Telenovela Milan

MR_Bertone

Beautiful in confronto è niente. La vera telenovela che farebbe impazzire qualsiasi sceneggiatore americano sta andando in scena tra Arcore, Via Aldo Rossi e Milanello, tanto che non è da escludere l’ipotesi che qualcuno decida perfino di farci un film. Non ci resta che riderci su cari amici rossoneri, perché altrimenti c’è il rischio di farsi venire un esaurimento nervoso.

Non bastavano i 7 mesi di gestione Allegri, la guerra tra Galliani e Barbara Berlusconi, i risultati disastrosi, la contestazione della curva. No, ci voleva dell’altro, tipo una bella congiura per far fuori Clarence Seedorf, colui che, non più tardi di due mesi fa, era stato chiamato per ricostruire, in nome di un progetto futuro che doveva riportare in alto il Milan. Una settimana fa, proprio sulle colonne di Milanorossonera.it, il sottoscritto invocava una rifondazione nel segno di Galliani e Seedorf. Bene, questo non succederà mai. Impossibile che i due possano lavorare assieme ancora per molto: questione d’incompatibilità caratteriale, di diversità di vedute, o semplicemente di giochi di potere.

Se ne sono dette tante negli ultimi giorni e i colpi di scena si sono susseguiti come nelle migliori telenovele (appunto!). Ha cominciato Seedorf, contattando Berlusconi attraverso la sua manager (che poi ha smentito) per chiedere più appoggio, ha proseguito Galliani, presentatosi ad Arcore con un dossier anti Clarence, hanno concluso gli ultras, rivelando su 7Gold una dichiarazione piuttosto pesante dello stesso allenatore (“3/4 di questa rosa non è da Milan”). A fomentare ulteriormente l’incendio poi ci hanno pensato Paolo Maldini e diversi giocatori rossoneri, che attraverso l’anonimato hanno fatto trapelare tutte le mancanze di Seedorf. I nomi di costoro non si sanno, ma è facile che si tratti degli stessi che il tecnico spedirebbe volentieri da un’altra parte. E proprio questa voglia di rivoluzione, invocata anche dalla maggioranza dei tifosi del Milan, rischia di costare cara all’olandese. Questione di soldi, ma anche, come detto in precedenza, di ruoli e di potere. Perché la rosa, definita inadeguata, l’ha costruita proprio Galliani. E Seedorf ora si trova solo, maledettamente solo. Barbara Berlusconi infatti non lo difende più e anche il presidente Silvio si starebbe ricredendo. Io però, a scanso di equivoci, lo dico forte e chiaro: sto con Clarence. Non tanto perché lo ritenga un grande allenatore (anzi, i fatti farebbero pensare l’opposto), quanto per le modalità con cui è stato isolato.

Accettare la panchina di un Milan ridotto così, per giunta a stagione in corso, è stato un atto d’amore, ragionato però. La proprietà gli aveva promesso carta bianca e un progetto a lunga scadenza, non il fucile puntato contro e la conferma legata ai risultati. Invece sembra proprio che l’olandese si giocherà la panca tra Lazio e Fiorentina, come un traghettatore qualunque. Da giugno poi via libera a Inzaghi, o forse a Prandelli, o forse a Spalletti. Forse, anche questa volta, Superpippo aveva letto il gioco in anticipo su tutti. Quando Galliani, dopo la sconfitta di Sassuolo, lo chiamò per affidargli la prima squadra, lui declinò gentilmente. Troppo bollente la patata in questione, meglio aspettare tempi migliori. Quando il Milan tornerà a fare il Milan, dentro e, soprattutto, fuori dal campo.

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