Montolivo: “Lo spogliatoio è sacro. Mondiale? Spero nella convocazione”

Z_Riccardo Montolivo

Il capitano del Milan Riccardo Montolivo, in attesa del matrimonio di domani con la sua De Pin, ha rilasciato un’intervista al mensile “Forza Milan”.

Tra i tanti temi toccati non poteva mancare il Mondiale che si disputerà tra meno di un mese in Brasile: “Mi aspetto un torneo magico, il Brasile è la patria del calcio e probabilmente non c’è posto migliore per organizzare un Mondiale. Spero di essere convocato. Desideriamo riscattare l’esperienza negativa di Sudafrica 2010, l’Italia può essere l’outsider, visto che non abbiamo i favori del pronostico. In questo senso, la Confederations Cup è servita molto, è stata una sorta di prova generale. Spagna, Brasile e Germania sono le favorite, vedo bene anche Belgio e Colombia. Nella lotta per il titolo subito dopo arrivano Uruguay ed Inghilterra, che dovremo affrontare nel girone: l’esordio contro gli inglesi sarà non facile ma è la più decisiva, visto che in un girone a 4 lo scontro diretto, in caso di pari punti, può fare la differenza; attenzione poi a non sottovalutare la Costa Rica, imprevedibile e forte fisicamente. Mi auguro sia il Mondiale di Giuseppe Rossi, è un giocatore che vale e quest’anno è stato davvero sfortunato: merita la convocazione. Al di là dell’Italia, ci sarà grande attesa per Hazard, Falcao, i fantastici Suarez e Rooney e poi i soliti Messi e Cristiano Ronaldo. Chi preferisco tra i 2? Dico Ronaldo, è più completo e può ricoprire più ruoli; inoltre ha vinto e fatto la differenza in due campionato diversi, inglese e spagnolo“.

Sul Milan e sulle malelingue che si sono rincorse in questo finale di campionato riguradanti lo spogliatoio: “E’ il luogo più importante per una squadra di calcio, in cui stare insieme e codividere gioie, dolori e discussioni: è l’unico momento dove ci si trova veramente tutti faccia a faccia. Per me è sacro, si convive con persone di caratteri e culture diverse: non si corre il rischio di annoiarsi. E’ fondamentale condividere valori comuni: è un collante essenziale per la creazione di un gruppo unito. La differenza la fa anche la sincerità, non bisogna aver paura di dirsi le cose. Se ne ho mai vissuto uno così? Sì, i primi anni  con la Fiorentina: eravamo davvero affiatati e ancora oggi sono legato ad alcuni compagni di quella squadra. Anche quando sono arrivato al Milan ho trovato amici veri, stessa discorso in Nazionale“.

 

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FOTO: zimbio.com

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