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EDITORIALE DEL GIORNO
Milan-Livorno: Taarabt illumina la scena di San Siro
Quinto successo consecutivo per un Milan che non finisce di stupire. Non una partita spettacolare, quella con il Livorno, ma tant’è… Servivano tre punti e tanto basta per sentirsi più leggeri, più vivi e felici.
C’è ancora molto da lavorare, sia chiaro, ma se il buongiorno si vede dal mattino… E’ un discreto Milan, nulla di più, ma a quell’Europa – anche se di serie B – Montolivo e compagni non vogliono proprio rinunciare. E allora dai, anche se la bellezza fa difetto, la concretezza, quella almeno no. Fa fatica il Milan ad ingranare ma quando si vuole qualcosa a tutti i costi non si deve sottilizzare. Il gioco dei rossoneri è ad ampio raggio anche se è difficile trovare il pertugio giusto soprattutto quando si ha a che fare con un avversario, gli amaranto toscani, che aggredisce alto a cominciare dalle due punte Paulinho ed Emeghara. Il movimento di palla coinvolge, come dev’essere, un po’ tutti, sia gli esterni alti Taarabt e Robinho, sia quelli bassi Abate a destra e Constant sulla corsia mancina. Ma per “pizzicare” Bardi sul vivo – come già in altre occasioni e in altre partite – serve una “magia” su palla inattiva: è Montolivo che dalla trequarti innesca, in piena area di rigore avversaria, l’avanzatissimo Rami il quale, di testa, colpisce la traversa. Peccato!
In campo Kakà – con il suo passato, non certo il presente – e soci paiono più convinti rispetto ad un inizio gara alquanto magmatico tanto che a metà della prima frazione, nel giro di un minuto, prima Constant (innescato dal brasiliano) poi lo stesso “figliol prodigo”, vanno vicinissimi al vantaggio ma senza fortuna. Decisamente più intrigante l’occasione capitata a Robinho, (sempre e comunque impalpabile) nei pressi dell’area piccola, la cui conclusione a botta sicura è deviata millimetricamente da un difensore ospite. Il Livorno non c’è, non crea nulla, non si scompiglia neppure i capelli, gli uomini di Di Carlo si limitano semplicemente a fare il compitino tentando di portare qualche improbabile, inutile “puntura” nella retroguardia rossonera con contropiedi affidati essenzialmente alla velocità di un Emeghara che però difetta in fase di conclusione. Se il risultato non si sblocca tocca a Balotelli togliere le castagne dal fuoco al Milan con un colpo di testa preciso (43′) su cross pennellato di Constant. Ma per accendere le luci di San Siro, seppur raramente, il Milan deve affidarsi, come sempre, all’istinto e all’intuito di Taarabt anche se il marocchino predica spesso nel deserto.
E non solo Adel (confidenzialmente! mi sia concesso) illumina la scena di San Siro, ma ad inizio ripresa realizza la rete del raddoppio al termine di uno scambio ravvicinato con Balotelli e successivo diagonale vincente. E’ sempre e soltanto il Milan a fare la partita anche se, sotto di due gol, il Livorno prova una timidissima reazione che comunque non scalfisce affatto le sorti di una gara ormai segnata. Anzi, sono i rossoneri ad avere ancora un paio (o tre) di occasioni per arrotondare il risultato: in una di queste è Pazzini (subentrato alla mezz’ora a Kakà) a calare il tris che chiude definitivamente le ostilità. Il match va così in archivio senza più altre emozioni ma con il ritorno del rossoneri negli spogliatoi accompagnati, stavolta, non da fischi ma da applausi convinti dei propri innamoratissimi tifosi.
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FOTO GOAL.COM
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