Milan: Giusto punire Theo, ma non solo…

Milan Giusto punire Theo, ma non solo…

La società Milan, almeno apparentemente, ha preso una posizione. Multerà e punirà il capitano Theo Hernandez.

Decisione condivisibile, ma secondo me non sufficiente. In questo momento la dirigenza si sta dimostrando unita intorno all’allenatore Paulo Fonseca che è stato detronizzato dal giocatore francese in almeno due occasioni ed entrambe con gesti molto plateali. La prima, quella di Roma, dove il calciatore – insieme all’amico Leao – non si sono radunati intorno al tecnico portoghese in occasione del “cooling break”, rimanendo in disparte dall’altra parte del campo. La seconda, quella di Firenze, dove il tecnico aveva designato Christian Pulisic come rigorista della squadra e dove Theo prima e Abraham dopo, hanno tolto di fatto il pallone dai piedi del giocatore americano.

Dopo queste doverose premesse le domande sorgono spontanee: “Giusto punire il solo giocatore francese? Perché lasciare impuniti Abraham e lo stesso Tomori che ha sottratto il pallone allo statunitense per lasciarlo all’amico Tammy?”.

Personalmente mi sembra che la linea del dialogo non sta avendo i frutti sperati e quindi credo che la società debba essere dura e più presente. La prima soluzione è portare in ritiro la squadra finché non si veda un clima ed un atteggiamento unito ed accettabile. La seconda soluzione sarebbe un ribaltone tecnico dove, ovviamente, vedrebbe pagare il solo Fonseca. Quest’ultima soluzione non mi piace fino in fondo, perché, nonostante non sia un grandissimo estimatore del tecnico portoghese, di fatto darebbe ragione ad un gruppo di calciatori che appare fin troppo viziato, appagato e soprattutto senza un valido motivo per esserlo. Ricordo che, sostanzialmente, è la stessa rosa che ha perso i sei derby consecutivi o che si è vista sbattere in faccia la seconda stella dell’altra squadra di Milano. Linea dura doverosa, ma non con delle multe simboliche. Tutti in ritiro ed allenamenti doppi fino a quando non otterranno una serie di risultati positivi e soprattutto dove si vedranno meno atteggiamenti da star e più da umili operai del pallone. In altre parole, meno acconciature stravaganti, meno tatuaggi e più sguardi affamati di vittorie.

Ora la palla passa alla società ed in particolare al “boss” Zlatan Ibrahimovic. È tempo di decisioni forti e meno dichiarazioni deliranti.

Ricordiamo alla proprietà americana, che sopra al Milan non c’è nulla! Le tradizioni vanno rispettate e non va imposta una cultura! Capisco che il modus operandi degli statunitensi è d’imporre il proprio modo di pensare, dai fast food a forme d’intrattenimento carnevalesche, ma per l’italiano, il calcio è una vera e propria religione. Più rispetto per i tifosi e per il grande e glorioso AC Milan!

RIPRODUZIONE RISERVATA

12,873 Visite totali, nessuna visita odierna

Commenti

commenti