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EDITORIALE DEL GIORNO
2014-15: Le pagelle di fine stagione
Come ogni anno vi proponiamo le pagelle relative alla fine della stagione sportiva appena trascorsa. Visto il risultato deludente i voti saranno molto bassi. Ma c’è qualcuno che nonostante tutto si salva: vediamo nel dettaglio – come sempre, reparto per reparto.
Portieri
Diego Lopez, voto 7.5. Risulta spesso essere il migliore in campo ed è forse il più importante acquisto estivo ed uno dei punti su cui ricostruire. Decisamente da migliorare in alcune situazioni come le uscite (dove si sta abbiatizzando) ed il rilancio del pallone. Pesano sul suo conto alcune papere pesanti come Parma e Reggio Emilia. E’ comunque il portiere che al Milan mancava ed esce da questa serie A come il migliore del torneo nel suo ruolo.
Christian Abbiati, voto 6.5. Parte malissimo con una papera a Cesena ma relegato nel ruolo di secondo portiere – che avrebbe dovuto occupare almeno negli ultimi 5 anni – sforna una delle sue migliori stagioni. Da ricordare la fondamentale parata a Verona contro l’Hellas.
Michael Agazzi, voto s.v. Non viene mai chiamato un causa. Panchinaro di lusso.
Difensori
Salvatore Bocchetti, voto 5.5. Ha giocato troppo poco per essere giudicato a fondo. Con lui in campo, però, il Milan ha perso una sola volta (Napoli) e peraltro con i gol incassati dopo la sua sostituzione. Gli darei la sufficienza se non fosse per quell’errore grave con il Verona a fine partita che ha portato al gol del 2-2.
Adil Rami, voto 5. Una stagione decisamente al di sotto rispetto a quella ottima di un anno fa. Aumentano i rimpianti pensando che è stato uno dei pochi pagati nel mercato estivo e che sono stati rifiutati ad Agosto 15 milioni del Monaco. Da capire le prospettive future del giocatore, decisamente ridimensionate.
Gabriel Paletta, voto 6.5. Il miglior acquisto del mercato di gennaio. Aumenta le certezze della difesa nella seconda parte di stagione dove conquista con pieno merito il posto da titolare. Sono molto curioso di vederlo all’opera con un vero allenatore.
Christian Zapata, voto 4.5. Usciva dal mondiale 2014 come uno dei migliori difensori del torneo. Non si capisce perché al Milan non si sia mai ripetuto su quei livelli e sui livelli che era abituato ad esprimere all’Udinese. Questo danneggia la rosa ed il risultato perché Zapata ha caratteristiche uniche nel nostro reparto di centrali. Finisce come nell’era Seedorf: male ed in panchina.
Alex, voto 5.5. Dopo una prima parte di stagione più che ottima entra nel vortice degli infortuni (nonostante l’età e le maldicenze mai così e mai così tanti finora). Nella seconda metà di stagione il rendimento cala drasticamente nonostante il gol al Sassuolo. Decidere il suo futuro e decidere in fretta: cedere o riprovarci.
Philippe Mexes, voto 5. Malgestito da Inzaghi che prima lo mette fuori rosa, poi lo recupera con la Samp e da lì sarà titolare tutta la stagione. E’ sicuramente il migliore del nostro parco centrali, peccato però per i colpi di testa che costano rossi e giornate di squalifica. Non può il Milan ripartire da un giocatore così dal punto di vista comportamentale – per cui grazie ed arrivederci.
Daniele Bonera, voto 5. Che è la media ponderata tra il 4,5 da centrale per larga parte della stagione ed una sufficienza piena quando gioca terzino, confermandosi il migliore della squadra. Molti tifosi se la prendono con lui su alcuni gol subiti – non sempre a ragione. Paga l’essere l’anello debole di una difesa che subisce troppo.
Michelangelo Albertazzi, s.v. Riscattato per caso dal Verona, saluta a fine stagione. Corpo estraneo.
Christian Zaccardo, s.v. Tre apparizioni. Bene col Parma, male con la Juve, rosso col Torino. Troppo poche per estrapolare un giudizio concreto.
Luca Antonelli, voto 6.5. Buon acquisto del mercato di Gennaio: partito fortissimo poi si è perso nel girone di ritorno terminato nel vortice degli infortuni. Possiamo dire comunque che è stato un forte upgrade rispetto ai terzini precedenti.
Mattia De Sciglio, voto 4. Non ho parole per descrivere la sua involuzione. Un’annata imbarazzante al termine delle quale dovrebbe porgere le proprie scuse ai tifosi e rimborsare lo stipendio percepito nell’ultimo anno. Da cedere.
Ignazio Abate, voto 5.5. Tra i migliori ma ampiamente sotto la soglia della sufficienza. Il Milan ha bisogno di ritrovare il più presto possibile il terzino dell’ultimo scudetto. Condivido comunque la scelta del rinnovo di contratto.
