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EDITORIALE DEL GIORNO
Milan: infrangere l’immobilismo, far rinascere l’amore
Tanto calcio in televisione, più di quello che la stagione dalle tiepide serate, meriterebbe. Possiamo seguire la nazionale in un cervellotico campionato europeo e, col satellite, anche la Coppa America del centenario.
Naturalmente con occhio più attento ai milanisti attuali, De Sciglio tra gli azzurri, Bacca e Zapata arrivati alla soglia della finale con la Colombia. Oppure gli ex, El Shaarawy fresco d’addio ai colori rossoneri e Ibrahimovic sempre nel cuore, che lascia la sua nazionale. E poi Cristiano Ronaldo… ah no, lui non è, non è stato né mi risulta sarà nel Milan. Perché in effetti, se i tifosi sapessero che guardando a destra e a manca potrebbero ergersi a talent scout da divano, avrebbero ben altro stimolo nel seguire le partite. Com’era stato con l’Olanda di Van Basten e Gullit, come s’era tifato il Brasile di Kakà, Cafù e Ronaldinho come si era sostenuta l’Ucraina di Shevchenko. O appunto cercando di individuare i migliori, tra lo zapping notturno, aspettandosi, come un tempo, che la società abbia già individuato, adocchiato, contattato qualche nuovo giocatore. Naturalmente così non è. Non si sa chi condurrà la società, non si conosce chi guiderà la squadra, non si è certi che venga fatto qualche acquisto, non si è sicuri ci sia un calcio mercato. Lo sconcerto e lo sbando è totale, come la disaffezione e lo scoramento dei tifosi rossoneri. La certezza è che l’anno prossimo la Juventus sarà sempre più forte, che la Roma e il Napoli cresceranno e che l’Inter avrà dei bei Renminbi (moneta del popolo) da mettere sul mercato.
A tutt’oggi le ipotesi si sa, sono due: o rimane Berlusconi che ripresosi dall’intervento dimostrerà di non essere umano e, dopo aver compiuto ottant’anni a settembre, rilancerà partito e squadra verso il sol dell’immortalità, oppure arriverà una cordata di finanzieri cinesi di cui non si conosce patrimonio, solvibilità e facce, ma di cui si dice gran bene. Nel primo caso il presidente ha già dichiarato di volersi avvalere della collaborazione del suo pupillo Brocchi, per sdoganare e istruire giovani di prospettiva. Armiamoci di sana pazienza, nel qual caso, visto che molto spesso i virgulti italiani tardano a maturare e necessitano di chiocce sapienti fino a completo sviluppo. Se invece arriverà il consorzio, il gruppo, l’allegra compagnia orientale ci sarà da spendere e spandere, comprando e investendo. Naturalmente dopo che si sarà valutato, soppesato, giudicato il valore dell’acquisizione, chiariti i parametri di pagamento, creato un consiglio d’amministrazione, nominati i vertici dirigenziali. Se i tempi sono sui ritmi dell’ultimo mese, a occhio e croce il mercato di gennaio ci vedrà protagonisti.
Sarcasmo a parte questo immobilismo e questa incertezza, allontanano sempre più i tifosi, tanto che a oggi non si parla neppure di campagna abbonamenti. Per fortuna le due competizioni internazionali anestetizzano e rallentano un poco, i tempi del calciomercato. In questo limbo, nel guado delle incertezze clamorosamente l’unico a cui ci si può aggrappare è il vituperato Galliani. Personalmente sono certo che l’esperto Adriano, zitto zitto, sotto traccia avrà ordito le sue trame, avrà allacciato vecchi e nuovi contatti e magari starà anche seguendo qualche buon giocatore, avvisato da qualche zelante collaboratore tra lo stuolo di osservatori, alcuni nullafacenti, che il Milan ha a libro paga. Ovvio che anche lui non è immortale, e forse dovrebbe cominciare a pensare ad una successione, ad eleggere un delfino, ma non sarebbe sbagliato se l’eventuale nuovo gruppo dirigente, visti tempi che si sono allungati anche oltre le volontarie incertezze del presidente, si basasse sull’esperienza e le conoscenze del vecchio condor del mercato. Magari per costruire una base di squadra, di gioco e tecnica su cui poi, negli anni successivi far lievitare, crescere e coltivare investimenti e acquisti. Ecco forse spiegata la proposta Giampaolo come allenatore, che magari non ha l’appeal di qualche straniero, ma ha sicuramente fatto più gavetta di alcuni recenti tecnici rossoneri. Se gli investitori si dovessero rivelare generosi – ricordiamo che il Milan ha pochi vincoli di fair play e potrebbe investire subito, in maniera importante- Galliani, ne son certo riuscirebbe a scovare giocatori vincenti, anche rimediando a qualche errore su cui è ultimamente inciampato, tra schizofreniche vacche magre ed improvvisi momenti di disponibilità.
Come si vede da un sarcasmo disilluso son passato velocemente ad uno speranzoso ottimismo. Sarà la mia indole, ma d’altra parte è anche l’unica cosa sensata da fare: sperare, e sognare di ritornate a vedere un grande Milan, in uno stadio pieno, con rinnovate vittorie e se non potranno venire Cristiano Ronaldo o Lewandowsky pazienza, basta che si torni a competere. Le decisioni le stanno prendendo ad un piano superiore, speriamo pensino ai nostri sogni, esaudiscano le speranze. L’amore e l’entusiasmo possono ritornare, ma servono investimenti generosi e rinnovabili. Siamo ad un ground zero, su una tabula rasa. Si deve riprogettare, ricostruire, reinventarsi il Milan del futuro, far rinascere un sogno rossonero. Forse il modo più sensato, vista l’inesperienza e la mancata conoscenza dei meandri segreti del sistema calcio in Italia, sarà quello di usare sinergie tra il passato usandone l’esperienza, e il nuovo, col suo carico d’entusiasmo. Basta che si faccia qualcosa, e in fretta!
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