-
EDITORIALE DEL GIORNO
I miracoli non durano in eterno. Balotelli e i media: trattamento riservato
Sapevamo che prima o poi la sequenza di vittorie consecutive si sarebbe interrotta. Seedorf viaggiava ad una media da Champions vicinissima ai due punti a partita, ed era impossibile pensare che una squadra che per due terzi di stagione si era rivelata una nobile decaduta potesse solo vincere. Perdere sul campo della Roma di quest’anno non è una vergogna, bisogna accettare i propri limiti e fare i complimenti a Garcia e ai suoi ragazzi. Tra l’altro nei primi quarantacinque minuti, il Milan non è dispiaciuto, anzi. La magia di Pjanic ha tagliato le gambe ai rossoneri e spinto verso i tre punti i padroni di casa.
Ormai in questa stagione di montagne russe ce ne siamo fatti una ragione, va così, amen. Il vero problema è non vedere margini, spiragli di rinascita. Il presidente parla per interposta persona, attraverso trasmissioni che di tutto si occupano fuorché di calcio. In società, i due amministratori delegati sono nel bel mezzo di una guerra fredda che neanche gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica negli anni ’80. Giornalisti, tifosi e giornalisti tifosi, non aspettano altro che lanciare i loro “l’avevo detto” ad ogni passo falso. In questo clima, nulla è facile e tutto è amplificato, e chi va in campo non lo fa mai con la testa sgombra e a cuor leggero.
Ieri di fronte avevamo una squadra plasmata da un allenatore con le idee chiare e supportato in tutto e per tutto dalla società, cosa che a Milanello non accade da diverso tempo. Ma soprattutto c’era una squadra piena di talento, con calciatori acquistati e strappati alla concorrenza. La Roma vende Osvaldo, Lamela e Marquinhos ma compra Benatia, Strootman, Nainggolan e Ljajic, dopo aver speso tanto anche gli anni prima. Il contrario di quello che succede al Milan in pratica. Da noi i soldi incassati vanno a risanare il bilancio, da altre parti vengono reinvestiti. È questo il problema fondamentale. Se non riesci a competere economicamente con le altre squadre italiane, non puoi pensare di farlo nel rettangolo verde, perché finora di miracoli ne sono stati già fatti tanti. Certo, perché riuscire a staccare ogni anno il pass per la Champions League nonostante sessioni di mercato da lacrime e sangue, non può che essere considerato un miracolo. Ma prima o poi la corda si spezza, e quest’anno è successo proprio questo. La vera sfida, a questo punto, sarà ricostruire, si spera con un progetto serio, il che ovviamente non contempla l’eventuale e schizofrenico esonero di Seedorf.
Chiusura dedicata al “demente”, “ragazzino viziato”, “asino”, “capra”, e chi più ne ha più ne metta. Per chi ancora non l’avesse capito sto parlando di Mario Balotelli. Questi erano solo gli appellativi meno offensivi dedicati a lui, anche da rinomati giornalisti sportivi e non. Non entro nel merito dei loro giudizi, dico solo che quando sono altri a dire quello che pensano davanti alle telecamere, passano per eroi e per uomini veri. Quando lo fa lui apriti cielo. Una sorta di trattamento ad hoc, riservato a lui. Nessuno che abbia detto che dopo una partita in cui vieni chiamato “figlio di puttana” per oltre un’ora, da quasi cinquantamila persone, un piccolo sfogo ci può anche stare e non è la fine del mondo. Vabbè, capita, alla fine quando in cinquanta partite nel Milan fai solo trenta gol, il problema principale non puoi che essere tu…
RIPRODUZIONE RISERVATA
1,238 Visite totali, nessuna visita odierna









