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EDITORIALE DEL GIORNO
Noia, maledetta noia!
Noia, noia, noia, maledetta noia… Così, cantava Franco Califano! Così canta in coro la Curva Sud di San Siro quando in campo c’è il Milan.
Si, perché vedere sul rettangolo verde della Scala del Calcio le evoluzioni (eufemismo…) di Riccardo Montolivo e soci viene davvero la voglia di portare una mano alla bocca – per rispetto altrui – e sbadigliare prima di inveire contro tutto e tutti. E se poi si è spaparanzati sul divano di casa per ammirare (altro, egocentrico eufemismo…) la gara dei rossoneri dinanzi alla Tv in mutande e canotta con un bel boccale di birra fresca e un panino megagalattico (e alla fine il solito, immancabile, degenerante, apocalittico “rutto”) vien voglia, dovendo assistere a quello scempio calcistico, di mollare tutto e mettersi a sonnecchiare. Insomma, per capirci, farsi senza ritegno la emblematica, salutare, ristoratrice pennichella. E il Milan? Il nostro amatissimo Milan? Beh, non c’è, da parte mia, alcuna voglia di infierire, ma… chi se ne frega!
E’ terribile, per un milanista doc come me, dire queste cose, ma come è possibile essere ancora accondiscendenti verso una società che non ha più interesse (e quindi, voglia…) di mettersi in gioco, di tornare ad essere quella d’un tempo con annessi e connessi. Mi pare naturale, allora, voltare la faccia da un’altra parte per non lasciarsi prendere dallo sconforto e ricusare, sia pur amorevolmente, chi ha voluto tutto questo. Non è, come dice qualcuno, che “il Milan non c’è più”, anzi. Basterebbe però davvero poco per riportare in alto il vessillo milanista e tornare a gonfiare il petto. Serve solo un pizzico di autostima e di buona volontà; basta errori marchiani ma soprattutto, basta omertà. Si esca una volta per tutte allo scoperto e si evitino gli equivoci, solo così la dirigenza rossonera riavrà quella stima, quel rispetto e quel credito che nell’ultimo periodo gli sono visibilmente venuti meno. Certo, nel calcio così come nella vita l’errore è concesso – e anche più d’uno – perché sbagliare è umano ma non si può continuamente vivere nell’errore creandosi – nel contempo – menzogneri alibi che non hanno assolutamente motivo d’esistere.
Dunque, dai rimbocchiamoci fin d’ora le maniche e… Questa stagione, così come la precedente, spediamola ai posteri senza troppe lagnanze o piagnistei di sorta ma, una volta per tutte, voltiamo pagina e ripartiamo, con nuove ambizioni e altrettanti traguardi da raggiungere. Senza porsi limiti… Ma anche noi, comuni mortali e tifosi con tanto di illuminato pedigrèe, dobbiamo fare la nostra parte con impegno e voglia d’esserci. Lasciamo dunque la birra e il panino megagalattico nel frigo, alziamo le terga (ma che bella immagine…!) da quel divano giunto ormai allo stremo delle forze, rintuzziamo nel nostro intimo quell’aberrante rutto di fantozziana memoria e reimmergiamoci, senza troppi pensieri, nell’odierno imponderabile. Restare vicini alla squadra è un obbligo, incitarla è un dovere, tornare a primeggiare è imperativo! Proviamo anche, nonostante le vicissitudini dell’oggi (che sono tante e tutte da dipanare) a tornare a riempire quello stadio che è parte integrante della nostra Storia di ieri e di oggi. Perché il Milan ha bisogno di noi e noi di quel Milan che tanto ci ha fatto sognare e vivere momenti straordinari. Come null’altro al mondo…!
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