CLAMOROSO: Se Inzaghi dovesse fallire panchina a Spalletti o Conte

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Partendo dall’augurio e dalla speranza che sin da sabato sera a Roma con la Lazio e nelle prossime partite,  il Milan e Inzaghi possano ritrovare quella serenità e continuità di rendimento che li permetta di raccogliere sul campo consensi dirigenziali, prestazioni e soprattutto punti, la società rossonera, starebbe sondando, nel caso in cui la situazione dovesse precipitare, il “terreno degli allenatori” e in questi giorni avrebbe contattato due tra i migliori tecnici italiani.

Infatti stando a delle clamorose indiscrezioni in nostro possesso, sarebbe stato il Presidente Silvio Berlusconi in prima persona ad aver “chiesto informazioni” al Ct della nazionale italiana Antonio Conte e al “disoccupato di lusso” ex Zenit San Pietroburgo,  Luciano Spalletti.

Riavvolgendo il nastro di questi incredibili rumors di mercato, la proprietà rossonera, dopo il “balletto” del comunicato-non comunicato dell’ANSA ad inizio settimana in cui smentiva categoricamente accuse e messe in discussione nell’operato di Super Pippo per il solo punto racimolato in 3 partite da 9 potenziali, lo scarso impegno e attenzione  dei giocatori, sarebbe seriamente preoccupata non solo per la mancanza dei risultati, ma anche per  l’involuzione del “giuoco” e il mettere in campo gli uomini secondo una disposizione tattica non tanto cara al Presidente (mancanza di un centrocampista di qualità davanti alla difesa e di un vero numero 9 su tutti n.d.r) .

E cosi, sarebbe partiti i primi sondaggi, semplici pour parler con i due tecnici italiani, vecchi amori  della società rossonera.

In primis, Antonio Conte (presente martedi scorso a San Siro per Milan-Sassuolo di coppa Italia n.d.r.) , quello che ad aprile/maggio dello scorso anno, quando era già stato deciso il destino di Seedorf , era il favorito numero uno, il Prescelto.

 Il tecnico salentino era pronto ad accettare l’offerta pluriennale rossonera,  per una nuova ed eccitante scommessa, far ripartire il Milan cosi come era riuscito alla Juventus, ma prima Marotta e successivamente  Agnelli, si misero di traverso, impedendo il passaggio dell’allenatore leccese al club di via A.Rossi. Cosi, è storia nota, l’ex allenatore bianconero, dopo essersi lasciato malamente con la Juventus e accettato l’incarico della FIGC e della nazionale, a distanza di sei mesi tra le polemiche con alcuni vertici federali, i bastoni tra le ruote messi dalle rispettive società (questione convocazioni-stage n.d.r.) e la mancanza del lavoro quotidiano sul campo, starebbe riflettendo sul suo immediato futuro e al vaglio, ci sarebbe anche l’idea clamorosa di lasciare la Nazionale e ritornare a lavorare in un Club importante e prestigioso proprio come il MIlan.

Una scommessa stuzzicante, coinvolgente e stimolante che per un allenatore vincente e che vive di sfide e adrenalina allo stato puro come Antonio Conte, sarebbe il massimo dal punto di vista emozionale ed emotivo. Ricordiamo che il tecnico salentino nonostante il nuovo incarico con la Nazionale italiana non si è mai trasferito a Roma o a Firenze, ma vive ancora con la sua famiglia a Torino e non disdegnerebbe affatto il trasferimento a Milano,città  che gli permetterebbe di rimettersi”in pista”e di essere allo stesso tempo vicino ai suoi affetti più cari. La società avrebbe chiesto informazioni a Conte in particolare per capire il suo gradimento verso la panchina rossonera e soprattutto  la possibilità e fattibilità di liberarsi dal ricco e lungo contratto con la FIGC e con lo sponsor tecnico della Puma.

In secundis, un altro “pallino presidenziale” sarebbe stato contattato dalla dirigenza rossonera, quel Luciano Spalletti che  in passato più volte è stato vicinissimo a sedersi sulla calda e bollente panchina milanista. Infatti, stando a queste  indiscrezioni, l’allenatore toscano sarebbe già stato ospite da Berlusconi ad Arcore  in due occasioni, la prima nel giugno del 2009 dopo l’addio di Carlo Ancelotti (si decise di puntare su una soluzione low cost e interna come Leonardo n.d.r.) e la seconda nello scorso marzo, dopo l’eliminazione del Milan dalla Champion’s League da parte dell’Atletico Madrid, ma nonostante il gradimento da ambo le parti, non si è mai arrivati alla fumata bianca in quanto Spalletti era “abituato a guadagnare tanto”…troppo per le casse rossonere.

Il tecnico di Certaldo, ormai lontano troppo tempo  dal campo, avrebbe dato invece la sua immediata disponibilità anche a costo di guadagnare meno, e  rappresenterebbe la soluzione più possibile e concreta,  sia perche va in scadenza con il club russo a giugno e sia perchè ama quel 4-2-3-1 che l’attuale organico rossonero ha tra le corde e conosce bene, dulcis in fundo,  ritroverebbe quel Jeremy Menez già avuto alla Roma e con il quale aveva un rapporto eccezionale.

In altre parole due allenatori d’esperienza ai quali verrebbe chiesto di “mettere in riga” uno spogliatoio caldo come quello milanista e soprattutto una chiara e netta inversione di tendenza e di risultati. Detto questo, è difficilissimo pensare che dopo gli esoneri di Allegri e Seedorf anche Inzaghi rischi nell’immediato, anche perchè oltre al tecnico piacentino, a libro paga rimane il caro Clarence  fino al 30/6/2016 con i suoi 2,5 milioni di € netti…ma che una riflessione sul futuro della guida tecnica  sia ufficialmente riaperta,  è un dato di fatto incontrovertibile.

I prossimi sette giorni saranno per il Milan e per Super Pippo un banco di prova difficilissimo, probabilmente lo snodo fondamentale della stagione 2014/15,  che ci auguriamo “l’eroe di Atene” e con lui, tutto il gruppo rossonero superi alla grande, ritrovando quella compattezza ed entusiasmo dell’inizio della stagione, rilanciandosi in campionato e puntare dritti alla vittoria della coppa Italia.

 Un’ennesima sconfitta sabato all’Olimpico (sarebbe la terza nelle ultime 4 partite, la 4 nelle ultime 7 con 1 sola vittoria n.d.r.) e un’eliminazione nell’unica coppa stagionale in cui il Milan sia impegnato, aprirebbe di fatto una crisi con conseguenze drammatiche, una crisi che  fino a poco più di un mese fa sembrava inimmaginabile…e cose non da Milan, il terzo tecnico bruciato in poco più di un anno.

Quindi, tanto per dirla alla Galliani, calma e gesso, ma va trovata immediatamente una soluzione a questo momentaccio e se poi, a pagare dovrebbe essere il giovane tecnico Inzaghi (ahhh il destino infame di tutti gli allenatori…) allora avremmo immolato come vittima sacrificale il secondo, consecutivo, eroe dell’Olimpo rossonero, dopo Clarence anche Pippo, due delle più grandi leggende della storia milanista di sempre.

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