Milan: l’affare che non appare

Fabio Conte 2

Vincere fa sempre piacere. Vincere in trasferta e nell’anticipo, fa vivere in serenità tutto il week end, soprattutto quando è  bislungo, spalmato.

Ci si diverte a sconfitte inattese, si rimane stupidi a vittorie risicate o sfumate, si accettano risultati un po’ falsati dalle decisioni arbitrali. Insomma tutto passa col sorriso. Sorriso regalato dai ragazzi di Montella che vincono sul sempre ostico, per i rossoneri, campo di Empoli. In effetti, nel primo tempo le occasioni migliori, eclatanti, sono state dei toscani di Martusciello, ma Lapadula alla prima occasione ha castigato. Dopo il pareggio della vecchia conoscenza Saponara, Suso, un autogol su tiro di Bonaventura e ancora Lapadula, chiudevano l’incontro. E così, la serenità cancella le perplessità di inizio partita, e sembra regalare quell’ottimismo sconosciuto ad inizio anno, dimenticato per le tante stagioni negative. Ottimismo che è aiutato dalla buona sorte talvolta, ma che fortifica la fiducia e  fa sì che si abbia sempre l’impressione di poter raggiungere il risultato pieno. Decisivo in queste ultime partite in trasferta, Gianluca Lapadula. Emblematico già quest’estate: primo e unico acquisto, spinto da Berlusconi, senza l’approvazione poi millantata da parte di Gancikoff, -ricordate?-, che aveva risvegliato l’entusiasmo dei tifosi, per il colpo di mercato inaspettatamente rapido, neanche fossero i bei tempi andati, e per un ragazzo che aveva colpito per voglia e grinta, soprattutto nei play off di B. E così oggi, chi non è rossonero, si stupisce dell’accoglienza che viene concessa al ragazzo quando entra, e dalle aspettative  che lo circondano.  Sì, il sostegno a Lapadula, è un credito di fiducia e rappresenta la voglia dei tifosi di tornare ad entusiasmarsi per un sogno, per un 9, per un ragazzo che gioca col cuore.

Se Lapadula sta trasformando i sogni in realtà, regalando ottimismo all’ambiente,  ben diverso è  quel che si auspicava quest’estate, su un prossimo roseo futuro cinese che togliesse la società dall’impasse, e dall’immobilismo sul mercato. All’inizio fu il problema cardiaco di Berlusconi, poi un cambio di soci, con l’allontanamento dei garanti, e un tuffo nello sconosciuto mar cinese della finanza, con misteriosi finanziatori da recuperare. Voci illazioni rimandi. Il tutto però sempre sostenuto da certezze, sicure certezze da parte di molti media, riprese e incollate il più delle volte, ma puntualmente disilluse. Nessuno che abbia incontrato gli amministratori della SES, nessuno che abbia avuto reali conferme delle solidità dei protagonisti conosciuti, figurarsi quelli sconosciuti, e nemmeno un Fassone che tornando dalla sua missione orientale spendesse una frase, uno sguardo, un ammiccamento per rassicurare e per allontanare i dubbi. Ci si è fidato del si dice,  degli spifferi italiani, senza cercare quale fosse la consistenza del vento cinese.

Vorrei però, non mi si fraintendesse. Mi sembra chiaro che la storia tra il Milan e Berlusconi sia giunta al termine. Vorrei, mi piacerebbe, che finisse nel migliore dei modi, ricalcando le preveggenti intuizioni di inizio presidenza, riuscendo a cedere il Milan in mani sicure. Ho paura invece, che questo non stia avvenendo. Credo che la necessità di cedere la società e la mancanza di offerte concorrenziali, stiano lasciando il campo  personaggi equivoci che nella migliore delle ipotesi, vorranno ricalcare la strada di Thohir nel ristrutturare guadagnandoci per poi rivendere, ottenendo altro ricavo. Il tycoon interista però, faceva il suo mestiere, e bene, essendo un abile ed esperto manager che riassetta e riordina le società, per venderle, come ha poi fatto, a ricchi  e sicuri investitori. Nella vicenda che riguarda il Milan invece, mi sembra di essere di fronte a giovani ed inesperti arrampicatori. Né, la frizzante ma incerta ricchezza del sistema finanziario cinese, dà sicurezze a lungo termine. La paventata partecipazione di capitali statali, che ritenevo legante e fuorviante, assume oggi, se venisse confermata, come elemento calmierante e tranquillizzante sulla serietà dell’intervento; ma proprio questa presenza nel gruppo acquirente stupisce non faciliti lo sblocco dei capitali in uscita, che pare sia l’ultimo ostacolo dichiarato, cosa mai sentita  nelle altre transizioni finanziarie che abbiano riguardato società calcistiche in Italia ed all’estero, per altro.  Insomma si galleggia in un mare d’incertezze -manco si parlasse di  liquidità-, tra le onde alzate quotidianamente dalle dichiarazioni di Berlusconi, e puntualmente contraddette da lui medesimo, e le voci che affiorano su un guazzabuglio, un intrigo, che comincia a stancare un po’ tutti.

Solo Montella, pare impermeabile alle intricate vicende, almeno per ora, e sembra avere un bell’ombrello di tranquillità, che ripara la sua squadra e i suoi giocatori, dai rovesci dell’affare che non appare. Speriamo si vada avanti così, anche se, a lungo andare, qualche schizzo, qualche scroscio, finirà per bagnare un po’ tutti. A meno che, rinvio dopo rinvio, non si arrivi a fine campionato con questa classifica: chissà non siano le nuove frontiere della scaramanzia.

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