Ventiquattro sfumature di rossonero

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“Ventiquattro sfumature di rossonero…”! E’ l’ennesima “invenzione” di Pippo Inzaghi, l’ultima in ordine di tempo.

Ogni partita una formazione diversa, non s’era mai visto… Allucinante! Ma almeno stavolta si è vinto e, di questi tempi, non è cosa da poco. Anzi… C’è però voluto un tiro dalla distanza di Jack Bonaventura e un penalty alquanto generoso (realizzato da Pazzini nei minuti di recupero) per far riacquistare ai rossoneri quella fiducia che stava via via scemando, quell’orgoglio e quella tradizione vincente che da tanto, troppo tempo era venuta a mancare. Il classico… brodino caldo, insomma, nulla più, naturalmente. Perché sul piano del gioco ancora non ci siamo; dunque, prendiamoci questi tre punti e che siano di buon auspicio per il presente e per il prossimo futuro.

Ma non si può sempre soffrire così. Le partite, quando si va in vantaggio, bisogna necessariamente (anzi, obbligatoriamente) chiuderle. Lo si voglia o no… Altrimenti i rischi di sbatterci il muso sono molti. Quella contro il Cesena è una vittoria che non scaccia certo la perenne crisi, tecnica e tattica che da tempo attanaglia il Milan ma che per Montolivo e compagni  è indispensabile come il pane, come l’aria per respirare. Non è neppure la “gara della svolta” così come voleva Pippo Inzaghi, ma almeno si è dato un importante scossone alla classifica per giungere quanto prima possibile a quei 40 punti che sono, da sempre, lo spartiacque tra la permanenza nella massima divisione e la caduta, peccaminosa e imbarazzante degli dei dall’Olimpo.

Un risultato che farà felice (finalmente) anche il presidente Berlusconi il quale auspicava un successo per tornare a vivere con maggiore serenità questo finale di stagione. E successo è stato seppure a metà perché certo non si può dire che il Milan sia guarito, tutt’altro, soprattutto sul piano del gioco e della manovra che ancora lascia molto a desiderare. Insomma, si viaggia sempre con manovre perimetrali fini a se stesse senza affondare i colpi come invece dovrebbe essere necessario. In questa situazione ci si deve dunque affidare, giocoforza, alle individialità, al colpo di classe del fantasista di turno per mettere il timbro, la griffe d’autore sulla partita. Ma non sempre è così… Almeno per questo Milan che non possiede le stimmate della squadra di rango come invece ci aveva abituato in altri tempi ben più remunerativi sia sul piano dei risultati che del gioco. Ma tant’è! Ora non si può pretendere di più e tanto basta. E in attesa di tempi migliori meglio prendersi quel poco che ci viene offerto anziché il nulla assoluto.

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