L’Europa del Milan passa dal derby, i nerazzurri crocevia degli obiettivi rossoneri

Benetazzo

Se sarà o meno Europa League lo sapremo, quasi certamente, domenica sera, al fischio finale del derby tra rossoneri e nerazzurri.

Il Milan, se effettivamente vuole qualificarsi alla prossima edizione di Europa League, deve battere l’Inter, accorciare a tre i punti di distacco dalla formazione di Mazzarri per poi andare a conquistare altre due vittorie nelle ultime due partite; in caso di sconfitta ma anche di pareggio, l’Europa quasi certamente è persa.

Obiettivo vincere, quindi, non solo però per giocare in Europa il prossimo anno, ma anche per battere i nerazzurri: sarebbe una piccola soddisfazione, Milano non è Roma dove se vinci il derby la stagione è già di per sè positiva ma comunque vincere una stracittadina è sempre una grande gioia.

Giocare l’Europa League nella prossima stagione sarebbe senza dubbio impegnativo per il Milan che, forse, farebbe meglio a ripartire solo dal campionato, concentrandosi sulla Serie A, giocando una volta a settimana (Coppa Italia esclusa, ndr) e potendo così ricostruire la rinascita sullo stile di quanto fatto dalla Juventus. I giocatori però sono professionisti, l’obiettivo dato e ribadito dalla società a Mister Seedorf è quello di centrare la qualificazione, ma sicuramente qualora dovesse sfuggire nessuno ne farebbe un dramma sportivo.

L’Inter come crocevia, il bivio tra l’Europa (quasi) certa e la mancata partecipazione alle competizioni europee è data proprio dal derby: in caso di vittoria, rimangono gli ostacoli non troppo insidiosi contro Atalanta e Sassuolo, dove sei punti non sarebbero impossibili da conquistare prima di comiciare a stilare obiettivi, valutare il da farsi sul mercato, promuovere qualche giovane e apportare gli inevitabili cambiamenti sia in squadra che in società.

Prima, però, c’è un derby da giocare e possibilmente da vincere.

Tutto in una notte, una notte che i tifosi del Milan si augurano piena di stelle, e rigorosamente a tinte rossonere nel momento in cui l’arbitro Bergonzi decreterà la fine delle ostilità.

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