Centrocampisti
Nigel de Jong, voto 5. Idolo ingiustificato dei tifosi per il carisma è una delle principali cause dell’equivoco tattico che ha portato il Milan 10°, 8° e a metà del girone d’andata l’anno prima al momento del suo infortunio. Ingiustificato giocare col passaggino a 3 metri in fase offensiva salvo poi non fare niente e perdere palloni a ripetizione. I “tackle” che hanno conquistato i tifosi sono per lo più per lo spettacolo. Basta mediani davanti alla difesa. Si parla di rinnovo, Dio ce ne scampi.
Michael Essien, voto 4.5. Era partito bene contro Verona, Inter, Sampdoria (primo tempo) ed Udinese – a tratti faceva sperare in un recupero ed un ritorno ai suoi livelli. Dopo quelle partite, però, la cosa ha assunto il limite del tragicomico tra prestazioni vergognose ed infortuni. Un onore aver avuto comunque un giocatore così con la nostra maglia.
Giacomo Bonaventura, voto 7.5. Uno dei migliori della stagione appena passata. Un solo calo nel girone del ritorno in un campionato che lo ha visto segnare 7 gol e 4 assist. Il suo valore di mercato rispetto a 365 giorni fa è praticamente raddoppiato. Pensare che se fosse stato per i tifosi avremmo tenuto Cristante e non sarebbe mai venuto.
Riccardo Montolivo, voto 6. Come ho già scritto sabato sera l’assenza del Capitano in questa stagione ha avuto un peso importante. Gioca 10 partite, spesso a spezzoni in un calvario che lo ha portato a tre infortuni diversi dopo il rientro certificando una pessima gestione dal punto di vista fisico, cominciata in quel di Dubai. Il Milan migliore della stagione è – non per caso – quello che lo vede al meglio della condizione prima della sosta. Da recuperare al meglio per il 2015/16, la costruzione del centrocampo riparte da lui.
Andrea Poli, voto 5.5. Se fossimo a scuola diremmo “si impegna tanto, ma non ci arriva”. E’ il riassunto della stagione di uno dei giovani più clamorosamente bruciati della storia del calcio Italiano. 3-4 anni fa si parlava un gran bene di questo giocatore – da tenere a mente quando si parla di “giovani promettenti”. Monetizzerei il prima possibile.
Marco Van Ginkel, voto 5. Inutile e privo di ogni carisma nella prima parte di stagione. La partita con la Lazio di campionato è il simbolo del fallimento totale nella prima parte della stagione. Si riprende nella seconda, approfittando di ritmi balneari e di un campionato quasi finito. Non punterei su di lui per il futuro, visto che non è nemmeno nostro, e lo rispedirei a Londra.
Sulley Muntari, voto 4. Il peggiore dell’anno – per distacco. Parte anche bene, poi dopo le prime 4-5 partite si rivela un giocatore completamente inutile, ben lontano dai livelli del 2012. La sceneggiata di Torino – sponda Toro – e lo scempio di Torino – sponda Juve – pongono una pietra tombale sul suo futuro in rossonero. A mai più.
Suso, voto 5.5. Incensato come l’oggetto del desiderio per il solo fatto di essere giovane e spagnolo si ferma ai due gol alla Reggiana e al palo nel derby. Non vedo perché dovrebbe essere superiore a chi gioca attualmente nel suo ruolo.
Attaccanti
Hachim Mastour, s.v. Oggetto misterioso. Un anno fa gli si fece firmare un contratto da professionista in fretta e furia, ad oggi non ha ancora esordito in serie A al contrario di altri primavera. Forse l’esempio più clamoroso di come i media possano esaltare un giocatore ancora prima che abbia messo piede in campo – la mia sensazione è che sia un oggetto in vetrina in attesa del pollo.
Stephan El Sharaawy, voto 5. No, i due gol col Torino a fine campionato non possono far dimenticare una stagione penosa. Non mi importa nulla di eventuali problemi extra-campo che assumono ormai la stregua di leggende metropolitane. La stagione è deludente e non credo che il Milan debba ancora puntare su di lui.
Jeremy Menez, voto 8. Su di lui c’è un discorso molto più ampio – la realtà è che dobbiamo giudicare cosa sicuramente è stato e non cosa forse sarebbe stato. Menez ha fatto 16 gol e 4 assist e senza di lui il Milan avrebbe almeno 10-12 punti in meno. Ha coperto ampiamente le lacune tattiche della squadra: un demerito dell’allenatore ma un merito del giocatore.
Keisuke Honda, voto 6. Soffre un po’ nella parte centrale di stagione ma è fondamentale nella prima parte dove mette a segno sei reti. Giocatore fondamentale nell’annata: quando Honda fa bene il Milan fa bene e spesso vince. Nella seconda parte superate le fatiche della Coppa D’Asia non è brillante come prima ma mette a segno un paio di assist contro la Roma. Va capito e valorizzato al meglio – il potenziale c’è.
