Milan: certezze in campo, timori in società

Fabio Conte

Perdere ma essere contenti. Beh, proprio contenti no, ma almeno con la convinzione di aver dimostrato di poter giocare, se non proprio alla pari, ma con qualità e determinazione in casa di una delle pretendenti allo scudetto, corazzata Juve permettendo.

Dopo Roma Milan, l’impressione è che la squadra di Montella sia finalmente tornata a giocare senza paure ed esitazioni, come era stato per decenni per la squadra rossonera, contro ogni avversario. In queste ultime stagioni, qualche buona partita, qua e là, s’era anche fatta, ma la domenica seguente si aveva sempre l’impressione che si dovesse ricominciare tutto da capo, che ci fosse sempre qualche timore per qualsivoglia avversario, che mancassero certezze. Oggi, finalmente, s’è voltato pagina. La squadra, i giocatori, sembra sappiano sempre cosa fare, affrontano gli avversari con piglio, dando la sensazione di conoscere sia le difficoltà che arrivano dal campo, sia le giuste contromisure. E piano piano, partita dopo partita, cominciano ad abbandonare la via del contropiede e della rimessa, guadagnando minuti di possesso e di trame. La strada è ancora lunga e queste convinzioni si devono cementare, anche tra i tifosi, ma la via intrapresa da Montella sembra quella giusta, al netto di qualche decisione nei cambi che non sempre convincono, dai rincalzi non sempre adeguati, e soprattutto agli scricchiolii societari, costantemente sotto i riflettori. La gara contro l’Atalanta, squadra tignosa e competente, sarà l’ultimo ostacolo prima di una trasferta a Doha, per la Supercoppa italiana, una sfida che non può che solleticare le ambizioni di chi non ha vinto niente fin ora, e di chi vuol tornare a vincere, cioè i tifosi rossoneri.  Si troveranno davanti però, chi la fame, la voglia e la capacità di vincere non l’hanno mai persa, in particolare negli ultimi anni, nello specifico in Italia.

Ma Doha è nel Qatar.

 

Non dal Qatar, ma da qualche altra parte, è arrivato ieri il secondo bonifico. Non si sa esattamente da dove, visto che dalla Cina, ci dicono, ci siano delle difficoltà a far uscir denaro. Questa seconda trance di ben 100 milioni di euro, serve a rinviare, al 3 marzo pare, l’accordo per la chiusura, l’ormai noto closing,  sottoscritto mesi fa. Penso che ormai anche nella mente del più ottimista dei tifosi,  e in chiunque sperasse in un pronto e ricco cambio societario, qualche dubbio, alla fine, abbia fatto capolino. Le incongruenze, le illogicità, i misteri che avvolgono, seguono e trasudano da questa vicenda, stanno rivelandosi anche a chi, per ingenuità o per calcolo, sperava in un cambiamento di proprietà, qualunque esso fosse. Ma cadere dalla padella alla brace, come si dice, è facile e deleterio. I miei timori, di cui scrivo da mesi, sono molti, ma oggi voglio analizzarne uno.

Se qualche imprecisione, malversazione, o espediente venisse usato in un affare di finanza che non tocchi lo sport in generale, e il calcio in particolare, gli effetti, se si indagasse, si avrebbero solo molti anni dopo. Considerando la giustizia ordinaria, e italiana in particolare, grazie al garantismo che, giustamente, apre  la via a ricorsi ed appelli, la sentenza arriverebbe chissà quando. Sappiamo poi, che si potrebbero convenire punizioni a livello pecuniario con sanzioni, più o meno salate, che metterebbero chi avesse sbagliato, in grado di poter rimediare pagando una multa. Anche chi si defilasse da un affare, o peggio, non fosse puntuale con le coperture delle imposte, rischierebbe relativamente poco e in tempi molto lunghi. L’unica eccezione e la certezza di rapidità, si ha se si va sotto la lente della giustizia sportiva. Per necessità,  velocità d’indagine e chiusura sono la norma, travalicando prassi e riassumendo i concetti. Ma soprattutto, la punizione è immediata, fa niente l’eccezione che ne potrebbe seguire: lo sport è lo sport e una stagione segue l’altra. Ora, spero di parlar al vento, ma uno dei miei timori è che chi arriverà, o chi alla fine avrà, o terrà, il Milan non pensi di passare da scorciatoie che, se irregolari, una volta scoperte, se trattassero, toccassero, o sfiorassero il Milan,  porterebbero ad una punizione severa e irrimediabile, che toccherebbe non solo chi ha sbagliato, ma soprattutto il cuore i sentimenti e l’amore dei tifosi rossoneri. Tifosi che  hanno già pagato in un passato lontano, che magari non molti ricordano, senza essere stati risparmiati come altri che la sfangarono; anche nello scorso decennio, i milanisti son stati messi in mezzo e puniti oltre misura, a mio parere, anche se la vittoria dell’ultima Champions ha poi spazzato e lenito l’ingiustizia. Speriamo comunque che il passaggio o la gestione futura siano limpidi e chiari, più chiari che questa lunga pantomima.

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