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EDITORIALE DEL GIORNO
Milan: vincenti ed incazzati
Sinisa Mihajlovic è uno che s’incazza. E un po’ fa paura perché e grande e grosso, ha lo sguardo torvo che ti punta addosso.
Non te le manda a dire quand’è incazzato. Ma non lo è mica sempre. In questi mesi abbiamo visto che volendo sa essere gioviale ed allegro battutista. Domenica probabilmente stava già pregustando una serie di tranquille domande su un Milan vincente, grazie al solito Bacca e al prodigo Honda, convincente e compatto quando, forse allettato dalla pochezza espressa da un incompleto Genoa, ha voluto far riassaporare a Jeremy Menez l’ebbrezza dello stadio dopo il lungo infortunio. A quel punto un po’ di eventi hanno incominciato ad innervosirlo. Intanto Niang fino a quel punto confusionario e arruffone, ma anche generoso e intraprendente, esce stizzito al posto del connazionale. Sinceramente mi aspettavo un maggior incitamento per un compagno al rientro dopo il complicato infortunio, ma evidentemente M’Baye sente avvicinarsi la concorrenza proprio nel suo ruolo. Ovviamente non è facile ripresentarsi dopo mesi, e le giocate di Menez sono state fatte in punta di fioretto. Forse anche i compagni in campo hanno percepito la deriva della gara a modalità esibizione, ed è palesemente calata l’attenzione e la determinazione. Anche Balotelli deve aver pensato di essere sceso nella gerarchia dei rincalzi, e questo non ha giovato alla sua entrata in campo con la solita proverbiale grinta e veemenza. Sarcasmo a parte, l’unico che ci ha creduto fino alla fine è stato Cerci che sospinto dai fischi – è uno che sa farsi amare- è riuscito ad insaccare il gol dell’ex. Per fortuna era proprio al termine e ci sono stati solo un paio di minuti dove s’è temuto di resuscitare una partita chiusa.
Se non fosse scattata l’arrabbiatura del Mister però, ci domanderemmo se sarebbe passato tutto in predicato, nell’abitudine alla sofferenza e all’insicurezza con cui il tifoso rossonero è stato abituato a convivere nelle ultime stagioni. Ben vengano gli urli, benedetta sia l’incazzatura dunque. Lo scatto d’ira però, penso non fosse rivolto solamente al solito, dolente per un calcio, ma indolente d’atteggiamento Mario Balotelli. Il suo modo di proporsi è spesso indisponente, come entrasse il campione indiscusso a cui non si può fare l’offesa di un fallo, lo sgarbo di un anticipo: in questo deve cambiare, finché rimarrà al Milan almeno. Chi era in campo prima di lui però, doveva con maggior forza cercare di chiudere la partita con un gol che avrebbe dato sicurezza ad una squadra incapace nella gestione del risultato. Tra l’altro mi sembrerebbe un cambiamento necessario alla mentalità del calcio italiano così avaro della ricerca dello spettacolo e del gol fine a se stesso, ma soprattutto necessario ai tifosi rossoneri per spazzare le delusioni recenti. Un passo per volta però. Oggi abbiamo una squadra unita e compatta che tiene il campo, gioca e corre. Lunedì capiremo di che pasta siamo fatti. Il Napoli diede una sonora lezione mezzo campionato fa alla squadra di Mihajlovic. Oggi deve, dovrà dirci quanto sia cresciuto il gioco, dovrà certificare se siano attrezzati per frequentare i piani alti della classifica. E anche se abbia attecchito la mentalità di non mollare mai, per tutti anche per le seconde linee, fino al 94’: Sinisa dixit.
A proposito di uno che fa sempre il suo fino alla fine, che ha risalito la china con tenacia e perseveranza, che ha convinto, lentamente ma inesorabilmente, il tifoso all’applauso, Keisuke Honda dev’essere menzionato. Non sarà un fenomeno, e lui lo sa, ma qualche numero ce l’ha, anche se spesso lo sacrifica sull’altare del bene tattico della squadra. il giocatore dai 4 allenatori – sembra un titolo di un film- è sempre stato apprezzato prima dai tecnici che dai tifosi, che però si stan ricredendo anche perché in questa stagione hanno avuto un termine di confronto tra chi era solo famoso e chi si sacrifica per il bene comune. Avendo anche più grano salis naturalmente. Assist e gol domenica, in diretta col Giappone, dove chi sa di calcio sarà stato felice del giusto riposizionamento delle gerarchie dei giocatori nippo-milanesi.
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