-
EDITORIALE DEL GIORNO
Milan asfaltato dal Napoli…ma è il caso di insistere con questo schema?
Il Milan viene asfaltato dal Napoli al di là del risultato finale, che obiettivamente va stretto ai Partenopei.
Il Big Match del San Paolo finisce con un 3 a 1 che appunto “premia” i rossoneri, passati in vantaggio in apertura dell’incontro con un “lampo” del debuttante Taarabt, unico, insieme ad Abbiati, a salvarsi da un vero e proprio grigiore assoluto. Il Napoli è apparso di un’altra categoria rispetto a questo modesto Milan, nel quale hanno fatto veramente male, oltre ogni “decenza”, un distratto Mexes ed Emauelson e Robinho. Quanto tempo ancora i tifosi rossoneri dovranno sopportare il calvario di vederli in campo? Con inevitabile risultato compromesso.
Seedorf, coerente al suo sistema di gioco, presenta sul rettangolo verde del San Paolo, il solito schema 4-2-3-1, “condito” dall’esperimento di Abate tra i tre d’attacco dietro a Balotelli. Esperimento che naufraga ben presto, non meno di quello di Emanuelson terzino sinistro, in balia di Mertens. Poi, melius re perpensa, nell’intervallo, miracolosamente col risultato di 1 a 1 (il Napoli avrebbe meritato di chiuderlo in vantaggio, anche largo) corregge il tiro, riportando ai ruoli naturali Abate, cioè terzino destro con De Sciglio a sinistra (ma non aveva detto che De Sciglio non l’avrebbe mai spostato a sinistra?) ed Emanuelson largo a sinistra sulla trequarti. Poi, successivamente, con gli innesti di Montolivo e, soprattutto, di Pazzini, che rileva uno spento e “romantico” Balotelli (troppa letteratura dei media sul suo sincero pianto dopo la sostituzione!), nel dilagare del Napoli (alla fine si sommeranno 24 azioni da gol dei padroni di casa!), la squadra appare più equilibrata, anche se tecnicamente inferiore agli avversari ed atleticamente non al meglio.
La difesa è oramai un vero e proprio “colabrodo”. Lo dicono i numeri e non solo. Anche un distratto osservatore si rende conto delle difficoltà clamorose in cui versa il settore intero, privo di uomini all’altezza di tanto nome e soprattutto in balia di angosce ad ogni azione degli avversari (basta vedere il terzo gol del Napoli per rendersene conto, allorquando nessuno interviene su una palla vagante ai limiti dell’area di rigore). Da tempo vado a predicare nel deserto di TV ed opinionisti, circa il fatto che la difesa è quanto meno “imbarazzante”. Nessuno vuole ascoltare. Ed i risultati sono questi. Pessimi.
Gli stessi due di centrocampo, De Jong e Essien, ne hanno inevitabilmente risentito, condizionati da tanta difficoltà alle loro spalle. La loro prestazione è stata deludente, ma va valutato che trattavasi della prima volta che giocavano insieme e che, per Essien, vi era anche un problema di condizione.
Ma è forse lo schema spregiudicato voluto dal tecnico, ampiamente avallato dalla Società, che lascia i critici perplessi. Mi chiedo, infatti, se in questo contesto, con i giocatori in difficoltà, anche atletica e con l’ armata Atletico Madrid alle porte sia ancora il caso di insistere su questo schema, che presuppone una forma smagliante e certamente giocatori diversi. Specialmente in difesa….
RIPRODUZIONE RISERVATA
1,296 Visite totali, nessuna visita odierna









