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EDITORIALE DEL GIORNO
QUANTO E’ IMPORTANTE LA FIDUCIA
Settimana impegnativa quella appena trascorsa dal Milan. In sette giorni, gli uomini di Montella sono stati chiamati a tre partite importanti per diversi punti di vista. Lazio-Milan era forse il primo vero test, contro una squadra di pari livello ed il risultato è stato insufficiente sotto tutti i punti di vista.
L’esordio in Europa League doveva essere (ed è stato) per il Diavolo la partita della scossa, della rinascita. Poco importa che l’Austria Vienna non fosse una compagine di buon livello, il Milan ha affrontato la partita come doveva.
Milan-Udinese non poteva che essere il macht della conferma. Il messaggio era stato recepito: scendere in campo con la giusta grinta e voglia di vincere.
Tra le due formazioni alcuni giocatori hanno punti in comune partendo dai due estremi difensori: Gianluigi Donnarumma e Simone Scuffet. E’ un ricordo lontano quel 1° Febbraio 2014 quando, in una partita contro il Bologna vinta dai bianconeri 0-2, esordì il diciassettenne Scuffet. Da quel giorno seguirono prestazioni tanto convincenti da garantirgli il posto da titolare ai danni di Zeljko Brkic. “E’ il nuovo Buffon”, “Sarà il portiere della nazionale per i prossimi 10 anni”. Quanti furono i commenti positivi in quello stralcio di stagione, coronata dalla convocazione nella nazionale maggiore del c.t. Prandelli e dall’interessamento dell’Atletico Madrid. Quelle che seguirono, purtroppo, furono stagioni al di sotto delle aspettative, tornando a vestire i panni del titolare dell’Udinese solo in questa stagione.
Stesso inizio di percorso per l’estremo difensore rossonero: l’esordio in serie A è datato 25 Ottobre 2015, Milan-Sassuolo 2-1, da lì a poco ci fu la convocazione nell’Under 21 di Luigi Di Biagio e successivamente nella nazionale maggiore di Giampiero Ventura. Le buone prestazioni e gli interessi dei più grandi club del mondo (anche per il lavoro del proprio procuratore) hanno fatto sì che, il natio di Castellammare di Stabia, si sia fatto notare al calcio mondiale prendendosi, molto probabilmente, la maglia numero 1 azzurra.
Nei giocatori scesi ieri in campo nell’Udinese prova positiva per Kevin Lasagna. Bruciare le tappe come ha fatto lui è notevole: dalle categorie dell’Eccellenza alle serie più alte del calcio italiano in poche stagioni. Il feeling con San Siro è incredibile: in ogni partita giocata in questo stadio, ha sempre segnato a tutte e due le squadre milanesi. L’interesse proprio dei rossoneri, qualche stagione fa, non poteva che essere motivo d’orgoglio per il giocatore lombardo.
Esaminando invece i ragazzi di mister Montella, oltre ad esaltare la grande prestazione di Kalinic, non ci si può non soffermare sulla partita giocata da Davide Calabria. Dopo la prova contro la Lazio le critiche piovutegli addosso sono state tante, reo di aver giocato male. Con il cambio di modulo adottato contro l’Austria Vienna, le prime impressioni sono state che le sue capacità tecniche non si sposassero perfettamente col 3-5-2. La voglia di convincere del contrario, però, ha spazzato via tutte le critiche; contro gli uomini di Del Neri, si è reso partecipe di azioni pericolose. E’ suo, infatti, l’assist per il primo goal del Milan. Perché schierare Kalinic dopo la tripletta europea di Andrè Silva? Quanti si sono posti questa domanda dopo la lettura delle formazioni ufficiali? Durante tutta l’estate, Vincenzo Montella, non ha mai nascosto il proprio desiderio di avere l’attaccante croato nella propria rosa che a sua volta, alla prima da titolare, ha risposto con una doppietta.
Milan-Udinese doveva essere assolutamente la partita della fiducia per la squadra, per l’allenatore e per i tifosi: gli spettatori di San Siro sono stati ben accontentati. C’è ancora tanto da lavorare, ma la strada è quella giusta.
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