Seedorf trasmette entusiasmo ovunque e complimenti per il Viareggio

Paolo Vinci

Prima di analizzare la vittoriosa trasferta di Genova, sponda Samp, è doveroso un passo indietro. La settimana terminata ieri ha presentato molte novità in casa rossonera, dalla vittoria al Torneo di Viareggio, campionato mondiale giovanile vero e proprio, dei meravigliosi ragazzi di Pippo Inzaghi (il Milan si cuce la simbolica “stella” del decimo trionfo, unica squadra al mondo) alla sconfitta, immeritata e rocambolesca, nell’ottavo di finale di Champion League, in quel di San Siro, con un Atletico Madrid tutt’altro che travolgente, come una forse un po’ troppo superficiale stampa spagnola ed internazionale aveva disegnato. Una sconfitta che fa male perché la squadra, per almeno un’ora aveva dominato, palesando progressi inaspettati (dopo la brutta partita col Bologna). Ora, al Vicente Calderon, l’11 marzo, sarà difficilissimo ribaltare il risultato, anche se Mister Seedorf ha già dichiarato, sin dalla conferenza stampa di fine partita, che siamo solo al primo tempo.

Mister Seedorf, appunto.

Il Mister sta spruzzando entusiasmo ovunque. E chissà che questo non possa divenire l’analgesico di tutti i mali di questa strana stagione, fin qui, obiettivamente, deficitaria.

Proprio questo entusiasmo ha dato impulso, nell’incontro di mercoledì prima, specialmente nel primo tempo, e di domenica a Marassi poi, per l’intero incontro, ad una prestazione della squadra migliore di tutte le altre in stagione, sia sotto il profilo tecnico sia soprattutto sotto quello atletico.

La squadra, a Marassi, è apparsa tatticamente compatta, unita, con un gioco coeso tra i reparti e con individualità ben identificate (Amelia, Rami, Taarabt, Pazzini su tutti) che fanno ben sperare in un finale di stagione al tempo stesso produttivo per i risultati e foriero di una prossima stagione sugli scudi. Insomma, la mano di Seedorf si incomincia a vedere. Soprattutto, il tecnico ha recepito, sulla sua pelle (vedi Napoli!), che non è possibile giocare con il 4-2-3-1 senza che i tre dietro alla punta rientrino costantemente ed aiutino i due centrocampisti e all’occorrenza i difensori. Sotto questo profilo il 4-2-3-1 all’occorrenza deve divenire, come è accaduto con gli Spagnoli, un 4-4-2 o addirittura un 4-4-1-1. Duttilità, sacrificio e condizione atletica sono indispensabili.

Lasciando in un angolo della mente l’impegno decisivo di marzo con l’Atletico, domenica sera scende a San Siro la Juventus, travolgente come risultati ed ora, a causa degli impegni infrasettimanali, un po’ in affanno atletico. Ha vinto il derby con uno sfortunato Toro grazie alla “benevolenza” dell’arbitro Rizzoli che ha dapprima optato per non espellere, peraltro per ben due volte, lo squalificato Vidal e che poi ha negato un clamoroso rigore al Torino (che avrebbe comportato l’ammonizione per il diffidato Pirlo) quando oramai era incombente la “Zona Cesarini”.

Partita dunque particolare ed importante quella Milan-Juve. Da giocare con il sangue agli occhi, sapendo che alla Juve è concesso sempre qualcosa di più…

San Siro dovrà essere stracolmo per un’altra magica notte di calcio e di spettacolo. Una notte in cui dovrà scendere in campo il miglior Milan di questa stagione.

Un caro saluto a Tutti i Lettori.

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