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EDITORIALE DEL GIORNO
Milan, un sogno chiamato Europa attraverso la rimonta sull’Inter
4 aprile, 2014 9:03 am
Redazione MilanoRossonera
Progetti, futuro e un sogno chiamato Europa League. Che passa inevitabilmente da una rimonta sull’Inter, ultimo vero obiettivo per ridare un po’ d’interesse al finale di stagione del Milan.
Discorsi provinciali, è vero, ma di questi tempi bisogna accontentarsi. Veniamo da una tre giorni europea nella quale abbiamo visto alcuni ex rossoneri protagonisti: Ibrahimovic, Thiago Silva e Carlo Ancelotti. Inevitabile avere un po’ di magone perché in fondo non sono passati poi tanti anni da quando i tre, seppur in stagioni diverse, erano grandi protagonisti dalle parti di Milanello. I tempi però sono cambiati e di questo ce ne siamo accorti tutti. Meglio pensare al futuro insomma, che in questi giorni c’appare un po’ più roseo del previsto. L’inaugurazione di Casa Milan ha offerto la prima conferenza stampa di Barbara Berlusconi, con annessi alcuni spunti piuttosto interessanti su cui riflettere. “Siamo pronti a valutare la cessione di una quota di minoranza intorno al 20/30% – ha spiegato Lady B – Una partnership sarebbe molto ben vista e permetterebbe un approccio più sereno a questioni primarie come la costruzione dello stadio”. E, aggiungo io, al rinforzamento di una rosa inadeguata a competere per vincere. In casa Milan se ne sono accorti tutti, indipendentemente dalle dichiarazioni (poi smentite) di Seedorf ai tifosi: la squadra va ricostruita e un buon finale di stagione (che tutti, sia chiaro, ci auguriamo) dovrebbe essere preso come un regalo della provvidenza, non come una scusa per non agire sul mercato. Che poi non tutto sia da buttare è palese, a cominciare da Adriano Galliani. Nelle scorse settimane l’avevo criticato per la sua assenza nei confronti di tecnico e giocatori, i fatti mi hanno dato ragione. Non appena l’ad è tornato davvero in campo sono arrivati i punti. Solo un caso? Non credo proprio. La forza di una squadra parte dalla società, solo così un allenatore può davvero lavorare al meglio con i suoi uomini. Le eccezioni (Mourinho e Conte) confermano in realtà la regola: entrambi agiscono quasi da soli, ma solo in piazze in cui hanno piena autonomia. E quando questa viene a mancare (vedì il portoghese nell’ultimo anno di Madrid) anche gli Speciali scendono dal trono. Torno dunque a ripetere quanto scritto tempo fa: ripartiamo da loro. Galliani direttore tecnico, Seedorf allenatore, Barbara al settore commerciale. Lady B se ne sta occupando, e anche piuttosto bene. Il progetto stadio stuzzica e anche se gli innamorati di San Siro (chi scrive, sia ben chiaro, fa parte della categoria al 100%) verseranno lacrime, va portato a termine. Ad oggi è imprescindibile avere un impianto di proprietà e non solo per il valore economico. Vi siete chiesti quanti punti in più potrebbe avere il Milan se avesse giocato per tutta la stagione in uno stadio pieno e rumoroso? I 30mila spettatori medi di San Siro (e magari sarebbero stati anche di più) avrebbero creato una bolgia in una casa più piccola e accogliente. Galliani e Seedorf sul campo, Barbara in società, un direttore sportivo giovane e bravo sul mercato. Questa è la ricetta giusta per tornare a far splendere il nome del Milan in Italia e in Europa.
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