Milan: altra mezza delusione

Paolo Vinci

Cari Lettori,

a valle della quinta giornata di campionato, emerge una realtà incontrovertibile, peraltro preventivata all’inizio della stagione: Juventus e Roma sono anni luce superiori alle altre squadre del campionato e si giocheranno lo scudetto in splendida solitudine.

Il campionato italiano, comunque, non certo per la schiacciante superiorità, già manifestata in partenza, di due sole squadre, è oramai da considerare, per la sua mediocrità, un campionato di seconda fascia.

Come del resto documentano tante circostanze, dalla fuga di campioni all’estero allo stesso ranking Uefa.

Intanto, il Milan inanella il secondo pareggio consecutivo in trasferta, sempre con una neopromossa e sempre in rimonta, dopo aver incassato un gol evitabilissimo (in fuorigioco?).

Quella di Cesena è una mezza delusione, che si va a cumulare a quella precedente di martedì scorso in Toscana.

In un contesto ambientale caldo, sotto tutti i punti di vista, l’incontro sul sintetico del “Manuzzi” ha evidenziato i soliti, oramai cromosomici, problemi rossoneri, ingigantiti, proprio all’inizio di gara, da un banale errore di Abbiati che, smanacciando malamente un pallone da bloccare, ha permesso a Succi di portare in vantaggio i padroni di casa. Il risultato, comunque, era stato ripristinato immediatamente da un colpo di testa di Rami e tutto lasciava sperare che il ribaltamento avvenisse da un momento all’altro. Ma, dopo un primo tempo sugli scudi in cui la squadra Rossonera non ha avuto la sorte dalla sua parte, lentamente, ma, purtroppo, inesorabilmente, nel secondo tempo si è progressivamente spenta fino a quando, alla mezz’ora circa, non è rimasta in dieci uomini per la (giusta) espulsione del migliore della difesa, Zapata, ultimo uomo a fermare le sfuriate in ripartenza degli uomini di Bisoli.

Le ripartenze cesenati appunto…

E’ infatti evidente che la squadra Rossonera non abbia ancora raggiunto quel necessario equilibrio tra i reparti. E ciò accade sia nel caso che Inzaghi sposi il 4-3-3 sia che si voti al 4-2-3-1, come ieri ha fatto in Romagna. Lasciare due uomini, come i due mediani davanti alla difesa (De Jong e Poli, poi, nell’ultimo quarto d’ora dell’incontro, Essien), alla mercè del centrocampo avversario, spesso fitto di uomini, con 60 metri di campo, comporta che, alla lunga, nella dinamica dell’incontro, vengono meno loro le forze e giocando con temperature estive come ieri, nel secondo tempo, si va in debito di ossigeno e si facilitano le ripartenze degli avversari. Per fortuna, quelle ripartenze cesenati non sono state letali, ma hanno provocato l’espulsione di Zapata e quindi una possibile vittoria.

Inzaghi dovrà lavorare proprio tanto per dare un equilibrio alla squadra, tutt’ora in alto mare.

Allo stesso tempo, il buon Pippo dovrà necessariamente individuare i due centrali da mandare, senza eccezioni e meno che mai senza alternanze, in campo stabilmente. Proponiamo Alex (buona la sua prestazione ieri, nonostante essere entrato a freddo per “coprire” la dipartita violenta di Zapata) e lo stesso Zapata.

Altro problema endemico della squadra è quello del centrocampo, non in grado, per carenza di piedi buoni, a “monetizzare” quel grande patrimonio tecnico che, invece, sulla “trequarti” ed in attacco la squadra presenta.

Sono, questi, tutti problemi che devono essere affrontati, senza ubbie e senza alibi.

Con la convinzione di poterli risolvere e con la stessa feroce determinazione che il nostro Mister ha sempre, da giocatore prima e da allenatore nei primi passi fin qui, palesato.

Buona settimana a Tutti.

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