Le partite in cui rimonti uno svantaggio offrono all’immaginario sempre sensazioni superiori.Ma ci sono stagioni  e momenti diversi.

Annate dove non succede mai, annate dove succede spesso, annate dove, quando succede te lo ricordi. Perché diventa storia. Ho vissuto stagioni in cui speravo che la squadra andasse sotto, temporaneamente, qualche minuto s’intende,  per poter  rimontare e sperare in una svolta. Stagioni piatte, rare nella storia Berlusconiana.  Altre annate strane, dove vai spesso sotto senza sapere un vero perché ma poi la squadra, il blasone, la classe superiore portano ad una vittoria. E poi ci son partite che ti entrano dentro, te le ricordi dopo anni, danno il là a scenari di svolta, di cambiamento. Il Milan di Sacchi con i famosi 4 gol al Napoli di Maradona dopo il gol iniziale di Careca.

Gli invincibili di Capello erano un rullo e nei campionati vinti, tranne un allegro 4 a 2 a Pescara finito 4 a 5 di solito si vinceva,  punto. Ma la vittoria della squadra di Zaccheroni sulla Sampdoria (pareggio uguale sconfitta)  alla quart’ultima, col gol di Ganz deviato al 95’ urta ancora le ugole di chi era presente. Tanto nei cuori rossoneri è rimasto di quel derby, con Ancelotti in panchina che, con stupore dei più si perdeva 2 a 0 nel primo tempo e Tommasson, Kakà e Seedorf riportavano nel giusto alveo tricolore. Infine l’anno scorso con quella zona Champion agguantata all’ultimo sospiro da Balo e Mexes.   Questo breve excursus storico per ricordare che anche quest’anno i recuperi ci son stati ma, tranne che a Catania, hanno portato finora  al massimo a dei pareggi in cui trapelava più che altro l’insipienza difensiva  e non sembrava mai di attraversare una svolta. La gara di Cagliari, con ombre e luci, ha risvegliato sensazioni  positive e che pur seguendo un cammino di transizione, riecheggia una di quelle partite che rimangono, che si ricordano,che segnano quella che magari un giorno ricorderemo come  l’inizio dell’era  Seedorf.

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