Milanello, ore 11. Non è un giorno come tanti, e si sa. Ma anche di più.

Perché oggi a Milanello c’è Clarence Seedorf che dirige l’allenamento e parla alla squadra e attorno al campo ci sono tutti i tecnici delle Giovanili del Milan, a cominciare da Pippo Inzaghi, e poi Filippo Galli, Beniamino Abate, Walter De Vecchi e tanti altri, a dare alla giornata quel “significato” sull’imminente futuro rossonero. La panchina di Seedorf è a forte rischio tellurico, le gare con Lazio e Fiorentina sono alle porte, ravvicinate e quasi crudeli. Ma è dinanzi a questa “crudeltà” che si deve misurare lo stato di crisi del Milan. Per capire e decidere.

La panchina di Seedorf? Basta aspettare 72 ore, quelle che intercorrono fra Lazio-Milan e Fiorentina-Milan. Si è detto di tutto e di più, anche troppo, se persino due uova strapazzate sono materia di “scandalo” o un motivo per dare addosso al tecnico. Tant’è. La corsa al successore è aperta, potrebbe finire subito o rischia di essere il tormento permanente dei prossimi giorni.

Per la cronaca, registriamo il nome più noto, quello di Pippo Inzaghi, che già a gennaio doveva essere il prescelto, poi fu scelto Seedorf. Poi segnaliamo Luciano Spalletti, libero dallo Zenit (esonerato dopo quattro stagioni) e che non è mai dispiaciuto ai vertici rossoneri. Quindi Prandelli, ma questa scelta si scontra col progetto-Italia del cittì, pronto a rinnovare il contratto fino al 2016 (o 2018) se la Federcalcio accetterà le sue idee.
Infine Frank Rijkaard, candidatura dell’ultima ora. Ma come? Tre giorni fa, lo stesso Rijkaard aveva annunciato di aver chiuso la sua avventura da allenatore, a 51 anni faccio un’altra vita.Ebbene. E’ arrivata la precisazione del suo procuratore, Perry Overeem, che ha detto:

“Frank è stato frainteso. Ha semplicemente detto di voler staccare per qualche mese, che siano tre o sei o nove mesi non so. Telefonate? Milan e Roma, ma solo contatti…”.

Quando?