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EDITORIALE DEL GIORNO
T. Silva 42 m, D. Luiz 60 m: utopie di mercato
E’ vero, ormai lo abbiamo capito tutti che il calcio italiano è diventato, ahi noi, un calcio di secondo piano, un calcio di… periferia. E lo si può notare da tante piccole grandi cose, non ultimo – finiti campionati e coppe di vario genere dove mai le nostre partecipanti si sono distinte per qualità di gioco e spettacolarità mediatica – è il “mercato” che da una settimana impera sovrano senza sosta su tutti i media sportivi sia televisivi che di carta stampata.
Ma in questo assurdo e sconclusionato “gioco delle parti”, tra quattrini che circolano senza soluzione di continuità (Italia a parte) e scambi di figurine tra giocatori improbabili (dove noi siamo padroni assoluti), ci sono cose che devono essere chiarite per non creare confusione.
E’ di oggi, ad esempio, la notizia che il difensore brasiliano David Luiz è stato ceduto dal Chelsea al Psg per la modica cifra di 50 milioni di sterline (qualcosa come 60 milioni di Euro) e che allo stesso giocatore verrà garantito un ingaggio di circa 6 milioni a stagione. Somme, sia quella del cartellino che quella dell’ingaggio, del tutto assurde e sconsiderate nella loro imponenza se si rapportano al valore del calciatore, un esemplare di difensore centrale assolutamente sopravvalutato e spesso inaffidabile. Ma va bene così se lo sceicco, proprietario del club transalpino, beato lui, ha tanti quattrini da non saperne cosa fare gettandoli al vento con operazioni di dubbio gusto e fini a se stesse.
E allora mi viene da fare una riflessione relativa, nella fattispecie, al Milan e ai suoi uomini mercato: perchè tre anni or sono venne ceduto Thiago Silva per 42 milioni di Euro ed oggi – ammesso che Balotelli sia “disponibile” – Galliani e soci “sperano” di recuperare da una sua eventuale cessione (forse) 25 o, al massimo, 30 milioni di Euro? Il dubbio mi assilla: sono loro – e comunque i nostri operatori di mercato in generale – a non essere più capaci di agire con intelligenza e tempestività oppure sono i nostri concorrenti ad essersi fatti decisamente più furbi sapendo perfettamente che il calcio di casa nostra è in crisi e non può permettersi troppe illusioni? Diamoci una sveglia, rigeneriamoci e torniamo, non a dettare legge perchè non è più possibile, almeno ad avere un ruolo comunque importante nelle transazioni relative al calcio. Non dobbiamo – e non possiamo – farci ulteriormente prendere in giro.
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FOTO ZIMBIO.COM
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