosa, lasciando intendere di avere il sostegno anche economico della società.
I tifosi invece sono un po’ meno ottimisti, sia perché intuiscono che la stabilità societaria è di là da venire, sia perché temono si stia caricando sulle spalle del Milan e dei milanisti responsabilità particolari per colpire qualcuno o per creare un precedente. La severità mirata verso la società rossonera, in Italia e in Europa, non è nuova e appare ciclicamente a punire richiamare additare, al di là di mancanze e colpe oggettive, con molta intransigenza. Per questo i tifosi non sono tranquilli. A Nyon ci dovrebbe essere una sanzione per il deficit dell’ultimo triennio berlusconiano, superiore di un terzo al consentito: s’è visto di peggio e di gran lunga. Messa così la sanzione non dovrebbe essere eccessiva, ma la mancata concessione al settlement agreement, traducibile in un accordo di sistemazione, pare volta a creare un precedente a monito dei tanti nuovi investitori del calcio europeo di cui non si conoscono ampiezza di risorse e origine delle stesse. Se sarà così, memorie difensive e arringhe legali non serviranno a molto, per colpa della poca chiarezza della proprietà è vero, ma anche per l’arbitrario scopo dei dirigenti Uefa di voler creare un “caso agli atti”. In questo caso la federazione italiana dovrebbe intervenire per garantire un giudizio equo sullo stato in essere e non sulle prospettive ipotizzabili.
Nell’attesa non resta che buttarsi sul mondiale per disintossicarsi dal calcio politico-finanziario grazie al calcio giocato, che è quello che mantiene tutti i funzionari, ricordiamolo. E anche per tornare ad entusiasmarsi e sognare che qualche protagonista dei mondiali decida, pro bono o quasi, di vestire la gloriosa maglia rossonera per toglierla dall’attuale palude e riportarla in cima al mondo. Sognare non costa nulla, non c’è bisogno di aumenti di capitale, fair play finanziario, tribunali calcistici. Basta addormentarsi dolcemente in una notte di fine primavera, guardando giocare il mondiale.
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