E se fosse Inzaghi a lasciare il Milan?

Elio Arienti 2

E se dopo la gara col Liverpool (terzo test-match della “Guinness Cup” e altra “manita” – se non peggio – in rampa di lancio dopo quella vergognosa col City) fosse lo stesso Filippo Inzaghi a lasciare il Milan auto-esonerandosi?

Potrebbe essere (senza attendere gli strali e le inurbane abluzioni mentali di un presidente sempre più defilato ma… pretenzioso) una soluzione più che logica e naturale pur nella sua innaturale illogicità visti i risultati, a dir poco sconfortanti, di questo avvio di preparazione e con quel nulla, stando ai “si dice”, che gli verrà messo a disposizione da qui a fine mercato. Insomma ancora una stagione, quella che si profila all’orizzonte, da tregenda, da “lupi nel Bronx”, per un Milan sempre più vittima dei suoi vizi piuttosto che delle sue virtù.

Però dai, sorridiamo alla vita nonostante tutto, altrimenti verrebbe da piangere, da mettersi le mani nei capelli e strapparseli uno ad uno per la disperazione, il disappunto, l’imperizia di una società inetta, capace solo di sciacquarsi la bocca con belle parole e grandi proclami ma non di regalare (negli ultimi otto anni) ai propri tifosi una sola soddisfazione a parte lo scudetto, quello del 2009-10. Okey, non è poca cosa, d’accordo, ma il popolo rossonero, ricordiamolo, era abituato a ben altro, ad appagarsi con trionfi in ogni dove, ad esaudire e saziare la sua fame di vittorie e successi facendosi beffe delle più grandi squadre europee e internazionali. Ora, invece, Balotelli e soci trascinano le stanche membra e sbuffano infastiditi addirittura mettendo piede in campo nel torneo amatoriale sotto casa (in palio pizza e birra) o in un face-to-face con scapoli e ammogliati. Che tristezza, che caduta di stile…

E non mi si venga a parlare ancora del “ventennio” berlusconiano, non si tirino fuori nuovamente le solite amenità con le quali si cerca – quando ci si vuol sottrarre dalle proprie responsabilità – di gettare fumo negli occhi della gente che, sappiatelo, non è imbelle, tutt’altro! Quel periodo, meraviglioso e foriero di successi in quantità industriale, è alle spalle, lontano nel tempo. Oggi c’è dell’altro, oggi c’è il nulla. E un futuro nero come la pece. Per scacciare il pericolo più che incombente, comunque, non servono rituali subdoli o simildiabolici (cravatte gialle e quant’altro), servono invece un po’ di soldini e un pizzico di fantasia. Manca tutto questo? Beh, allora, arrivederci e grazie… E che Dio ce la mandi buona!

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