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EDITORIALE DEL GIORNO
Milan: La politica del risparmio e della vendita

Il calciomercato del Milan procede a rilento e senza una logica apparente.
Dopo le dichiarazioni dell’amministratore delegato Giorgio Furlani – “Non abbiamo necessità di vendere” – i rossoneri cedono, senza nemmeno trattare troppo il loro giocatore migliore Tijjani Reijnders per una cifra di circa 70 milioni di Euro – compresi bonus – al Manchester City. I tifosi, già arrabbiati per i risultati deludenti della passata stagione, si vedono togliere dalle mani uno dei pochi vanti stagionali generando ulteriore scontento.
Il momento delle cessioni non è finito, infatti tutti i giocatori del Milan pare abbiano un cartellino con il relativo prezzo e soprattutto non esistono incedibili, basta pagare! Il nuovo direttore sportivo Igli Tare sta offrendo a mezzo pianeta Theo Hernandez – cifra richiesta 30 milioni di Euro – ha stabilito il prezzo di Leao – circa 100 milioni – ed anche quello dell’estremo difensore Mike Maignan.
Ennesima rivoluzione estiva?
Il problema non è vendere un giocatore più o meno bene, ma è come viene reinvestito il capitale. Vendere Reijnders a 70 milioni – cifra non eccessiva e soprattutto meglio monetizzabile – crea disagi su come verrà reinvestito il capitale sul mercato. Meglio prendere – ad esempio – un giocatore da 50 ed una scommessa da 20 o prendere tre giocatori da 20 ed uno da 10?
Il grande dubbio!
Sicuramente, nel calcio attuale, è più facile sbagliare un giocatore da 10 o 20 milioni piuttosto che uno da 50. I top player mondiali viaggiano con quotazioni dai 100 milioni in su e la dimostrazione l’ha data proprio il nostro amato Milan. Infatti, con l’arrivo di Elliott e Cardinale poi, i rossoneri si sono riempiti di giocatorini da 10 o 20 milioni che sono schiavi del contratto e risultano essere invendibili. Gente come Adli o Okafor, sono tornati dai loro prestiti senza che i club ne abbiano esercitato il diritto di riscatto. Purtroppo, è raro trovare una gemma preziosa nei giocatori mediocri, ti può andare bene una volta che nel mazzo peschi un asso – Reijnders – ma è molto più probabile che ti ritrovi con una serie di scartini buoni per una stagione da metà classifica.
Dove vorrei arrivare, comprando tanti giocatori a basso prezzo è facile trovarsi con un esubero di elementi, che risulteranno essere invendibili ad esempio Origi, nonostante sommando le cifre spese, si sarebbe potuto comprare uno o due giocatori di livello con potenziale molto alto.
La mia è una visione filosofica sicuramente, ma è meglio comprare un maglione in un negozio del centro o prenderne cinque su Wish?
Ormai è evidente che a questa proprietà non interessa creare un ciclo sportivo, ma interessa solamente creare un business che poco centra con le vittorie sul campo. La proprietà vuole gioire dei bilanci e vincere diventa un vero e proprio surplus.
Quindi via i migliori giocatori e dentro gente a fine carriera – Luka Modric e Granit Xhaka – e svariati giocatori non troppo costosi e non troppo vincenti.
Dov’è finita la politica dei giovani?
Non c’è più e forse non c’è mai stata, perché è impraticabile! I giovani forti costano ed anche parecchio! Quindi meglio veder andare via in altri club gente come Mastantuono, Guler, Estêvão perché considerati troppo cari!
Il Milan cerca un attaccante d’affiancare a Gimenez ed ovviamente non si guarda in casa Sporting Lisbona per Viktor Einar Gyökeres.
Per concludere, lo sappiamo già, i colpevoli della prossima stagione hanno già un nome ed un cognome e si chiameranno Massimiliano Allegri e Igli Tare. Così tutti saranno felici e si potrà già pensare alla prossima rivoluzione estiva che servirà ad ingrassare le tasche della proprietà.
Ormai, al Milan, è sport nazionale cercare dei colpevoli senza voler trovare il vero “assassino”.
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