Alessio Cerci, voto 5. Può un giocatore da 15 gol e 15 assist la scorsa stagione rendere al peggio delle sue potenzialità? Sì, se è allenato da Pippo Inzaghi. Il rendimento di Cerci è stato vergognoso ma ancora di più è stato il trattamento che gli è stato riservato quest’anno.
Mattia Destro, voto 5. Direi “vedi Cerci”. Non ho alcun dubbio sul fatto che le potenzialità del giocatore siano decisamente superiori a quanto espresso. Tornerà a Roma e per me è un vero peccato.
Giampaolo Pazzini, voto 4.5. Vergognosa la sua gestione. Prima panchinato, poi preferito a Destro sperando di ottenere un contratto per la prossima stagione. Giocare con Pazzini è stato quasi sempre come giocare in 10 uomini. Andava venduto l’anno successivo ai 12 gol segnati. Ora lo perderemo a zero euro.
Staff e Società
Filippo Inzaghi, voto 3. Il suo fallimento è clamoroso. La rosa a disposizione non era certamente inferiore a quella della Lazio terza classifica o della Fiorentina quarta. Al 31 di Agosto il Milan era nettamente superiore ad una Lazio battuta 3-1: da lì la squadra di Pioli ha fatto un percorso di crescita, il Milan di involuzione. Aveva a disposizione la rosa con cui Seedorf aveva fatto 35 punti pesantemente rinforzata. Si possono concedere attenuanti ad un allenatore giovane ma non si è visto in 38 giornate uno stralcio di gioco e francamente non si è visto alcun processo di crescita: l’unica ragione al mondo per cui è ragionevole che venga confermato è per non ricominciare di nuovo tutto con Brocchi. Le dimissioni dopo Atalanta-Milan sarebbero state un atto di profonda dignità.
Daniele Tognaccini, voto 2. Unica attenuante nella stagione per Pippo Inzaghi è la preparazione atletica. Il Milan dei primi tempi sarebbe 3°, a 61 punti – quello dei secondi tempi 13° a 45. Sedici punti – sedici – e dieci posizioni in classifica sono tante per buttarle nel mero calcolo statistico. Il calo evidenziato dopo 60 minuti di ogni match – tranne i finali, giocati a ritmi bassi, è più che evidente. Da ritiro del patentino.
Adriano Galliani, voto 7. Che è la media ponderata tra il mercato (a cui confermo il mio 8 estivo) e la scelta di Inzaghi (4) la cui colpa però va condivisa con Berlusconi. Bersaglio indiscriminato dei tifosi alla prova dei fatti ha però realizzato nell’ultima estate ottimi colpi come Diego Lopez, Menez e Bonaventura a zero euro. Continuo a credere che il problema non può essere lui ma il budget ridicolo che gli viene imposto ad ogni sessione di mercato – al posto di lamentarsi degli ingaggi, normali in una squadra della caratura storica del Milan – sarebbe meglio preoccuparsi del fatto che il Sassuolo spende più di noi in cartellini.
Barbara Berlusconi, voto 5. Continua lentamente il declino del Milan dalla sua entrata in società. Nell’ultimo anno ha bruciato un allenatore (Seedorf) nel suo personale Game of Thrones che ha visto vittime Laura Masi e Ariedo Braida che ricoprono i loro medesimi incarichi per i quali non erano ritenuti competenti al Milan rispettivamente in Bayern Monaco e Barcellona. Aspettando che riesca a cacciare Galliani nel frattempo rischia pure la beffa sul progetto stadio dove ci ha messo la faccia – faccia che è sempre mancata a San Siro o all’ultima assemblea degli azionisti dove in quanto AD avrebbe dovuto presenziare.
Silvio Berlusconi, voto 4. La sua decisione di puntare su Inzaghi per non pagare un allenatore costoso (Spalletti) ha di fatto fatto la differenza tra il decimo posto e l’Europa. Non può non essere ricercata lì l’origine di tutti i mali di quest’anno. Anche lui dopo un po’ capisce quando è meglio non farsi vedere più a San Siro e non metterci la faccia. Le sue visite di interesse a Milanello terminano – non casualmente – con la fine dei servizi sociali. Beffa delle beffe usa ancora una volta il nome del Milan facendo promesse vane nella sua campagna elettorale (per fortuna l’elettore medio non è così stupido da cambiare idea sulle promesse di Ancelotti o Ibrahimovic). Per quanto mi riguarda il mio presidente è Bee Taechaubol, comunque vada a finire. Da valutare l’esproprio proletario per salvare il Milan – di lui ormai non mi fido più.
Diavolo1990 – www.rossonerosemper.com
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