-
EDITORIALE DEL GIORNO
Finalmente il Milan è tornato a vincere
Ehi, la sapete l’ultima? Il Milan è tornato a vincere. Eureka! Alleluia! No, non voglio assolutamente fare dell’ironia spicciola, credetemi. Lungi da me, per carità… Del resto, volendolo sarebbe sin troppo facile far giungere il messaggio cinico e bieco.
Ma no, e allora sorridiamo, anche se la fatica per aver ragione di questo piccolo e inarrendevole Cagliari è stata davvero tanta, a tratti improba. Avrebbe dovuto essere una “passeggiata di salute” per un Milan-normale non però per questa squadra che continua a deludere ancora una volta – l’ennesima – sul piano del gioco anche se almeno stavolta l’abbiamo svangata, l’abbiamo portata a casa. Tre punti importantissimi, dunque, che ci permetteranno da qui a breve (speriamo!) di saltare il fosso dei 40 punti, essenziali per procurarci un altro anno nell’Olimpo dei Grandi.
Una vittoria, che per l’ennesima volta, però, è da ascrivere a Jeremy Menez e al suo talento determinante. Insomma, un successo – come spesso è accaduto quest’anno – nel nome del francese e del suo connazionale Philippe Mexes che se la smettesse una buona volta di avere puntualmente quei dieci minuti di smarrimento a gara sarebbe davvero un giocatore da rivalutare soprattutto quando i rossoneri possono sfruttare le sue incursioni – sia sullo stacco aereo che con conclusioni precise – in area avversaria da palla inattiva. Invece, purtroppo, spesso e volentieri, come Giacinto (il giovinetto della mitologia greca amato dal Dio Apollo), il buon Philippe, si specchia perdendosi nella sua bellezza. Mah, vabbè…
Okey, s’è vinto e il successo, in termini numerici, avrebbe potuto avere anche ben altra consistenza se in quegli ultimi minuti di gara – con il Cagliari sulle ginocchia dalla fatica e demoralizzato da quel terzo gol su calcio di rigore letteralmente inventato – l’attacco rossonero non si fosse fatto mettere le briglie da un Brkic in stato di euforia pura soprattutto quando Cerci (ma a che cosa ci serve un giocatore tanto inutile, qualcuno me lo spiega?) dopo trenta metri di corsa non trovava altro da fare che inventarsi un “colpo ad effetto”, puntualmente neutralizzato. Così, ancora una volta Pippo Inzaghi ha salvato la sua panchina. Beato lui… Ora avrà un paio di settimane – vista la concomitanza degli impegni con la nazionale di Antonio Conte – per riflettere e ricompattare il “suo” gruppo. Ma per quanto durerà ancora quest’agonia?
RIPRODUZIONE RISERVATA
FOTO ZIMBIO.COM
1,172 Visite totali, nessuna visita odierna









