-
EDITORIALE DEL GIORNO
Servire Destro è un dovere ma avere palle giocabili è una chimera!
Cari Lettori Rossoneri,
la ventisettesima giornata di campionato, ottava di ritorno, con la vittoria della Juventus alla Favorita di Palermo, chiude, virtualmente per la matematica ma definitivamente nella sostanza, il discorso scudetto.
Infatti, nessuna squadra tra quelle che inseguono è in grado di fare un filotto travolgente per poterla impensierire, ove mai, la flotta bianconera, decidesse di distrarsi su di un campionato già vinto. Ed in effetti, eccettuata la Lazio, alla quinta vittoria consecutiva, Roma e Napoli palesano gravi lacune strutturali, non solo tecniche, ma anche e soprattutto psicologiche non indifferenti. La Roma non vince in casa da quattro mesi, dal 30 novembre, mentre il Napoli ha ricavato un punto su nove negli ultimi tre incontri. Entrambe rischiano di non entrare nell’Europa che conta.
Chiuso, quindi, il discorso con la vittoria della Juventus, che si cuce sul petto il vero 31° scudetto (è degli imbecilli disattendere il regolamento ed autoproclamarsi vincitori di scudetti revocati, a ragione o a torto, perché le regole del gioco, in qualsiasi contesto, si devono accettare, altrimenti non sarebbero validi neanche gli altri 31 vinti sul campo ed in tribunale e comunque chiunque potrebbe dire di essere vincitore di un “quid” al di fuori delle regole!), nel grigiore e nella mediocrità più assolute, ci soffermiamo sulla Milano calcistica, sempre più derelitta e triste.
Su entrambe le sponde del Naviglio.
In questo contesto allarmante, il Milan è sempre alla ricerca di una svolta, in buona sostanza di dare un senso a questa sua derelitta stagione, impregnata non solo di grigiore, ma anche di tanti, forse troppi equivoci tattici e tecnici che si stanno riverberando sulla classifica, sempre più desolante.
Il Milan, nel posticipo del lunedì, è entrato in campo, al Franchi di Firenze, con piglio autorevole ed all’inizio ha messo in difficoltà la Viola, sfiorando il gol in un paio di circostanze. Poi, lentamente, si è andato a spegnere, salvo trovare, all’inizio della ripresa un gol con quel rapinatore dell’area di rigore che è Mattia Destro, giocatore mai servito a dovere dallo spiccato individualismo dei compagni e che, appunto in area di rigore, è un vero e proprio “rapace”. Altro che lasciarlo in panchina o sostituirlo, Destro va servito a dovere. Ma con un centrocampo assolutamente latitante quale quello rossonero di quest’anno e con compagni che giocano da soli (Menez, Cerci ecc.) avere palle “accettabili” in area di rigore è una chimera!
Fatto sta che il Milan si trovava in vantaggio a Firenze fino ad oltre la mezz’ora del secondo tempo ed aveva l’opportunità, purtroppo non sfruttata, di raddoppiare in contropiede. Se si fossero “monetizzate” meglio le ripartenze, non staremmo qui a descrivere l’ennesimo finale fallimentare di questa fallimentare stagione.
Ed in effetti, complice anche Inzaghi, che operava un paio di sostituzioni assolutamente incomprensibili (chi scrive, sin da settembre, non vorrebbe vedere più in campo certi giocatori, come Bonera), il Milan faceva harakiri e, dal minuto 84 al minuto 90, si faceva letteralmente asfaltare dalla Fiorentina, che prima raggiungeva il pari e poi, in extremis, ribaltava il risultato.
E noi, ora, siamo qui a dover analizzare l’ennesimo passo falso rossonero, in questa stagione incolore e priva di soddisfazioni, stagione che, ce lo auguriamo, finisca il più presto possibile.
Anche in questa circostanza, il Buon Mister ha inanellato una serie di marchiani errori.
Soprattutto, non è riuscito, ancora una volta, a dispetto di uno schema di gioco condivisibile, il 4-3-3, ad infondere quella determinazione, quel coraggio che fanno la differenza. Se lo avesse fatto, certamente la squadra avrebbe, sotto il profilo dell’autostima, trovato quelle energie nervose e psicologiche, che le avrebbero permesso, se non di raddoppiare, di mantenere il risultato fino al termine. Ed invece, proprio in vista del traguardo, si è sfaldata. Ancora una volta.
Con il contributo… dei cambi operati dal Mister, sinceramente incomprensibili.
E non è la prima volta!
Poi, il solito stucchevole postpartita.
Anche questa volta, infatti, il Mister, nella conferenza postpartita, si è lasciato andare ad affermazioni ilari ed improponibili, lontane anni luce dalla realtà. Soddisfazione per la prestazione, con coeva affermazione di ottimismo per il futuro del campionato… sono obiettivamente esternazioni che, non solo non convincono, ma che appaiono solo finalizzate a camuffare una realtà che sta divenendo sempre più dai colori sfumati tendenti non più al grigio, ma al nero.
Inesorabilmente!
Parlare di esonero, a poco più di dieci giornate dalla fine, appare inutile.
Meglio concentrarsi sul futuro, sulla rinascita, su quella che ho chiamato “palingenesi”!
A questo punto, c’è solo da chiedersi se la si vuole davvero!
RIPRODUZIONE RISERVATA
1,255 Visite totali, nessuna visita odierna





