Milan: come finiranno gli esami?

Fabio Conte

Presentarsi agli esami sapendo di non aver studiato è una butta sensazione. Oddio, i compiti si son fatti, ci si è applicati, ma si sa già di essere andati fuori tema, di non avere risposte a quello che domanderanno i “professori”.

Non sto parlando gli esami di maturità che stanno facendo gli studenti italiani naturalmente, ma quelli che Marco Fassone ha sostenuto per il Milan a Nyon presso la Camera Giudicante dell’Uefa. L’impressione è che i giudici saranno severi e poco sia servito puntare l’indice su altri “esaminati”, su compagni di giudizio già valutati. È chiaro che le dinamiche siano cambiate, che il personaggio Yonghong Li non si sia ben presentato e che parlare del presente del Milan non può essere l’unico metro di valutazione se si parla di progetti di coperture finanziarie per il futuro e di eventuali sanzioni da corrispondere. È chiaro anche che appare particolarmente mirato il vaglio di tutta la società rossonera, molto più che in altre occasioni per altre società italiane ed estere, forse anche per la mancanza di rappresentanti italiani all’interno della rappresentativa giudicante. Presentarsi a questa valutazione infine, col chiaro intento di puntare sugli “esami di riparazione” al Tas di Losanna mi pare non sia stata una mossa strategicamente valida. La serie di promesse, ricapitalizzazione, cessione di quote, nuovi investitori, solidità del fondo di supporto che dovrebbero cambiare il trend societario da qui alla fine di giugno non fanno altro che confermare ai giudici dell’Uefa l’approssimazione di una gestione basata sulla vaghezza. Temo che la sentenza sarà dura, superiore a un anno, cosa che potrebbe compromettere la gestione del parco giocatori e dare un duro colpo e un grosso ridimensionamento alle ambizioni del Milan e dei suoi tifosi.

Tifosi che sperano e si aggrappano a tutti i nomi che a destra e a manca pare siano intenzionati a entrare o addirittura acquisire la società. Questo tira e mola sulle ricapitalizzazioni, cosa che non succede o passa in sordina in altre società, l’insondabilità della proprietà e la sua lontananza hanno ridotto al minimo storico il consenso e il gradimento del presidente Yonghong Li nel solo giro di un anno (e mezzo).  Americani, russi o arabi (in questo caso c’è un nome che circola che cambierebbe sicuramente la storia) sembrano tutti meglio dello sfuggente tycoon cinese. L’essere finiti poi nella lente dell’Uefa e rischiare una penalizzazione al di là del debito che sembra gestibile, ha messo anche i responsabili italiani della società sotto cattiva luce. Chissà che almeno una delle voci sia vera, concreta, tangibile. Se arrivasse un serio investitore, serio ma soprattutto ricco, si concederebbe volentieri una nuova chance anche agli attuali dirigenti. Basta che si abbandoni quest’impasse.

In tutte queste vicende, attendendo responsi, una sentenza definitiva è stata pronunciata per un pezzo di cuore di tutti i tifosi rossoneri: chiude Forza Milan! La storica rivista che ha accompagnato tanti tifosi quando non c’erano televisioni e filmati, quando una foto a colori del proprio beniamino o un poster della quadra erano un cimelio da esibire si è arresa ai tempi e alla tecnologia. Certo, se fossimo ancora in periodo di vittorie, la pubblicazione sarebbe ancora viva puntellata da acquisti emozionali. Ma purtroppo mala tempora currunt e dobbiamo dire addio a quello che era un libro, beh, una rivista sacra per ogni tifoso e andremo a conservare gelosamente e con cura le copie che abbiamo. Che bello quando si andava in edicola e si chiedeva con orgoglio e gioia: mi dai Forza Milan?!!  Purtroppo non sarà più così, maledetta nostalgia!

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