Il mercato del Milan? Un vero e proprio percorso d’attesa!

Elio Arienti 2

E’ quello del Milan, sul mercato, un vero e proprio percorso d’attesa, una “politica dei piccoli passi” oppure, come in molti credono, io su tutti, il naturale indugiare di una società non più in grado, come in altri tempi, di assurgere al ruolo di stimolo, di pungolo per un movimento che, bontà sua…!, trova solo suo interno – a parte rarissime e insignificanti eccezioni – dinamiche recessive?

Beh, quattrini lo sappiamo e lo stiamo dicendo da anni, non ce ne sono, ma oltre a non voler, nel ventre molle e flaccido delle istituzioni calcistiche nazionali, cambiare alcunché mantenendo, di fatto, inalterato lo status quo, quel che è peggio è che i nostri dirigenti più illuminati, quelli rossoneri in primis, hanno lasciato nel dimenticatoio o peggio perso per strada, pure le idee, quelle che proprio nel recente passato, avevano fatto la differenza.

Quindi, dall’attendismo tout-court si è inevitabilmente passati all’immobilismo verbale. Poco o nulla si sta facendo, dunque, per rafforzare un organico a cui serve, come il pane, almeno un paio di giocatori di qualità e talento per tornare ad essere seppur parzialmente competitivi. Ma no, non potendo disporre di risorse economiche adeguate ma soltanto di pochi spiccioli raccattati qua e la nel doppiofondo di qualche cassetto o frugando tra gli anfratti di Casa Milan, si va avanti con i “soliti” parametri zero o chiedendo, quasi imploranti, un “regalino” (da pagare a rate con mutui a… lunga percorrenza) ad amici e conoscenti. Tutto questo, tra le altre cose, anche a causa dell’allontanamento prolungato del patron che ormai, lo abbiamo capito tutti e sotto la spinta determinante dei figli, almeno quelli più “influenti”, ha deciso di mollare ad un destino cinico, beffardo e a tratti ingeneroso, il “frutto” della sua inevitabile e poderosa ascesa imprenditoriale prima e politica poi.

Tanti, comunque, i nomi ricorrenti sul taccuino del “Fantomas de noantri”, dell’uomo da cui dipendono – nel bene o nel male – i destini presenti e futuri del Milan. Ma nessuno di quei nomi finora ha fatto capolino in quel di Milanello; anzi, in molti si sono defilati girando le spalle alla società “più titolata al mondo”, preferendogli mete magari più esotiche (sul piano meramente soggettivo e immaginifico), ma assai meno blasonate e remunerative. Ebbene,  se così stanno le cose e non abbiamo motivo per dubitarne guardando in faccia alla quotidiana e inesorabile realtà, non sarebbe ben più opportuno, dare un taglio drastico e definitivo a certe scelte tutt’altro che appaganti battendo strade “interne e giovani” decisamente più impervie e rischiose ma, nel tempo, probabilmente gratificanti? Non si può insomma continuare a vivere di ricordi… Ora è tempo di fare parecchi passi indietro e tornare a quel Milan gloriosamente vincente. Ci vorrà del tempo, d’accordo. L’importante è cominciare…

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